Fabiano Parisi: “Non facile lasciare Avellino, Capuano importante per me”

SERIE A – Protagonista della chat del noto network Cronache di Spogliatoio, l’ex Avellino Fabiano Parisi si è raccontato tra calcio e passioni, dopo aver chiuso una splendida stagione con la maglia dell’Empoli nel massimo campionato italiano. Dal passato in Irpinia all’esplosione sotto l’ala di Eziolino Capuano, passando per il salto in Serie B e la consacrazione nella squadra di Paolo Zanetti.

Indimenticabile il primo sigillo in Serie A del pendolino di Serino, che ha subito rivolto un pensiero al compianto papà Carmine Charles: “L’ho dedicato a mio padre che è scomparso a settembre 2021. Anche lui ha giocato a calcio. Il numero di maglia che indosso, il 65, è il suo anno di nascita. È grazie a lui se sono arrivato dove sono oggi. Sono contento che il gol sia arrivato proprio a Lecce, perché contro di loro mi ero spesso infortunato e invece quella volta è andata bene”.

Sulla gavetta, il classe 2000 ha aggiunto: “Partire dal basso è sempre dura, ma è così che si diventa grandi. Partire dalla Serie D, se sogni di arrivare in Serie A, può anche spaventarti, però ti forma, capisci il vero calcio e per un giovane è fondamentale. Quando il Benevento Primavera ha deciso di mandarmi via è stata dura. Non puntavano più su di me, per fortuna c’è stata la possibilità di andare all’Avellino che era appena retrocesso in Serie D. In quel periodo studiavo al Conservatorio e dovevo scegliere tra musica e calcio, quindi è subentrata un po’ di indecisione. Per fortuna è andata bene. Mi ha aiutato essere all’Avellino, dove sono nato, per me era molto importante”.

Passione per la musica che lo ha sempre accompagnato: “Il mio strumento preferito? Fin da piccolo ho sempre suonato il pianoforte, poi alle medie ho scelto l’indirizzo musicale. Dopo mi sono innamorato dell’oboe e ho studiato un anno al Conservatorio. É uno strumento complesso, ci vuole tanto fiato con l’oboe, per fortuna a me non manca… La musica è importante anche per il calcio, mi dà ritmo in campo e suonare a casa mi rilassa. Poi mi sono iscritto all’università, sto frequentando Scienze motorie. Mi mancano 5 esami e poi sono laureato. Sono contento perché non è facile farla coincidere con il calcio. Almeno per il lavoro fisico posso chiedere qualche consiglio al prof che è molto bravo…”.

Separarsi dall’Avellino non è stato facile: “Non è stata facile, perché era la mia squadra del cuore ed sempre stato un orgoglio indossare quella maglia. Per loro ho anche giocato al minimo federale. Prima di andarmene c’è stato qualche problema, diciamo che se ne sono un po’ approfittati perché ero giovane, ma alla fine si è risolto tutto. L’allenatore era Capuano, a cui sono ancora molto legato. Mi ha aiutato tantissimo in quel periodo, anche nella trattativa con l’Empoli”.

Poi, il salto di categoria in cadetteria: “L’impatto con la B? Difficile. Venivo dalla C, ma l’Empoli aveva una rosa molto forte e puntava alla promozione quindi all’inizio ho fatto fatica. Mister Dionisi è stato fondamentale, ha creduto in me e mi ha dato fiducia. Anche Romagnoli, che era il capitano, mi ha aiutato a tener duro. Dove posso migliorare? Devo crescere nell’ultima scelta, e migliorare il destro, per essere più completo. In questi anni ho lavorato tanto sul fisico, ho capito l’importanza della palestra. Il mio ruolo? In realtà ho giocato tanti anni da mezzala! Negli Allievi ho fatto anche il play, e a volte anche a Benevento, oppure il quinto. Diciamo che il mio ruolo è il quinto, poi ad Empoli mi hanno spostato terzino”, ha concluso Parisi.

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