Se dovessimo citare gli sport dalle più antiche origini tra questi figurerebbe sicuramente il tiro con l’arco. Fin dal Paleolitico l’uomo ha avuto a che fare con questo strumento di caccia e di guerra, diventato con gli anni anche oggetto di disciplina sportiva (prima Olimpiade a Parigi nel 1900).
Uno sport all’apparenza noioso e monotono, ma guai a dirlo a chi lo pratica da decenni. Concentrazione, tecnica, passione. Le tre parole chiave di una disciplina che in Italia è destinata a recitare un ruolo da comparsa per la scarsa attenzione mediatica. Eppure la tradizione sportiva italiana vanta in tutta la penisola centinaia di associazioni dedicate. Non è un caso che ogni quattro anni i nostri azzurri lottino per i posti più alti del podio sia nel maschile che nel femminile della specialità. Il belpaese figura tra le nazioni più titolate e con maggiore storia in questo sport, insieme a Stati Uniti, Corea del Sud e Cina. Tra le eccellenze italiane, figura anche l’Irpinia. Si, e la nostra piccola provincia si è ritagliata uno spazio importante nel panorama italiano della Fitarco grazie all’associazione degli Arcieri del Vecchio Castello di Castelvetere.
Un’associazione storica, che spesso ha regalato arcieri alla Nazionale Italiana. Ne citiamo qualcuno: Maria Antonietta Ferraro, Tommaso Moccia, Marina Fusco, Raffaele Mastromarino, Marida Fusco, Natalia Triunfo, Chiara Romano ed Evelina Cataldo. Proprio Evelina si è intrattenuta con noi di Avellino YSport per raccontarci la sua passione. Davanti a un buon caffé, Evelina ci ha fatto immergere in questo mondo, proprio mentre era in partenza per i campionati nazionali di Rimini. La sua YStory è tutta da leggere.
L’Associazione Arcieri del Vecchio Castello è un punto di riferimento importante per il tiro con l’arco. Parlacene.
“L’ASD Arcieri del Vecchio Castello nasce nel 1998 da una costola dell’Hirpus Montella. Michele Ferraro, attuale Presidente Onorario dell’associazione, creò, insieme ad altri ex arcieri, l’associazione. Il nome prende spunto dal soprannome di Castelvetere, Vecchio Castello appunto. L’associazione ha ricevuto la stella d’oro al merito sportivo (CONI e Fitarco), tre medaglie al Mondiale, 27 titoli italiani e tre titoli europei”.
Com’è nata la tua passione per il tiro con l’arco?
“Nel 2003, avevo 11 anni, a scuola ci fu un progetto denominato “Arcieri Giocando”. Non ho più mollato. Mi innamorai subito di questo sport. Cosa mi ha fatto innamorare? Era diverso dagli altri, una cosa nuova. Ho iniziato a tirare con l’arco olimpico. Siccome dimenticavo sempre il mirino a casa, ho iniziato a tirare con l’arco nudo (senza mirino, solo freccia). E da lì ho proseguito. È l’arco che sceglie l’arciere e non l’arciere che sceglie l’arco, io da quando ho tirato per la prima volta non l’ho lasciato più”.
Il tiro con l’arco è uno sport dove il fattore mentale gioca un ruolo chiave. Qual è la caratteristica principale che un buon arciere dovrebbe avere?
“Non devi avere nessun tipo di condizionamento. Qualsiasi momento della vita può condizionare le tue prestazioni. Se hai problemi nella vita il tiro con l’arco non te li fa superare, si rispecchiano tutti nello sport praticato. Non è una disciplina da praticare per sfogarsi. Ciò che conta di più è la concentrazione. Ho avuto dei periodi difficili nella mia vita, emotivamente parlando, e anche nel tiro con l’arco avevo difficoltà. Altri sport, invece, aiutano. Nel tiro con l’arco la mente è tutto”.
Senza dimenticare la tecnica…
“Se non ti alleni i risultati non li avrai mai. Importante è la palestra e l’allenamento fisico. Un allenamento tipo di tiro con l’arco si basa su programmi specifici, dai riscontri per l’ansia alle volée di sfida con un avversario. L’allenamento tecnico si alterna con quello fisico basato esclusivamente sulle braccia: dai manubri ai pesi”.
Nonostante i grandi successi l’associazione Arcieri del Vecchio Castello non riceve molta attenzione mediatica. Come mai?
“Perché è uno sport di nicchia. Non c’è grande visibilità perché le priorità sono calcio e basket. Eppure nel centro sud siamo l’associazione più titolata, siamo tra le più importanti d’Italia. Alle Universiadi, dove Avellino sarà una sede importante, allo stadio “Partenio-Lombardi” ci saranno le qualifiche del tiro con l’arco. Noi ci saremo, daremo una mano al territorio”.
Con quali progetti cercate di dare visibilità all’associazione?
“Spero che questo sport venga apprezzato e attenzionato un po’ di più dal pubblico. Abbiamo fatto un progetto nelle scuole di Fontanarosa e Luogosano, denominato Arcieri Giocando. Lezioni teoriche e pratiche, i ragazzi, soprattutto nelle gare finali tra classi, sono stati entusiasti. Al termine del progetto, ho fatto un gioco con i bambini. Ho chiesto loro di scrivermi su un bigliettino cosa è per loro il tiro con l’arco, la risposta più bella me l’ha data un bambino che ha scritto “è uno sport che sembrava noioso, invece mi è piaciuto tantissimo”.
Evelina, giovane ma con un palmarès invidiabile. Campionessa Mondiale, hai appena partecipato ai Campionati Italiani indoor di Rimini.
“Rispetto all’anno scorso ho avuto meno possibilità di allenarmi. L’anno scorso vinsi l’argento con il miglior punteggio della mia vita, un record personale (531 su 600 punti). Quest’anno mi sono classificata dodicesima su ventidue con un punteggio di 494. Per soli due punti non sono riuscita ad arrivare alle fasi finali di domenica, la sedicesima aveva 496. Comunque sono contenta, perché è stato il mio miglior punteggio della stagione 2019”.
Una prestazione di tutto rispetto, ma ora guardi già al futuro e ai prossimi appuntamenti. Quali saranno?
“Mi concentrerò sugli allenamenti per le fasi outdoor, all’esterno, tiro di campagna e 3d. La prima è una specialità dove tiri su 24 bersagli, 12 a distanza conosciuta e 12 sconosciuta. Nel 3d invece ci sono sagome di animali, tutte a distanza sconosciuta. Svolgeremo le qualifiche per il campionato del mondo e per quello europeo. Il campionato del mondo in 3d si terrà in Canada, quello di tiro di campagna in Slovenia”.
Insomma, non ti fermi mai. Il tiro con l’arco non è una disciplina che permette di dedicarsi a tempo pieno allo sport. Chi è Evelina nella vita quotidiana?
“Evelina fa troppe cose (ride ndr). Una studentessa iscritta al primo anno di magistrale a Napoli, Assessore Comunale a Castelvetere, referente di Telethon e del Pino Irpino a Castelvetere. Sono una factotum”.
Il momento più bello della tua carriera agonistica:
“Non è una vittoria, ma un secondo posto. Il momento più bello è stato sicuramente quando abbiamo perso l’oro a causa di due zeri agli ultimi due bersagli, miei errori. Le altre ragazze mi hanno abbracciato dicendomi “non è successo niente”. È stato emozionante, nonostante i miei errori, è stata la vittoria del rapporto che si è creato tra di noi. È la bellezza di questo sport. Abbiamo perso insieme”.