Nando De Napoli, protagonista della trasmissione “Leggende” in onda su Sport Channel 214, ha ripercorso la sua carriera in maglia biancoverde e i traguardi raggiunti grazie ai risultati conquistati all’ombra dello Stadio Partenio di Avellino.
“Io sono nato a Chiusano, in mezzo alla strada. Un giorno – ha raccontato De Napoli – un signore mi notò e mi portò alla Mirgia di Mercogliano, dove Sibilia mi prese e mi portò all’Avellino. Il Commendatore è stato molto importante per me, devo dire la verità. Ho iniziato a giocare in Primavera e in prima squadra mi allenavo con la prima squadra di Veneranda, che non mi considerava. Poi l’arrivo di Ottavio Bianchi cambiò tutto: da quel momento in poi, non uscii più dall’undici titolare. Poi, il Mondiale dell’86 è stato l’apice della mia carriera: arrivarci con la maglia dell’Avellino è stata la gioia più grande.”
(Video: Sport Channel 214)
Sulla Serie A degli anni ’80: “Ci divertivamo proprio perché c’erano giocatori importanti. Da Platini a Boniek, passando per Zico e Cerezo. Mi sono divertito proprio tanto. Quando giochi per la tua città, devi dare qualcosa in più. Proprio per questo, il mio comportamento dentro e fuori dal campo è stato esemplare. Davo tutto, mi concentravo sulla partita e non mi fermavo mai”.
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