#roadtoFinal8: ci avviciniamo alle Final Eight di Firenze, la Scandone parte da numero 1 del tabellone e affronterà Cremona. Noi di YSport stiamo intervistando i protagonisti della storica vittoria della Coppa Italia del 2008. Dopo Peter Lisicky, tocca a Nikola Radulovic. Dieci anni dopo abbiamo avuto la fortuna di porter parlare con l’ex cestista biancoverde.
Un ragazzo di cuore, serio, disponibile e gentile ci ha parlato della sua vita, della sua esperienza ad Avellino, bacchettando un po’ quei tifosi di Avellino che criticano Sacripanti…scopriamo perchè in questa intervista del lungo croato ai microfoni di YSport.
Ciao Nikola come prosegue la tua vita? Cosa stai facendo dopo la tua attività da cestista?
“Dopo aver chiuso la carriera nel 2012 a Scafati oggi vivo in Croazia ed ho un ristorante-pizzeria, qui si mangia tutto italiano. Mia moglie lavora in uno studio dentistico, c’è gente che arriva addirittura da Avellino ma anche da Brindisi. C’è un gran giro di italiani”.
Perché hai scelto di giocare con la maglia della nazionale italiana? Il tuo ricordo della magica notte di Atene 2004, cosa porti con te di quella esperienza?
“Ho avuto la possibilità di prendere cittadinanza italiana, per diversi motivi non potevo giocare con la nazionale della Croazia, non perchè non fossi bravo abbastanza. Grazie a Bogdan Tanjevic e Carlo Recalcati ho avuto la fortuna di giocare per la Nazionale. In Italia non mi sono mai sentito straniero nonostante non parlavo bene la lingua. Il mio ricordo è quello di persone ed uomini stupendi.
Il risultato ottenuto è merito di giocatori che in quel gruppo avevano una personalità incredibile”.
La Scandone Avellino, 3 anni trascorsi qui in Irpinia, la coppa Italia, l’Eurolega, qual è il momento più bello vissuto con la maglia della Scandone?
“I momenti belli sono stati tanti ad Avellino, non solo la Coppa Italia. Ogni partita, giocare per Avellino è stata una cosa splendida perchè i tifosi trattavano benissimo la nostra squadra, una città che vive per il basket. Non è facile trovare città che hanno questa cultura, spesso i tifosi ci sono solo nei momenti delle vittorie per poi abbandonarti quando ci sono le sconfitte. E’ facile fare i tifosi così, ad Avellino, invece, i tifosi erano sempre dietro di noi, sia nel bene che nel male e questo è un qualcosa di molto speciale, di molto importante per un giocatore”.
Segui la Scandone Avellino di coach Sacripanti? Cosa pensi di questa squadra?
“Vedo Sacripanti come guida la squadra, ho un impressione ottima su di lui, mi piace il suo modo di far giocare la squadra. E’ molto bravo a scegliere i giocatori insieme al GM; anche se la gente qualche volta non è d’accordo lui ha il coraggio di rischiare e di fare risultato, questa è una cosa che mi piace tantissimo di lui. Bisogna rispettare questo allenatore, incitarlo e stargli dietro anzichè criticarlo.
E’ bello vedere Avellino che gode di questa continuità anche in Europa, ho avuto il piacere di vedere la Scandone a Zagabria lo scorso anno. Il livello è molto alto ed i giocatori devono sentirsi fortunati a giocare in una realtà importante come Avellino. Sono contento che si è creato questo clima che fino al 2007 forse non c’era, Avellino è cresciuta moltissimo in questi ultimi 10 anni.
Prima che arrivassi io ad Avellino si facevano 2 passi indietro ed uno in avanti, da quando sono arrivato in Irpinia ad oggi, la Scandone ha sempre fatto 2 passi avanti ed uno indietro. Sono molto felice per questo. C’è un livello altissimo ad Avellino sia come dirigenza, tifosi, giocatori, staff, tutto, questo è molto importante per la lega italiana”.
Quando verrai a farci visita ad Avellino? Questa città è molto legata a te ed alla tua famiglia, in Irpinia sei uno dei giocatori più amati della storia, quali sono i ricordi del tuo trascorso ad Avellino e cosa ti senti di dire a questa città?
“Non so quando ma verrò, io e mia moglie siamo amici della città, amici veri di Avellino, anche chi è non tifoso del basket ci porta nel cuore e questo è bellissimo. L’Irpinia è il posto giusto, porto con me solo cose positive, sono spesso in contatto con gente di Avellino. I miei 2 figli sono nati nella clinica Malzoni, il ricordo più bello della mia vita ovviamente sono loro e basterebbe questo per dire cosa significa per me Avellino. E’ una città che resta nella mia vita, amo i tifosi di Avellino, sono molto felice di aver regalato loro il trofeo della Coppa Italia che resta lì”.
Hai qualche aneddoto da raccontarci dei 3 anni vissuti qui ad Avellino?
“Sicuramente le canzoni per i giocatori erano molto simpatiche e divertenti, ai tifosi di Avellino mi sento di dire che mi dispiace molto non essere venuto prima del 2007, avrei voluto finire la mia carriera con la maglia biancoverde ma purtroppo non è stato possibile. Il trattamento che avevano i tifosi di Avellino per noi giocatori è un qualcosa che non dimenticherò mai”.
Nei 3 anni vissuti ad Avellino chi è il giocatore con il quale hai legato di più e perché?
“Marquees Green: ho legato tantissimo con lui, è un play che mi piace, mi sentivo davvero bene a giocare con lui. E’ un giocatore che non pensa a se stesso quando gioca ma alla squadra. Mi piaceva tantissimo giocare in quel modo, Green è un grande perchè riesce a non essere egoistico.
Devin Smith è stato un giocatore che ho apprezzato tanto per il suo talento, infatti ha avuto una carriera straordinaria al Maccabi. Poi Williams, non c’è bisogno di aggiungere nulla su di lui…
Giocare con Green mi ha fatto fare un importante passo in avanti nella mia carriera cestistica.
Lisicky era un ragazzo speciale Peter, poteva segnare 10/10 da tre e non c’era da meravigliarsi.
Ogni singolo aveva qualcosa di speciale, anche Boniciolli. Sarò un po’ impopolare, lo so, ma quando è andato via lui mi è dispiaciuto molto perchè se fosse rimasto lui sarebbe rimasto tutto il gruppo e credo che avremmo potuto fare ancora meglio l’anno dopo. Purtroppo è andata così per altri motivi e questo mi dispiace ancora oggi”.
Un pronostico secco: chi vincerà lo scudetto quest’anno?
“L’Olimpia Milano, ma non mi piace come giocano”.
Un abbraccio Nikola, a presto.
“Anche a voi, vi porto sempre nel cuore, ciao!”.