Vitali Kutuzov a YSport: “Avellino, che ricordi. Zeman? Sembrava un serial killer” (Video)

Ospite di YTalk Sport, trasmissione andata in onda sul canale YouTube Y Tv, Vitali Kutuzov è tornato a parlare delle sue esperienze da giocatore e del suo passato con la maglia dell’U.S. Avellino 1912, con la quale ha realizzato 15 reti in una stagione. Indimenticabile la sua doppietta nel derby con la Salernitana.

Kutuzov: “Zeman? Pensavo fosse un serial killer”

“Quel derby è una partita storica, lo è rimasta anche per me. Ogni volta che c’è il derby, mi chiamano 5-6 giornalisti, a volte anche 10. Ogni derby è un pezzo di storia, ma quando partecipavo a questa partita era una come le altre, perché la Serie B era lunga, c’erano 42 partite. Lavoravo tanto e non avevo il tempo di alzare la testa per vedere contro chi giocavamo. Poi, quando passa il tempo, capisci davvero il senso, la storicità e la bellezza di questa partita.

Le emozioni di quella doppietta? Non sono uno che esultava tanto, perché una volta fatto gol pensavo subito a rimettermi in campo, pensando a come difendermi o a come recuperare il risultato. Nel derby con la Salernitana, non ho avuto neanche il tempo di esultare, perché sono stato travolto da tutti i compagni e anche da alcune persone dello staff. Tutti addosso, veramente bello.

Io ho un amico ad Avellino, che ha un ristorante lì in centro, che però ha un figlio che tifa Salernitana. Questo ragazzo per un anno intero non mi ha neanche salutato, ma andava a scuola ed è stato preso per il c**o da tutti i suoi compagni per tutto l’anno. Anche lì ho capito il valore della partita.

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Il coro della Curva Sud? Qualcuno mi ha girato il video su Instagram, è davvero bellissimo. Sono uno che ha sempre dato tutto, mi fa davvero piacere essere ricordato così dai tifosi. Purtroppo quell’anno la squadra retrocesse, forse anche per la gioventù di quei ragazzi o per quella spinta in più che magari non riusciva a darci il mister.

Il mio rapporto con Zeman? Con il boemo, sin dall’inizio, ho pensato fosse un serial killer. Soffrivo il lavoro come un cane, perché sono abbastanza pesante muscolarmente. Quando eravamo in ritiro estivo, avevo preparato anche la valigia per andarmene, perché psicologicamente era pesante sostenere quegli allenamenti. Ci ho pensato poi, sono rimasto e in camera ho trovato un grande amico e compagno come Fabio Ferraresi, che mi ha aiutato tanto.

Finisce il campionato ad Avellino – continua Kutuzov – e vado alla Sampdoria, che aveva in attacco due bandiere e due nazionali sulle fasce, Volpi e Palombo a centrocampo: mi ritaglio uno spazio importante, non so neanche come, ma se c’è una persona che devo ringraziare è proprio Zeman. Ero diventato una macchina e questo ti dà certezze per tutto il resto.”

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