Gianni Vrenna indagato dalla Procura di Catanzaro: la risposta del presidente del Crotone

Terremoto in casa Crotone, dove il presidente Gianni Vrenna é stato svegliato nella mattinata odierna da una notifica della Procura di Catanzaro, che lo ha inserito ufficialmente nell’elenco degli indagati nell’ambito di un’operazione condotta dalla Dda del capoluogo calabrese, che ha portato all’arresto di ben 43 persone.

Ventidue persone devono rispondere di associazione mafiosa – precisa catanzaroinforma.it -. Gli altri sono indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravata dalle finalità mafiose, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, scambio elettorale politico mafioso, truffa aggravata.

Qui di seguito il comunicato stampa del presidente Gianni Vrenna:

“Questa mattina siamo venuti a conoscenza di un’indagine della Procura di Catanzaro, ampia e articolata, che vede molti soggetti coinvolti – a vario titolo e con capi d’accusa molto diversi tra loro – e chiama in causa in piccola parte anche il nostro gruppo. Intanto, vista la risonanza mediatica, mi preme sottolineare che non ci vengono contestati, neanche provvisoriamente, reati riconducibili alla criminalità organizzata.

Siamo pienamente rispettosi del lavoro della Procura, ma allo stesso tempo siamo già impegnati nel produrre, attraverso i nostri avvocati, tutta la documentazione relativa alla gestione e allo svolgimento delle attività delle nostre aziende e ai rapporti passati e presenti con gli enti pubblici per chiarire definitivamente la nostra posizione. Siamo molto sereni, certi di aver operato sempre nella massima trasparenza e nel pieno rispetto delle normative vigenti. E siamo convinti che la Procura presterà la massima attenzione alle nostre deduzioni”.

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