All’indomani della decima partita sotto la sua gestione, il bottino di mister Carmine Gautieri non può che essere considerato agrodolce: da quando il trainer napoletano è alla guida della prima squadra dell’US Avellino, sono arrivate 5 vittorie, 3 sconfitte e 2 pareggi. Non entusiasmante il rendimento offensivo, come testimoniano i 9 gol realizzati dallo scorso 19 febbraio, mentre resta senza dubbio invidiabile la tenuta difensiva, a fronte di 5 reti subite contro Palermo, Messina, Catania e Bari (che però son costate punti pesantissimi ai Lupi, ndr).
10 gare sono poco meno di un terzo di un campionato e dicono inevitabilmente delle cose: innanzitutto, Gautieri si è ritrovato a gestire una squadra non creata da lui, non creata per lui e non modificata da lui in corso d’opera. Gautieri è stato costretto a tuffarsi in una realtà nuova, con tutte le problematiche della precedente gestione e un obiettivo (minimo) importante da raggiungere a tutti i costi.
Preso atto di questi “assunti”, che potrebbero potenzialmente rappresentare anche degli alibi, è chiaro che non è tutto rose e fiori. La squadra ha un suo equilibrio, produce, ci prova con tutti i suoi limiti, ma continua a faticare in fase di realizzazione. È vero, alla fine in campo ci vanno i calciatori e, soprattutto, gli attaccanti, ma qualche soluzione alternativa va ricercata e trovata anche in settimana, durante gli allenamenti. In ottica playoff, dove servirà un cinismo decisamente diverso, questa sterilità offensiva è preoccupante.
“Maniero è come il pane per noi“, ha detto Gautieri al termine di Bari-Avellino, ma l’ex bomber del Pescara non ha certo la bacchetta magica. È un grande attaccante, ha colpi che in questa categoria si vedono di rado, ma non ha la continuità del finalizzatore che ti risolve ogni incontro alla prima palla che tocca. È importante, importantissimo, ma non si può fare affidamento su di lui in via esclusiva.
E allora, come fare? I giocatori sono questi, non c’è mercato che tenga, e c’è solo il campo. Il campo dove migliorare e trovare soluzioni alternative, appunto. Al di là delle certezze difensive, che sia arrivato il momento di provare a cambiare qualcosa? Un tentativo, magari, potrebbe essere fatto proprio contro la Vibonese, in una sfida non certo proibitiva.
Una cosa è sicura: c’è bisogno di tutti, ma di tutti ad un certo livello. Fisico, tecnico e mentale. E in tanti sembrano non averlo capito da quando sono ad Avellino. Il secondo posto è ancora lì alla portata, tocca prenderselo.
Leggi anche:
Squalifiche dopo Bari-Avellino 1-0: le decisioni del giudice sportivo
Avellino Calcio, il report medico di oggi: problema alla mano per Kanouté