Pagelle Seconda Serata Sanremo 2023 in Avellinese

PAGELLE SANREMO 2023 – A 24 ore dal folle show di Blanco sul palco del Teatro Ariston, abbiamo avuto modo di apprezzare (accussì si rice) gli altri 14 cantanti in gara, fin quando le palpebre e il cervello hanno detto stop. Scopriamo insieme le pagelle della seconda serata di Sanremo 2023, rigorosamente in Avellinese, a cura di Francesco Guarino.

Le Pagelle della Seconda Serata di Sanremo 2023 in Avellinese

‘A BELLELL’

Francesca Fagnani: voto La7. Ingresso mozzafiato che punta tutto sulla trasparenza. A differenza dei bilanci della Juventus. Legge da sola un monologo in cui parlano più persone, a dimostrazione che c’è sempre lavoro per gli amici di Villa dei Pini. PAZZA IDEA

CHI S’A CANTA E S’A SONA

Will – “Stupido”: voto 5,5. Cambia il titolo del brano all’ultimo momento, perché Stordo era già brevettato. Col look total white si guadagna un’estate ‘ngoppa Campo Genova come stagista di Generoso ‘o biancoverde. CONO O COPPETTA?

Modà – “Lasciami”: voto 4,5. Anche noti come “La palla destra degli Amon-Ra”, si presentano in abito da cameriere che si abbinerebbe benissimo al reddito di cittadinanza. E invece no, anna canta’. A metà esibizione i non udenti hanno chiesto di togliere i sottotitoli, perché era anche troppo per loro. AMPLIFON

SetHu – “Cause perse”: voto 6. Premiato come miglior Cosplayer di Fantaghirò, ha dei lontani parenti di Chianche, che non appena lo hanno scoperto hanno chiesto di passare alla provincia di Benevento. O MUNACIELLO

Articolo 31 – “Un bel viaggio”: voto 41 BIS. Dj Jad ai piatti, J-Ax a bicchieri e stoviglie: portano una ventata di nostalgia sul palco dell’Ariston, ma la DIGOS dopo aver annusato ritiene che non si tratti solo di nostalgia. SEMBRA TALCO MA NON È

Lazza – “Cenere”: voto 7,5. Scambia il palco dell’Ariston per la console del Miss e chiede un Angelo Azzurro ad Amadeus per sciacquarsi l’ugola. Il pezzo spacca di brutto. Vi dico cosa a fine festival. A FACC RO LAZZO

Giorgia – “Parole dette male”: voto 6. Testo di Luca Giurato. Giorgia si mangia letteralmente il palco, ma ogni tanto ci volesse puro ‘na fella ‘e caciocavallo impiccato. IO SONO NGIONGIA

Colapesce e Dimartino – “Splash”: voti (dopo il tuffo) 6,5 – 7 – 6 – 6,5 – 8. Un po’ Dalla, un po’ Battisti, un po’ cover band dei Jalisse. Canzone scritta la scorsa estate a piazza Libertà mentre quillo pepe si steva vottanno rint’ a funtana. COLAPESCE E PESCE POOO POOO POOO

Shari – “Egoista”: voto 4. Ha registrato un brano con Salmo come lettore mp3 ed è andata in tour mondiale con il Volo nel bagaglio a mano. Ma se la senti parlare, al confronto Capocastello è l’Accademia della Crusca. LUPA DI SERINO

Madame – “Il Bene nel Male”: voto 6,5. Stamattina non ha fatto colazione, perché al bar c’era solo latte vaccino. Ha ottime doti vocali, peccato che quando canta si sentano solo le consonanti. ASTRAZENECA NASCENTE

Levante – “Vivo”: vo(l)to Santo. Ha uno stacco di coscia quanto il ponte della Ferriera. Racconta la depressione post-parto, quella che l’ha portata ad andare da Felice il re della Zeppola e strafogarsi 3 graffe con la Nutella. HA SOFFERTO, MA ANCHE SOFFRITTO

Tananai – “Tango”: voto 7. Fiore all’occhiello e caccola nell’occhietto, sorprende con una ballad romantica, dimostrando di non saper solo ruttare nel microfono. “Tango”, perché i Super Santos erano finiti. UNA MACCHIA DI ARANCIONE IN MEZZO AL BLU DIPINTO DI BLU

Rosa Chemical – “Made in Italy”: voto 6. Unisce le atmosfere dello Sponz Fest alla vitalità del Balkan Folk, riuscendo nell’impresa di prendere gli schiaffi sia da Vinicio Capossela che da Goran Bregovic. Ho visto banchi delle medie con meno scritte della sua faccia. CANDELORA

LDA – “Se poi domani”: voto 5,5. Il padre ha iniziato coi matrimoni, non sarebbe una cattiva idea se continuasse su quella strada. In cucina, magari. Rapper neomelodico, nel senso che dice parole a caso e il suo neo è la melodia. Disco di platino, rubato dalla valigia di Mengoni mentre scendeva a piazza Macello. LUIGI DA LESSO

Paola e Chiara – “Furore” voto (cosa a) 3. Sbarcano sul palco reduci da una festa al Bier Hall, quello con la gestione attuale dove le macchie sul pavimento non sono di birra. Coreografia, lustrini e perline sul viso di dubbia provenienza: sembra abbiano anche cantato, ma eravamo troppo impegnati a contare i bonus del FantaSanremo. FA SCHIUMA MA NON È UN SAPONE

Francesco Guarino

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