Fabio Gallo: “Una chiamata dell’Avellino? Solo un pazzo la rifiuterebbe”

Giorni di riflessione e giornata di ripartenza per tutto il corpo dell’US Avellino, impegnato a metabolizzare le delusioni della regular season 2022-23 e a programmare il futuro con serenità e lucidità. Se, da una parte, c’è una squadra tornata ad allenarsi “pro-forma” agli ordini di Massimo Rastelli, dall’altra, c’è una proprietà che deve necessariamente sfruttare il tempo a disposizione e fare subito chiarezza sulle principali figure che guideranno la costruzione dell’Avellino 2023/24.

In attesa che venga formalizzato l’ingaggio di Ernesto Salvini, dirigente ormai scelto da tempo dal patron D’Agostino per sostituire il partente Enzo De Vito, è già partito il toto-allenatori qualora non dovesse proseguire il rapporto con mister Rastelli, aspramente criticato dalla piazza dopo le 12 sconfitte incassate nel corso della sua gestione. Tra i tecnici “svincolati”, in tal senso, c’è il milanese Fabio Gallo, addetto ai lavori di spessore che ha incontrato la compagine biancoverde proprio in questa stagione, in quel famoso 7 novembre 2022 dello “Zaccheria”.

Il trainer originario di Bollate ha intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di Radio Punto Nuovo, nel corso del “Pomeriggio da Supereroi”: “Ci sono tanti quesiti da risolvere in casa Avellino, è chiaro che a questi dovranno rispondere società, direttore sportivo e allenatore, una volta che saranno scelti. Qualcosa sicuramente andrà cambiato dopo l’ultima stagione, perché il prossimo campionato di C sarà sicuramente difficilissimo, quindi bisognerà ripartire con il gruppo di giocatori importanti che ha a disposizione l’Avellino. Poi dipenderà da chi sarà destinato a fare determinate scelte”.

Mister Gallo ha poi aggiunto: “Un allenatore, Massimo qualora dovesse rimanere, debba ripartire dalla sua professionalità e dal lavoro, per cercare di superare un iniziale problema ambientale. Poi è chiaro che i risultati spostano e fanno la differenza, perché ti permettono di cambiare tante cose. Tutto sempre ripartendo dalle proprie idee, dalla professionalità e dalla coerenza della comunicazione. Quando chiudi la stagione anzitempo, rispetto alle aspettative iniziali, hai sicuramente più tempo per programmare il futuro. Nella negatività, mi piace sempre trovare un fattore positivo”.

Su un suo eventuale futuro ad Avellino: “Quando vieni accostato a piazze del genere, solo un pazzo non prenderebbe in considerazione una eventuale chiamata, pur consapevole della difficoltà che puoi trovare nell’allenare una società come l’Avellino che deve ripartire. Però, è il bello di fare l’allenatore, altrimenti non sarei andato a Foggia. Avellino è Avellino. Solo un pazzo rifiuterebbe, mi ritengo mediamente intelligente per non dire no all’Avellino. Avellino è una piazza ambita, io sono un professionista e sicuramente darei la mia disponibilità a parlare, così come ad altre società. Non ho mai messo vincoli a nessun posto, ben venga nel caso una proposta dell’Avellino!”.

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