Avellino-Entella: la conferenza stampa di Biancolino pre partita

AVELLINO CALCIO – Alla vigilia, Raffaele Biancolino è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida casalinga con la Virtus Entella, in programma domani alle ore 15. Qui di seguito tutte le dichiarazioni rilasciate dal tecnico biancoverde.

Le dichiarazioni di Biancolino alla vigilia di Avellino-Entella

Queste le parole di Raffaele Biancolino, che ha voluto aprire la conferenza mandando un messaggio a Dino Manganiello, radiocronista di Radio Punto Nuovo che ha accusato un malore nel dopo gara di Carrarese-Avellino: “Ci tengo a mandare un grande abbraccio a Dino, che oggi ancora non vedo qui e spero di vederlo al più presto, perché è un Lupo come noi e lo aspettiamo presto.

La settimana? La squadra sta bene, è stata una settimana particolare, con un giorno in meno di recupero e tante energie spese a Carrara. Dobbiamo pensare anche all’impegno di martedì, ma oggi solo testa all’Entella.

Le condizioni dei singoli? Cancellotti sta bene, un po’ affaticato, ma sta bene. Abbiamo perso Sounas per qualche giorno, credo che per una settimana non sarà disponibile. Dovrebbe essere un semplice affaticamento (all’adduttore, ndr), spero di recuperarlo per la prossima in casa. Rigione? Non è disponibile ad oggi, spero di poterlo recuperare già per martedì, perché nella difesa a tre sarebbe importante. Tutino? Ho visto che ha ricominciato a correre, anche da Instagram… Ma i tempi di recupero sono quelli insomma. Stesso discorso per Favilli, D’Andrea e lo stesso Patierno, che è quello che recupereremo prima. Ci vuole ancora qualche settimana però.

L’alternativa a Sounas? Lì in mezzo siamo ben assortiti, tra giovani di prospettiva e giocatori di grande esperienza. Ci può stare con Besaggio a due, ma si può tornare anche a tre tranquillamente. Dipende sempre da chi andiamo ad affrontare, se ti mettono qualche giocatore tra le linee e hai bisogno di un centrocampista in più, ci stiamo lavorando. Non siamo ancora al 100%, stiamo cercando di trovare la linea giusta là dietro, mettendo i giocatori nella migliore condizione possibile. Dipende dall’equilibrio della squadra, da quello che vuoi fare, poi sono loro che mi danno le risposte migliori.

Cagnano braccetto mancino? Lo ha fatto, così come lo ha fatto a Carrara, anche se eravamo in 10. Non può avere la spinta che può avere Cancellotti da braccetto, in fase di impostazione, ma sono tante soluzioni che proviamo e che stanno nella mia testa. Vediamo quel che si può fare. Dobbiamo adattarci anche agli altri, a livello di equilibri.

Che partita aspettarsi? Sicuramente giochiamo in casa, bisogna prendere subito di petto la partita, ma stando attenti allo stesso tempo. Una squadra che ti lascia giocare, ma che poi ti attacca con tanti giocatori. Il loro braccetto, Parodi, ti arriva fino alla bandierina. Ti lascia giocare, ma appena può ti attacca con tanti uomini.

Cambio modulo? Il 3-5-2 è una delle soluzioni, soprattutto in fase di non possesso, poi a me piace giocare con il trequartista, vediamo. Crespi? Io voglio ancora vedere il Crespi che conosco io. Sì ha fatto gol, ha fatto bene, ma voglio vedere il Crespi che voglio io, non è che viene senza maglietta a petto in fuori… Deve correre molto di più di quello che sta facendo.

Lescano? Ragazzo che sta bene e che rispetta sempre il gruppo. L’attaccante vuole giocare, ma arriverà anche il suo momento. Importante anche con partite di sacrificio come a Carrara, dove è difficile spezzare il fiato con le sue caratteristiche, in un momento di grande sofferenza.

Che squadra ho? Una squadra pazza e bella, ma una squadra che può fare ancora molto molto di più.

Problemi difensivi? Abbiamo preso gol stupidi diciamo, perché anche con il Monza ne abbiamo preso uno un po’ strano, in mischia. Dobbiamo migliorare tutti, ma non solo come reparto difensivo o come singoli.

Alzare l’asticella? Non ce lo possiamo permettere, perché ad oggi non abbiamo fatto niente e se pensiamo di essere chissà chi, ci facciamo male. È un campionato difficile, lungo, in cui non bisogna avere paura di nessuno, ma bisogna anche rispettare tutti. Non bisogna pensarla così, perché non possiamo permettercelo.

Il gruppo? La ricetta è essere sincero con tutti, non fare quello che è stato fatto a me. So quello che sente il giocatore, so quello che mi ha ferito e quindi mi metto dall’altra parte. La sincerità, anche dicendogli in faccia che non lo vedi o che non gioca, è la miglior cura. Uno lo può accettare o meno, ma una volta che te lo dico… Tutti vogliono giocare, ma l’allenatore deve fare delle scelte, sbagliando o no. Basta essere chiaro, sincero. Chi non gioca è scontento, ma io voglio questo, voglio il giocatore arrabbiato, con il fuoco dentro e il sorriso sulle labbra.

Lo staff? Ho portato un po’ di appartenenza in più, far capire ai ragazzi cosa vuole il popolo irpino. Non abbassare mai il livello di attenzione, da parte di tutti, da Raffaele a Pasquale, che sono difficili da tenere. Guai a toccare questa maglia”.

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