Caso Tamponi Lazio, Walter Taccone: “Ce l’hanno con me come ai tempi dell’Avellino”

CASO TAMPONI LAZIO – Nel giorno che vede il nome di “Futura Diagnostica” su tutte le prime pagine dei maggiori quotidiani sportivi italiani, è tornato a parlare Walter Taccone, ex patron dell’U.S. Avellino 1912, oggi socio dell’azienda e consulente scientifico del medesimo gruppo. Al centro del dibattito, il caso dei tamponi a cui si sono sottoposti i tesserati della Lazio nelle ultime due settimane.

Intercettato dalle frequenze di Radio Punto Nuovo, a margine della questione che vede coinvolto anche suo figlio Massimiliano (rappresentante di Futura Diagnostica, ndr), Walter Taccone ha dichiarato: “Alle brutte accuse rispondo in maniera molto semplice e lo faccio in maniera personale, non a nome di Futura Diagnostica. E se qualcuno vorrà rispondere, dovrà farlo nei miei confronti. Ho l’impressione che qualcuno, senza fare nomi perché è già sulla bocca di tutti, debba mettere lo zampino, laddove c’è una situazione di per sé trasparente.”

L’avviso di garanzia recapitato a Massimiliano Taccone nelle ultime ore non ha lasciato indifferente l’ex Presidente del club biancoverde: “Avrei capito se questa faccenda fosse partita dalla Procura di Roma, invece, quella di Avellino non solo è venuta da noi a fare questi ‘controlli’, per utilizzare un eufemismo, ma si è presa anche la briga di andare a sindacare a Roma e in casa della Lazio.”

E poi ha aggiunto, stizzito:C’è qualcuno che quando legge il nome di Taccone è come se sventolasse una bandiera rossa dinanzi ad un toro. Questa storia deve finire… Noi siamo un laboratorio di una serietà riconosciuta a livello nazionale. E questa storia sta facendo male a tutto il gruppo, per reputazione e lavoro. È una cosa che dà fastidio, perché noi abbiamo sempre lavorato nel massimo della correttezza e trasparenza, per la Lazio, per il Perugia, per la Salernitana, per la Viterbese.

Vi vorrei ricordare che noi siamo gli stessi che hanno fermato la Viterbese per alcuni casi di positività. Perché, quando escono alcuni casi positivi, noi facciamo il nostro lavoro e lo comunichiamo a tutti. E quando lo facciamo, analizziamo tutti e tre i geni, più il quarto di controllo inserito all’interno della provetta. Adesso, quando escono tutti e tre i geni, la risposta sarà presente. Se non compare nessuno di questi, sarà invece assente. Se ancora, ne compare soltanto uno, come accaduto nel caso del mio amico Ciro Immobile, segnaliamo la presenza del solo gene N.

La Guardia di Finanza di Avellino ha sequestrato i campioni di questi sette che erano nel nostro frigorifero, che sono a disposizione di chiunque voglia analizzarli. E non solo, ha sequestrato anche tutto ciò che ha riguardato l’iter avviato dalla Lazio nel giorno 6 novembre. Dico di più: Lucas Leiva e Strakosha potevano giocare con la Juventus al 100%, così come anche Ciro Immobile, a mio parere.

E spero che, quando questa situazione verrà appurata, io immagino che il presidente Lotito faccia vedere i sorci verdi a chi ha provato a mettere lo zampino, bloccandogli dei calciatori assolutamente negativi. Il tampone è soltanto uno degli aspetti medico-legali che consente di valutare l’idoneità del calciatore. Dal punto di vista di possibile trasmissione del virus, è giusto che questo venga fermato, ma poi sta alla Lazio fare le restanti valutazioni cliniche e strumentali, e non dubito che l’abbia fatto in maniera probante e corretta.

Perché Lotito ha scelto il nostro laboratorio? È molto semplice, abbiamo iniziato a collaborare con loro per analizzare i tamponi della Salernitana. E vista la stima, il direttore granata Fabiani ha suggerito a Lotito di affidarsi al nostro laboratorio. Di lì, la Lazio ci ha chiesto qualsivoglia certificazione e/o documento legale, a partire dall’accreditamento, prima di iniziare la nostra collaborazione. Abbiamo a disposizione un’equipe di cinque persone, professionisti esemplari, che lavora dietro le quinte. Non c’è soltanto Taccone. Solo dopo aver avuto tutte le garanzie, la Lazio ha deciso di affidarsi a noi. E noi stiamo provvedendo al tamponamento del club da maggio, non da qualche giorno. Abbiamo messo a referto già un migliaio di test per la Lazio.

Chi ce l’ha con me? Evidentemente, c’è qualcuno nella Procura di Avellino che è contento di vedere il mio nome in mostra, sui giornali. E ci risentiremo, quando queste due storie finiranno. Tenete conto, che per la prima abbiamo subito un sequestro, un dissequestro, un secondo sequestro e così via… Io non sono tranquillo, sono incazzato come una iena! Non ne posso più: questo è un stalking nei confronti di Taccone! Non lo sanno solo ad Avellino, ma in tutta Italia! Qualcuno si sta prendendo la briga di parlare male del sottoscritto, come avvenuto già nel 2018/19, quando all’iscrizione dell’US Avellino in Serie B, andò dalla Covisoc, affermando la presunta irregolarità dei nostri conti. È bene che si dica una volta per tutte, non ne posso più di questa storia!”.

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