Riccardo Maniero: “L’esperienza alla Juve, il Pescara di Zeman e il mio arrivo ad Avellino”

Nel corso di un’intervista concessa ai microfoni di Prima Tivvù, nell’ambito della rubrica “Un lupo in famiglia”, Riccardo Maniero ha svelato i segreti e i retroscena che hanno accompagnato la sua carriera da professionista: dai primi passi con la Juventus, all’età di 14 anni, al Pescara dei miracoli di Zeman, sino ad arrivare all’approdo ad Avellino, individuata come la meta giusta per rilanciarsi.

Impossibile dimenticare i primi passi con la maglia della Juventus: “Ho lasciato Napoli a 14 anni, ero poco più che un bambino e mi ritrovai a Torino improvvisamente, senza conoscere praticamente nessuno. All’inizio è stato difficile, poi mi sono ambientato ed è stata senza dubbio un’esperienza unica. Ho avuto la possibilità di allenarmi con campioni incredibili, con dei fuoriclasse, pur facendo parte del settore giovanile. Grazie a Deschamps ho potuto vivere anche 4 partite dalla panchina, è stata una grande emozione.

Il Pescara di Zeman? È stato un anno davvero fantastico, perché lo spogliatoio diventò una vera e propria famiglia. Un grandissimo rapporto fra mister e squadra, è proprio dal Pescara di Zeman che ho iniziato a vestire la maglia numero 19. Da quel momento non l’ho più lasciata, perché mi ha portato davvero bene. Zeman è stato senza dubbio l’allenatore che mi ha segnato ed insegnato di più.

Il rapporto con mister Braglia? Ha un carattere forte che è stato sempre il suo punto di forza. Questa voglia e questa dedizione al lavoro gli permettono di essere un allenatore veramente vincente. Differenze con Zeman? Nonostante l’apparenza dica il contrario, entrambi sono molto loquaci con lo spogliatoio, scherzano molto e stemperano la tensione con qualche battuta.

Che Avellino ho trovato? Ho scoperto un gruppo giovane, cresciuto con alcuni innesti di esperienza, con un allenatore molto importante. Mi trovo davvero bene con tutti, ma non mi sento un leader o un trascinatore. Mi sento uno come gli altri, pronto ad imparare e a mettersi a disposizione del gruppo. So che la gente si aspetta tanto da me, è giusto che sia così, io farò di tutto per ripagare la fiducia della gente.

L’assenza dei tifosi? È una delle componenti che non dovrebbe mai mancare. Il calcio è della gente e in piazze così la spinta dall’alto, dalla Curva, manca veramente tanto. Ti spinge a dare qualcosa in più soprattutto in alcune partite importanti, quindi spero davvero di rivederli presto e che aprano quanto prima questi benedetti stadi”.

(Fonte Foto: Prima Tivvù)

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