Il Pagellone dell’Avellino Calcio 2018-19: Top e Flop dei Lupi

PAGELLONE AVELLINO CALCIO – Si è conclusa nel miglior modo possibile la stagione della Calcio Avellino SSD, società nata dalle ceneri di un’estate a dir poco tormentata e arrivata a riaccendere un entusiasmo incredibile nei cuori dei tifosi biancoverdi, oltre che a mettere in bacheca ben due trofei (campionato e Poule Scudetto).

Un girone d’andata ai limiti del “disastroso” per una squadra ambiziosa e per una piazza così esigente come quella irpina, complici una campagna trasferimenti ultimata con oggettivo ritardo (per via delle vicende extra-calcistiche) e una prima gestione tecnica tutt’altro che ineccepibile. Grazie agli errori, però, si impara e (spesso) si migliora. È ciò che ha fatto la giovane dirigenza avellinese e il giovanissimo DS Carlo Musa, bravo ad isolarsi dalle tantissime critiche di inizio anno e a puntellare l’organico irpino con grande oculatezza nella sessione riservata al mercato di riparazione.

Fondamentale, in questo senso, anche il contributo del neo allenatore Giovanni Bucaro, tornato ad Avellino per evitare che la barca affondasse definitivamente. Un inizio non facile anche il suo, con una rosa incompleta e un undici titolare senza un valido portiere Under, poi prontamente arrivato nel mese di gennaio. Mancanza di continuità fino alla sconfitta di Cassino, dopo la quale arriva la svolta decisiva in collaborazione con società e tifosi. Da quel momento, l’Avellino non si è più fermato, inanellando addirittura 15 vittorie consecutive in Serie D (tra regular season e Poule Scudetto).

Andiamo a ricapitolare quella che è stata la stagione 2018-19 dei Lupi, analizzando i singoli rendimenti dei giocatori e le scelte dei due allenatori approdati in Irpinia quest’anno:

PORTIERI

Ettore Corrado LAGOMARSINI (Voto 6): Sufficienza guadagnata più nello spogliatoio che sul terreno di gioco per l’unico portiere Over dell’Avellino. Non un girone d’andata indimenticabile per l’estremo difensore di Carrara, che a gennaio ha saputo accettare con grande maturità il ruolo di vice, facendo da “chioccia” ai più giovani e al neo arrivato Viscovo. A campionato finito, diventa assoluto protagonista della Poule Scudetto dei Lupi, parando un calcio di rigore a Picerno e bloccando uno dei 4 tentativi dei giocatori del Lecco nella finale di Perugia. Da sottolineare il suo attaccamento alla maglia e la grinta trasmessa ai compagni dalla panchina, a Latina così come in tante altre occasioni.

Aniello VISCOVO (Voto 7.5): “Finalmente un portiere”, hanno esclamato molti tifosi avellinesi all’arrivo del ragazzo di proprietà del Crotone. Forte tra i pali, meno nelle uscite, riesce a trasmettere al reparto difensivo biancoverde la sicurezza di cui aveva bisogno nel girone d’andata. Fantastico il riflesso su Bernardotto nello spareggio di Rieti, spettacolare la parata (con l’aiuto della traversa) contro il Bari nella prima gara della Poule Scudetto.

Antonio PIZZELLA (Voto 5): Trova spazio all’arrivo di Bucaro, che sceglie di puntare su un portiere Under in attesa del mercato, ma le risposte del 18enne partenopeo non rispettano di certo le aspettative. Un paio di errori abbastanza clamorosi tra i pali e il brutto gesto di Sassari nei confronti del raccattapalle, in occasione della partita persa 2-0 contro la Torres. La successiva squalifica e l’approdo in Irpinia di Viscovo lo rilegano al ruolo di terzo portiere della squadra.

Domenico LONGOBARDI (S.V.): Mai sceso in campo, solo poche panchine per il classe ’99.

DIFENSORI

Santiago MORERO (Voto 7.5): Uomo prima che calciatore. Ci piace definirlo così “Santi”, giocatore (e Uomo, appunto) che ha vissuto sulla sua pelle la batosta estiva e ha avuto l’umiltà di ripartire dalla Serie D con la stessa maglia, soffrendo più di tutti e sentendo più di tutti la responsabilità di dover riportare l’Avellino in un campionato più consono al suo blasone. Non sono mancati gli errori e i momenti difficili per l’argentino, ma l’arrivo di un compagno fidato come Dionisi e la crescita di tutta la squadra ci hanno permesso di rivedere un Morero ad alti livelli. Bravo Santiago a tenere unito lo spogliatoio quando tutto sembrava perso. Bravo Santiago a tenere i piedi per terra quando la rimonta appariva qualcosa di assolutamente scontato. Maiuscola la sua prestazione nello spareggio contro il Lanusei.

