Beniamino Vignola a YSport: “Il confronto con Sibilia e il ricordo del terremoto” (Video)

Beniamino Vignola, uno dei volti storici dell’Avellino della Serie A, è stato ospite della puntata odierna di YTalk Sport, uno dei format ideati dal network Y. Dal suo arrivo in Irpinia al primo confronto con il Commendatore Antonio Sibilia, passando per i suoi gol più belli con la maglia biancoverde e il famoso striscione della Curva Sud, dedicato proprio a “Benny” ed Antonio Criscimanni.

“Soprattutto il terremoto dell’80, – ha detto Vignola – ha rappresentato una circostanza che mi ha costretto a diventare uomo molto in fretta. Ero venuto ad Avellino per giocare in Serie A e divertirmi, invece mi sono trovato in un inferno: il terremoto dell’Irpinia è stata una delle cose peggiori che uno si possa aspettare nella vita. Una cosa imprevista, che nessuno si aspettava potesse succedere.

Sconvolse, dal punto di vista calcistico, un po’ i nostri piani: fatalità volle che avevamo due trasferte a Pistoia e Udine, quindi la società approfittò per allontanarci dalla regione. Ci aiutò a capire tante cose: ci unì innanzitutto in maniera incredibile con città e tifosi, pur sapendo che sarebbe stato difficilissimo salvarsi con una penalizzazione di 5 punti. Un’unione incredibile tra città e squadra ci permise di guadagnare anche qualche punto in più. Una volta tornati ad Avellino, scattò la scintilla e ripartimmo, quasi dimenticando la penalizzazione. Ci eravamo preposti di non guardare la classifica fino a un certo punto, per poi tirare le somme in primavera.

L’amicizia speciale con Tacconi? Siamo arrivati insieme ad Avellino e siamo subito finiti in camera insieme. Vivere i vari momenti insieme ha cementato il nostro rapporto, sin dall’inizio. Lui giocava in un ruolo delicato e aiutava me nei momenti complicati. Poi ci fu il trasferimento in contemporanea alla Juventus, quindi ho trascorso 7 anni in camera con lui, neanche con mio fratello (scherza, ndr).

Sibilia? Lui era il personaggio dell’epoca, era la locomotiva di quel treno lì. Era molto burbero, ma era molto molto legato alla sua squadra. Si vedeva da lontano un miglio quanto ci tenesse al suo Avellino. Lo scontro con lui? Era un momento complicato della mia carriera, in cui potevo barcollare se non avessi avuto la testa sulle spalle. Al momento della cessione, lui riuscì ad incassare una bella cifra e io ebbi questa gratificazione di giocare con la maglia della Juventus.”

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