AVELLINO CALCIO – Protagonista della rubrica “Leggende”, in onda su Sport Channel 214, Vincenzo Romano ha ripercorso l’indimenticabile esperienza con la maglia dell’U.S. Avellino 1912, con la quale crebbe in maniera esponenziale dal punto di vista tecnico ed umano, nonostante le sue “avventure” fuori dal campo.
Enzo Romano, visibilmente emozionato, ha raccontato i suoi primi passi ad Avellino: “Inizialmente, non ero molto convinto di venire ad Avellino, perché ero a Rimini, una città e un ambiente in cui mi trovavo molto bene. Mi divertivo tanto, ma poi mi fermai un attimo e pensai: sto andando ad Avellino, questa è Serie A, io questa carta me la devo giocare. Avellino mi è rimasta nel cuore, perché quella gente mi ha dato l’opportunità di affacciarmi nel calcio vero.”
(Video: Sport Channel 214)
Romano ha poi proseguito: “All’inizio non fu facile, perché io nascevo centrale e davanti avevo mostri sacri come Di Somma e Cattaneo. Sapevo di avere problemi di peso, ma non volevo fare la riserva a vita e quindi iniziai ad allenarmi come Dio comanda: facevo grossi sacrifici, ma lo facevo con passione, perché volevo giocare. Facevo parte di un calcio genuino all’epoca, un calcio più vero.“
E poi ha aggiunto: “Quel gol al Milan? Beh, quella rete mi permise di farmi conoscere al calcio che conta. Fu importante a livello personale, oltre che di squadra. La mia esperienza alla Roma? Mancò solo la mia testa, perché c’era tutto per fare bene. Feci anche un buonissimo campionato, nonostante qualche cavolata fuori dal campo. Il mio motto era sempre questo: non sarò un professionista esemplare fuori dal campo, ma dentro al campo vi faccio morire.”
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