Fabiano PARISI (Voto 8): Il pendolino di Serino è ormai un idolo del popolo irpino. Probabilmente starà ancora correndo qua e là su quel campo, perchè noi non lo abbiamo visto fermarsi un solo momento. Lui, nato ala sinistra, quasi “adattato” in posizione di terzino mancino. Una delle poche scelte azzeccate da Archimede Graziani. Con l’approdo di Bucaro, il suo rendimento non fa altro che migliorare, giornata dopo giornata. Straordinario l’assist per De Vena nello spareggio di Rieti. Ah, non dimenticatelo, è un 2000.

Niccolò DONDONI (Voto 6): Più ombre che luci nel girone d’andata, poi un’importante crescita nelle prime uscite con Bucaro in panchina. Viene inevitabilmente oscurato dalla coppia Morero-Dionisi.

Rocco PATRIGNANI (Voto 4): Non è nostra intenzione dare addosso al ragazzo classe ’99, ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che sia stato uno dei punti deboli dell’Avellino di Graziani. Clamoroso l’errore di Aprilia. Con l’arrivo di mister Bucaro, oscurato dall’ottimo Betti, non ha visto più il campo.

Vladimir MIKHAYLOVSKIY (Voto 5): Classe ’97, non ha certo dato le garanzie richieste dallo staff tecnico biancoverde, sia con Graziani che con Bucaro (poco prima di andar via). Non il peggiore del reparto difensivo nel girone d’andata, ma non adatto a una piazza ambiziosa ed esigente come quella irpina.

Nicolas MITHRA (S.V.): Non pervenuto. Da lui ci si aspettava sicuramente qualcosa in più, ma i problemi fisici lo hanno tenuto lontano dal campo per gran parte del campionato.

Michael SCARF (S.V.): Chi l’ha visto?

Andrea NOCERINO (Voto 5): Dopo un discreto esordio, si è perso. E ha perso anche la fiducia del mister e dei tifosi. A dicembre ha comunque scelto la piazza giusta, andando a Lecco e centrando la promozione in Serie C con i blucelesti.

Rafal URBANSKI (S.V.): Un “fantasma” all’interno dello spogliatoio biancoverde. Nella sessione di riparazione, il classe 2001 si è trasferito in prestito al Foggia.

Filippo CAPITANIO (Voto 6): Arrivato a parametro zero nel mese di novembre, così come Di Paolantonio, è stato subito gettato nella mischia, nella speranza di conferire centimetri ed esperienza al pacchetto arretrato in un momento complicato. Luci ed ombre nella sua avventura alla corte del Lupo, che gli ha permesso di collezionare 13 presenze ed un gol al Partenio-Lombardi.

Eddy OMOHONRIA (Voto 5): Pochissime apparizioni per l’ex Mantova, condizionato sin dall’esordio dallo sfortunato liscio di Sassari contro la Torres. Successivamente, gli è sempre stato preferito Betti (giustamente).

Matteo DIONISI (Voto 7.5): Un mastino vero. Il difensore reatino, arrivato dal Latina dopo un girone d’andata tormentato, dimostra subito di avere qualcosa in più rispetto ai suoi predecessori, sotto il profilo dell’esperienza e della cattiveria agonistica. Superate alcune difficoltà iniziali, figlie del classico periodo d’ambientamento, forma una coppia insuperabile con capitan Morero, innalzando un muro che eviterà più di un guaio ai Lupi di Bucaro. Nota a margine: Bernardotto sta ancora sognando il “ruggito” di Matteo.

Lorenzo BETTI (Voto 7): L’esterno toscano, arrivato dal Foggia quasi in sordina, viene immediatamente gettato nella mischia da Bucaro, che gli consegna le chiavi della corsia destra, fino a quel momento affidate ad elementi non all’altezza della situazione. Lorenzo cresce con il passare delle settimane, imparando a farsi vedere con più frequenza in zona offensiva, senza limitarsi al “compitino” in fase difensiva. Una piacevole sorpresa.

