Coach Marco Ramondino, allenatore irpino cresciuto al PalaDelMauro di Avellino circa 18 anni fa quando la Scandone già militava in Serie A1, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di YSport. Tanti i temi trattati, dall’attuale situazione dei Lupi alle nuove regole riservate al massimo campionato italiano.
Detentore insieme a Trieste del miglior record (20 vittorie e 7 sconfitte), ha affiancato allenatori come Zare Markovski e Andrea Capobianco molto noti in Irpinia.
Di seguito l’intervista realizzata da Gianmarco Abate al coach di Casale Monferrato.
Un record di 20 partite vinte su 27: qual è il segreto di questa straordinaria stagione?
“Una stagione che va oltre le più rosee aspettative, figlia di quelle precedenti, abbiamo avuto la possibilità di programmare in un ambiente che ha sempre avuto le giuste ambizioni senza la smodata necessità di dover fare tutto e subito. Con calma, negli anni, siamo riusciti a mantenere un gruppo di giocatori esperti, alcuni che avevo con me quando allenavo a Veroli. Nel frattempo abbiamo aggiunto qualche giocatore dal nostro settore giovanile e aggiunto giocatori giovani da altri settori giovanili. Questo ci ha permesso di avere un’ottima ossatura di giocatori italiani a costi molto contenuti e quindi questa estate abbiamo avuto la possibilità di aggiungere uno straniero come Jamarr Sanders. Purtroppo questo gruppo non è stato quasi mai al completo perchè si è subito fatto male Marcius, non lo abbiamo avuto per 70 giorni e poi a catena abbiamo avuto una lunga serie di infortuni. Al completo abbiamo giocato 4-5 partite“.
Cosa ne pensa del “titolo sportivo” e della situazione retrocessioni e promozioni in serie A?
“Oggi sono cambiati i tempi economici e generazionali per i dirigenti, proprietari, giocatori e anche per noi allenatori. Il concetto americano o quello dell’ Eurolega (della licenza) non sono applicabili per vari motivi. In Italia viene esaltata la singola piazza, ma allo stesso tempo siamo quasi nel 2020 e ancora ci sono situazioni molto precarie dal punto di vista economico. Squadre che sono costrette a rifondare ogni anno sia dal punto di vista dello staff tecnico che di giocatori. Ci sono troppe squadre in A1 ed in A2. I vincoli di otto italiani e due stranieri sono un qualcosa che non vedo di buon occhio”.
Cosa ne pensa del 6+6 o il 5+5 per il prossimo anno come formula in Serie A1?
“Sono contrario a queste regole restrittive soprattutto a livello professionistico come la serie A1, non credo siano di aiuto in alcun modo. Nel medio lungo periodo portano il risultato opposto rispetto a quello che si pensa di ottenere perchè si abbassa il livello della competizione“.
Manca poco ai play-off, come vede la sua Novipiù Casale Monferrato per la post-season?
“Non ci vogliamo porre limiti, quando inizi a partecipare ad un evento così importante la fame vien mangiando. L’ obiettivo per la stagione regolare è quello di sistemare la condizione fisica perchè la squadra è un po’ acciaccata. Contiamo di arrivare al meglio per i Play-Off. I Play-Off li giocheremo per vincere, senza badare più di tanto al piazzamento in classifica. Le aspettative delle altre squadre non ci interessano più di tanto. E’ bello vivere con l’ambizione giusta: pensiamo a vincere il campionato. Se stiamo bene fisicamente ci possiamo divertire…”
Il nuovo arrivo di Pozzecco alla Fortitudo Bologna ha un po’ scosso la serie A2, come vede la “F”?
“Per Bologna potrebbe crearsi un mix devastante per il lavoro svolto da coach Boniciolli e quello di Gianmarco. Coah diversi per per tanti motivi, sia dal punto di vista comunicativo che gestionale, immagino ci saranno delle discontinuità e questo potrebbe accendere qualche meccanismo. Considerando il roster della Fortitudo, tutto questo potrebbe essere devastante, una situazione molto delicata“.
Ha avuto la possibilità di lavorare con Zare Markovski, il nuovo coach della Dinamo Sassari, qual è il suo pensiero?
“Zare è un grande, la sua visione di tanti aspetti è diversa da quella di molti altri allenatori e per questo può avere un grande impatto. Lui è un allenatore che prima di dare per persa una partita le prova tutte e raramente si arrende. Un coach dotato di una mentalità incredibile ed una capacità di avere un grosso impatto immediato può dare quella spinta a Sassari per entrare nei play-off. Coach al quale sono particolarmente legato ed affezionato, Zare mi ha dato la possibilità di lavorare anche a Bologna, gli sono molto riconoscente“.
Come vede la Scandone in ottica play-off Scudetto?
“Parlo per l’esperienza che ho avuto negli anni passati. Arrivare con una posizione quasi certa ai play-off può fare la differenza. Credo sia molto importante, in questo periodo della stagione, sistemare le cose all’interno della squadra. Non spremere troppo alcuni giocatori anzichè provare a difendere a tutti i costi il terzo o il quarto posto. Certo fa piacere arrivare primi ma è meglio essere in forma. Se c’è da fermare un giocatore lo preferisco rispetto al perdere una partita di campionato in più. Trento lo scorso anno è arrivata vicinissima allo Scudetto partendo dalle ultime posizioni nella griglia play-off. La Scandone secondo me sta adottando una strategia per arrivare pronta ai play-off. Ha dimostrato di poter vincere contro Venezia, Milano, Brescia quindi non vedo perchè non possa farcela. La Sidigas Avellino può vincere contro chiunque“.
Lei, come coach Sacripanti, si è ritrovato a dover gestire il minutaggio dei suoi uomini per farli arrivare in forma a fine stagione, cosa comporta tutto questo?
“Questo comporta, a volte, delle scelte a priori che sono svincolate dall’andamento della partita ed in quest’ottica ci si prende il rischio di perdere una partita in più anzichè rischiare di perdere un giocatore importante. Certamente altre occasioni come le partite di Coppa, le partite da dentro o fuori, si va più con il feeling della partita. E’ un mestiere difficile il nostro, quando l’aspettativa è alta è molto più facile stare sotto quella aspettativa. E’ molto probabile che tu deluda l’aspettativa se essa è alta; Milano sembra che va sempre male perchè già se perde una partita la gente non è contenta.
Fin quando questo pensiero è dei non addetti ai lavori va bene poi noi dello staff tecnico dobbiamo essere bravi a trovare l’equilibrio tra il dover vincere ogni partita e la gestione della squadra. Come afferma coach Messina, la chiave è sempre l’equilibrio; alzando l’asticella, ma allo stesso tempo non essere frustrati se i risultati non si ottengono“.
Buon lavoro ed auguri per la stagione.
Ciao, grazie!
di Gianmarco Abate