Non si dà pace Giorgio Perinetti. Il direttore dell’area tecnica dell’US Avellino, nel giorno dei funerali della figlia Emanuela, ha raccontato gli ultimi momenti vissuti con lei a Milano. Un dolore immenso, una tragedia che ha devastato la famiglia del dirigente capitolino, che nel 2015 aveva già perso la moglie per un tumore al seno.
“Lottava con l’anoressia, – ha rivelato Perinetti alla Gazzetta dello Sport – ma perché si è lasciata spegnere? Non riusciamo a capire, l’altro giorno quando mi ha detto che aveva “parlato” con la madre, ho capito che non c’era più nulla da fare. Non riusciamo a capire perché si sia lasciata spegnere così”, ha ribadito.
Emanuela era stata ricoverata al Fatebenefratelli dopo una caduta in casa. Il suo corpo e la sua mente stavano lentamente cedendo a causa dell’anoressia. “I medici hanno fatto il possibile, sono stati bravissimi – ha precisato Perinetti -. Lei si preoccupava per me, e mi diceva che tutto andava bene. I professionisti che la seguivano le piacevano, ma forse lo diceva solo per tranquillizzarmi, perché quello preoccupato ero io.
Amava il suo lavoro, era felice – ha proseguito papà Giorgio -. Le avevo detto di una promessa fatta alla mamma, per vederla guarire, e lei mi diceva che ce l’avrebbe fatta. Invece l’altro giorno, quando mi ha detto che aveva “parlato” con lei, ho capito che non c’era più nulla da fare. E da allora mi chiedo come sia possibile spegnersi così, senza nessun problema economico, professionale o sentimentale”.
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