CENTROCAMPISTI

Kelvin MATUTE (Voto 7.5): Insostituibile. Il “Gattuso” dell’Avellino è proprio l’ex Juve Stabia , a dir poco decisivo con il suo lavoro oscuro e le sue chiusure sempre preziose e puntuali. Se poi arricchisce il tutto con tre gol, uno più bello dell’altro… Beh, allora non si può pretendere di più. Assolutamente da riconfermare.

Matteo GERBAUDO (Voto 6): Vanta un piede e qualità di categoria superiore, peccato per la scarsa continuità avuta quest’anno. Il ragazzo scuola Juve non si adatta facilmente al 4-4-2 di Graziani, prima, e di Bucaro, poi, ma si rivela ugualmente una buona carta da giocare a partita in corso. Bellissime le sue parole dopo l’importantissimo gol di Trastevere, a testimonianza dello spirito che ha contraddistinto il gruppo irpino nel girone di ritorno.

Francesco BUONO (Voto 5,5): Più bassi che alti per il “ragazzone” classe ’99, che ha provato in tutti i modi a far valere la sua fisicità in mezzo al campo. Più opportunità nel girone d’andata, decisamente meno spazio nella seconda parte del campionato, complice l’affidabilità della coppia Matute-Di Paolantonio.

Alessio TRIBUZZI (Voto 8.5): Beh, che dire. Stiamo parlando del miglior Under del Girone G e, probabilmente, della Serie D 2018-19. Non vogliamo che sia un’overdose di elogi per il numero 19 biancoverde, ma la costanza di rendimento e la qualità delle giocate del ragazzo classe ’98 ci hanno veramente sorpreso. E hanno sorpreso gran parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. Titolare inamovibile sia con Graziani che con Bucaro, fa il solco sulla fascia destra e colleziona la bellezza di 12 gol e 12 assist in 40 presenze. Numeri di un’altra categoria per un giocatore che farà sicuramente strada.

Tommaso CARBONELLI (Voto 5,5): Uno dei reduci dell’Avellino di Taccone aveva lasciato intravedere qualità importanti nel girone d’andata, prima di essere vittima di un lungo infortunio. Praticamente, Bucaro non lo ha mai avuto a disposizione, eccezion fatta per la Poule Scudetto.

Gennaro ACAMPORA (Voto 5,5): Nell’era Graziani, ha rappresentato il classico “sesto uomo” del basket. Discreto il suo rendimento quando veniva chiamato in causa, ma non ha mai fatto la differenza. A dicembre l’addio e l’approdo alla Sanremese.

Alessandro TOTARO (S.V.): Classe 2000 relegato alla Juniores, solo qualche convocazione in prima squadra per lui.

Alessandro DI PAOLANTONIO (Voto 7.5): Arrivato nel mese di novembre a parametro zero, c’ha messo un po’ per prendere in mano le redini della mediana biancoverde. Una volta ultimato il suo percorso riabilitativo, è riuscito ad imporsi con personalità e tecnica, diventando un elemento imprescindibile per l’Avellino di Giovanni Bucaro. Difeso dall’instancabile Matute, ha vestito i panni del metronomo con il vizio del gol, sempre su calcio di punizione, la specialità della casa. Fondamentale la rete di Trastevere, tanto inaspettata quanto preziosa la doppietta contro la Pergolettese in semifinale di Poule Scudetto.

Franco DA DALT (Voto 7): Uno dei primi a crederci anche nei momenti più difficili. Lui, un’impresa così l’aveva già compiuta. Il bis glielo concede l’Avellino, che si affida al suo estro per creare superiorità numerica sulla corsia mancina. Fantastico l’asse costruito con Fabiano Parisi. Difetti? Vede poco la porta (per uno con le sue qualità) ed è troppo innamorato del pallone, ma l’impressione è che lo stia cominciando a capire.

Alessio RIZZO (S.V.): Arrivato dal Catania per far fare il salto di qualità alla voce “Under” in mediana, non ha visto il campo per via di un lungo (quanto cronico) infortunio. Sfortunato.

ATTACCANTI

Alessandro DE VENA (Voto 8.5): 23 gol segnati. Basterebbe questo dato per raccontare la splendida stagione del bomber arrivato in estate dalla Casertana, per trascinare i Lupi a suon di gol nel calcio professionistico. Missione compiuta caro Alessandro, senza di te non ce l’avremmo fatta, stanne certo. Anche nei momenti più difficili, sul tabellino trovavi scritto il suo nome. Piccolo calo tra febbraio e marzo, poi non ha mai tradito le attese. Decisivo anche nella fase a gironi della Poule Scudetto contro Bari e Picerno.

