Situazione paradossale, ma non troppo, in casa Ternana. Pur essendo reduce da un mercato faraonico, che ha visto approdare all’ombra del “Liberati” giocatori come Curcio, Cianci, Damiani e Vannucchi, senza dimenticare gli ex Avellino Tito ed Aloi, la piazza rossoverde è piombata nuovamente nello sconforto. E tutto questo all’indomani di una vittoria, la prima in questo campionato. Dal 3-0 al Pineto alla probabile cessione delle quote da parte del presidente Nicola Guida, subentrato nel luglio 2023 al vulcanico Stefano Bandecchi (oggi Sindaco di Terni).
Chi c’è dietro l’imminente passaggio di proprietà? L’imprenditore laziale Benedetto Mancini, già noto nel mondo del calcio e più volte associato a diverse realtà. Dalle discutibili gestioni di Latina e Rieti al fallimento del Calcio Catania nell’aprile 2022, passando per la mancata iscrizione del Palermo in Serie B e il deferimento di 18 mesi (appena scontato) per il caso Giarre, club escluso dalla Serie D nell’estate 2022. A spaventare la tifoseria umbra, che ha ampiamente manifestato il suo dissenso nelle ore successive a Ternana-Pineto, è proprio il curriculum di chi sarebbe intenzionato a rilevare la società. Mancini, che si è sempre dichiarato una delle vittime dei fallimenti sopracitati, rappresenterebbe in Italia la TimeNova Holding SA, società con sede legale in Lussemburgo, che prenderebbe il posto della Pharmaguida, azienda fondata nel 2004 dall’attuale numero uno delle Fere. Una holding che, peraltro, aveva provato ad acquisire i rivali del Perugia lo scorso luglio, ma senza particolare fortuna.
Lo stesso Mancini, che non ha mai smentito lo stato avanzato della trattativa, ha annunciato l’arrivo delle prime firme dal notaio nel pomeriggio odierno, confermando l’intenzione di portare avanti il progetto “stadio – clinica” ideato da Bandecchi, che comprende la totale ricostruzione del “Liberati” e la creazione di un polo universitario che formi professionalità legate alla medicina dello sport. Le cifre dell’operazione? Le parti avrebbero raggiunto un accordo sulla base di 4 milioni di euro, più la garanzia di un immediato aumento di capitale tra i 4 e i 5 milioni, che garantisca il regolare pagamento degli emolumenti e consenta ai tesserati di vivere con serenità il prosieguo della stagione 2024/25.
Il tutto, in una giornata che ha visto la Ternana venir fuori con un comunicato tanto scarno quanto significativo, capace di alimentare veleni, polemiche e contestazioni attorno all’attuale proprietà: “La Ternana Calcio, – si legge – in merito agli adempimenti federali con scadenza 16 settembre inerenti il versamento delle ritenute Irpef per le mensilità di maggio e giugno 2024 e dei contributi Inps di giugno 2024, comunica di aver parzialmente ottemperato al pagamento dei suddetti“. Appunto, parzialmente. Cosa significa? Deferimento in arrivo, con conseguente penalizzazione di 2 punti da scontare nell’annata corrente.
Intanto, sotto il profilo tecnico, si respira aria di smobilitazione. Dopo aver costruito una squadra importantissima, garantendo stipendi e prendendo impegni con calciatori di tale caratura, il primo a lasciare potrebbe essere proprio Diego Foresti, direttore generale che ha reso grande il Catanzaro, portando il club di Floriano Noto ad un passo dalla Serie A. Al suo posto, qualora trovassero riscontro le recenti indiscrezioni, si accomoderebbe Riccardo Fabbro, manager romano ed ex dg dell’Arezzo.
E i calciatori? Loro attendono, lavorando in un clima surreale in vista della trasferta di Pesaro, in programma fra due giorni. A gennaio, però, non si esclude che Terni possa diventare terra di conquista, in chiave mercato. L’obiettivo, ora, è salvare la Ternana, con l’auspicio che taluni personaggi non ripercorrano le orme di un passato poco trasparente.