Avellino Calcio, Giovanni D’Agostino: “Mercato frenetico, Serie C logorante per noi”

AVELLINO CALCIO – Trascorso il primo Natale da papà, Giovanni D’Agostino è stato ospite della trasmissione “Zona Verde” in questo martedì 27 dicembre, per tracciare un bilancio del 2022 dell’US Avellino e proiettarsi alla seconda parte di campionato, che sarà condizionata dal prossimo mercato di gennaio.

L’Amministratore Unico dell’IDC, ai microfoni di Sport Channel 214, è tornato sulla famosa conferenza stampa dello scorso 4 maggio: “A caldo, probabilmente, non si dovrebbe mai parlare. Io sono stato anche più duro di mio padre, proprio perché ero scottato per la delusione e saturo da tutto, perché ne son successe di ogni dal ritiro alla fine della stagione passata. Ho detto cose che mi son venute dal cuore, in maniera molto istintiva.

Braglia e Di Somma? Sono due grandi lavoratori. Loro forse facevano parte di una mentalità un po’ vecchio stile, mi ha deluso la facilità con la quale perdevano lucidità. E quando perdevi lucidità, si creano brutti rapporti e problemi di gestione e comunicazione. La continua comunicazione e il continuo confronto, invece, ci sono con l’attuale area tecnica ed è tra le cose che più mi piacciono della nuova gestione. Così non si creano equivoci.

La categoria in cui siamo è la più difficile del sistema calcio, è un campionato logorante per noi. Noi siamo l’US Avellino 1912, ma non dobbiamo essere presuntuosi, nessuno ci regala i punti. Non c’entriamo nulla con questa categoria, sia per la proprietà sia per la squadra, ma è la categoria che siamo chiamati a fare e dobbiamo fare di tutto per uscirne.

Scelte che non rifarei? Forse, l’ingaggio di Gautieri e la soluzione da traghettatore, perché non ci ha fatto bene e ci ha fatto spendere ulteriori risorse inutilmente. E poi, per quanto riguarda il rapporto con la piazza, parlerei di più e meglio: per fare chiarezza, sarebbe stato opportuno confrontarsi di più e meglio.

Lo stadio? L’iter burocratico sta andando avanti come stabilito ai tempi della presentazione del progetto, la burocrazia non dipende strettamente da noi. Lo stadio non deve rappresentare la nostra spada di Damocle, non deve essere un ostacolo per il nostro presente, perché è un progetto presentato anni fa come l’Academy, che oggi ha accolto 400 bambini sul campo del Partenio-Lombardi. Ogni cosa ha il suo tempo, ma lo stadio è il nostro sogno e va avanti.

L’addio di Nando De Napoli? Quando si tratta di fare azienda, io sono molto cinico: o si produce o si muore. Probabilmente, non siamo pronti noi per accoglierlo, diciamo così. Una figura del genere, un mito come Nando De Napoli, non può rimanere lì in maniera poco efficiente, sarebbe stato deleterio per noi e per lui. Io lo volevo come uomo operativo, ma non si è realizzato. Lui non avrebbe voluto fare l’uomo immagine, quindi si era pensato ad un ruolo legato allo scouting, ma ci vogliono i titoli anche su quello. Nonostante ciò, non si sono divise per sempre le nostre strade, non escludo nulla per il futuro.

Il mercato? Ci saranno tanti movimenti, perché anche i calciatori in uscita hanno tutti mercato. Piccolo o grande che sia, hanno tutti mercato. Ci sono arrivate richieste, a discrezione dell’area tecnica ci saranno movimenti da fare. E noi siamo disponibili a farli. In generale, in questo mercato, ci sarà più disponibilità per tutti. Quanti giocatori arrivano? Dipende dalle scelte che faranno Rastelli e De Vito, ma abbiamo fatto già diversi incontri e sarà un mercato molto frenetico, movimentato. Il numero di arrivi dipende dalle dinamiche del mercato.

L’attacco? È un reparto in cui bisognerà sicuramente lavorare. Su Cerri non c’è nulla di vero. Dobbiamo dire una cosa: sono tre anni che non abbiamo l’attaccante. Maniero era il mio preferito, era l’uomo immagine del nostro Avellino e ci siamo lasciati in ottimi rapporti, tanto che abbiamo parlato molto a Torre nel post partita.

La classifica? La nostra posizione parla da sé, ma noi ce l’andremo a giocare come sempre nella post season, a testa alta”.

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