Nicola CIOTOLA (Voto 6.5): “…ma noi abbiamo il nostro Ciotolino che entra e ci fa vincere le partite”, disse mister Bucaro nel post partita di Avellino-Budoni (2-1), una delle tante che ha visto “CN7” subentrare negli ultimi 20 minuti di gioco. Mai una parola fuori posto, da autentico uomo spogliatoio quale è stato. La consapevolezza di avere 35 anni e di non poter più reggere più certi ritmi, ma un piede che “canta” ancora come ai bei tempi. Da rivedere e rivedere il gol realizzato a Colleferro contro la Vis Artena, punto più alto del suo campionato.

Michael VENTRE (Voto 4.5): Per molti: fenomeno in allenamento, brocco in partita. Il risultato? Mister Graziani, dopo averlo bocciato ripetutamente, esclude il ragazzo scuola Inter dalle “rotazioni” e lo spinge a lasciare l’Irpinia. Meteora.

Luigi MENTANA (Voto 5): Tanta fisicità, grande impegno, ma un tasso tecnico (per il momento) inferiore alla categoria affrontata quest’anno dall’Avellino. Nella seconda parte del campionato, ha stretto i denti nonostante un infortunio al ginocchio, per dare un’alternativa Under a mister Bucaro, che ha più volte apprezzato la sua voglia di “fare la guerra”. Oscurato negli ultimi due mesi da De Vena, Alfageme e Sforzini.

Ferdinando SFORZINI (Voto 6.5): Accolto come “il salvatore della patria” nel giorno del Media Day dello scorso settembre, ha dovuto fare i conti con le scorie dei tanti mesi di inattività e con (quasi) inevitabili problemi muscolari. Ha spesso dato la sensazione di doversi necessariamente controllare, in allenamento e in partita, per evitare ricadute e rimanere a disposizione dello staff tecnico. Nonostante la carta d’identità non lo aiuti, riesce ugualmente ad essere decisivo nel girone di ritorno, con due gol importantissimi contro Ostia Mare (su rigore) e Budoni. Alla sua seconda esperienza in biancoverde, chiude la stagione con 11 reti in 33 apparizioni (compresa la Poule Scudetto).

Luis Maria ALFAGEME (Voto 4.5): La più grande delusione dopo l’imponente mercato di riparazione. Arrivato con tantissime aspettative, dopo la querelle legata al suo tesseramento, non incide mai e risulta sempre piuttosto “timido” in mezzo al campo. Spesso acciaccato e condizionato da un ginocchio “ballerino”, assume un atteggiamento a tratti irritante all’interno del terreno di gioco. Bocciato.

Eleoenai (Leo) TOMPTÈ (Voto 5): Tanta (tantissima) corsa abbinata a poca qualità per un campionato difficile come quello di Serie D. La prestazione di Ladispoli all’esordio e alcune uscite successive avevano probabilmente illuso il popolo irpino, che si è presto dovuto ricredere. Dopo alcune parole al veleno di Graziani in conferenza stampa, non ha più visto il campo.

Vincenzo PEPE (Voto 6.5): Seconda esperienza in biancoverde per lui, dopo quella di 10 anni fa in Serie B. Sempre falcidiato da problemi fisici, non riesce mai a dare (realmente) il suo contributo alla causa. Sbaglia anche il rigore in finale di Poule Scudetto contro il Lecco, chiudendo un’annata assolutamente incolore a livello personale.

ALLENATORI

Archimede GRAZIANI (Voto 4.5): Oltre a sbagliare l’approccio con la piazza e con la stampa, dà spesso l’impressione di non avere tra le mani le redini dello spogliatoio. La disfatta casalinga con il Trastevere è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Il suo esonero arriva anche con un po’ di ritardo, ma è anche vero che ha potuto contare su un organico decisamente inferiore rispetto a quello apprezzato nel girone di ritorno.

Giovanni BUCARO (Voto 7): Come tutti, non ha la bacchetta magica e all’inizio si è visto. Alla sua seconda esperienza in biancoverde da allenatore, Bucaro ci mette poco a mettere da parte il suo 4-3-3 di stampo zemaniano, per lasciare spazio a un 4-4-2 a trazione anteriore che ha valorizzato al meglio le caratteristiche degli esterni irpini. Fondamentale il lavoro sulla psiche dello spogliatoio, spesso abbattuto dai gol segnati in extremis dal Lanusei, anche dopo il fischio finale di Latina. “Si è creato qualcosa di magico”, è proprio vero mister. Grazie.

(Foto in Evidenza: LND)

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