AVELLINO CALCIO – All’indomani della pesante sconfitta casalinga con il Messina e a due giorni dalla partita di Potenza, il direttore Giorgio Perinetti è intervenuto ai microfoni di Prima Tivvù, nel corso del programma “Contatto Sport”, per fare il punto sul momento dei Lupi. Dai problemi registrati al “Partenio-Lombardi” alla contestazione della Sud nei confronti di Pazienza, passando per le scelte di gennaio e gli ostacoli da superare. Con un occhio a classifica e obiettivi.
Tutte le dichiarazioni di Giorgio Perinetti
Queste le parole del direttore Perinetti ai microfoni di Prima Tivvù: “Due sconfitte contro due squadre in forma. Sconfitta che fa male, il mister e il capitano hanno sentito di dover chiedere scusa alla piazza. La reazione dei tifosi è stata giusta. Ma nel calcio bisogna pensare anche a domani altrimenti cosa facciamo, ci fermiamo? Bisogna reagire e guardare avanti, direi che per fortuna c’è un impegno immediato per provare a riscattarci. La squadra stamattina era rammaricata e deve cercare di reagire. Qualcosa il mister sta provando a fare per cercare di porre rimedio a questa situazione che in casa sta diventando davvero pesante.
Equilibrio? Parliamo di Monopoli, di vittoria brutta sporca, non bella. Invece c’è da trovare equilibrio sulle cose e sulle analisi. La Juve Stabia è meritatamente prima perché ha carattere e ha energia. Hanno meriti indiscussi, hanno 10 punti su di noi e sul Benevento, non so quanti sul Crotone. Insomma, sta facendo un percorso straordinario”.
Pazienza? Ci siamo confrontati ieri sera e stamattina. Non c’è nessun problema, ma è chiaro che siamo sotto le stelle. I risultati in questo momento sono chiari. La contestazione di ieri è stata giusta, deve indurci a far meglio e a farci riflettere. La voce su Clotet? Ho un gran rapporto. È venuto al mio compleanno, ma chiariamo, non verrebbe mai ad Avellino in questa categoria. È giusto parlarne per chiarire questa news che è uscita. Che sia stato ospite in studio ad Avellino non c’entra nulla su scelte future, poi c’è bisogno di equilibrio. Non possiamo mai sempre passare da 10 a 100 o da 100 a zero. Pazienza quando è arrivato sembrava avessimo preso il miglior allenatore del mondo, oggi invece è l’ultimo arrivato. Serve equilibrio. Sono arrivato a luglio e credo che in questi 6-7 mesi si siano fatti enormi passi in avanti. Ricordando da dove veniva l’Avellino la scorsa stagione. Serve equilibrio nei commenti, è normale, il momento, per i risultati interni, non è facile, cercheremo di trovare le soluzioni quanto prima.
Le parole di Tito? Ha dimostrato responsabilità, chiedendo scusa. Ha detto di non aver mai visto uno spogliatoio così unito. Non ci sono frizioni. Il problema è che nemmeno loro riescono a spigare queste difficoltà in casa. Li stiamo aiutando a pensare solo al campo. Se pensiamo partita dopo partita probabilmente faremo meglio. Cerchiamo di portare la mentalità che mettiamo in trasferta anche in casa. Ora dobbiamo reagire, non possiamo solo piangere sul latte versato. Bisogna evitare di fare errori, come i gol subiti, con il Sorrento e con il Messina, in modo da non dover inseguire e quindi non aggiungere un peso ulteriore al fatto che non si vince in casa da mesi. Poi magari migliorare certe situazioni da palle inattive dove si può provare ad essere e più incisivi.
Stagione fallimentare? La Cremonese ha impiegato nove anni per vincere la Serie C. Otto Vigorito con il Benevento, sette il Lecce. Nel Girone A sta vincendo una squadra che faceva l’interregionale. A Trieste hanno speso 17 milioni, cito fonti ufficiali. Sono venuto qui per portare l’Avelino in Serie B ma parto dal 14esimo posto della scorsa stagione. Di quelli che abbiamo ceduto solo tre stanno facendo bene: Kanouté, Murano ed Illanes. Sei sono riserve, uno è infortunato e quattro sono stati ceduti. Riparto da questo dato. Sto cercando di portare l’Avellino per competere per il primo posto, altrimenti ci giocheremo le nostre carte alla lotteria dei play-off.
Divergenze con Pazienza? Le presunte divergenze tra me e Pazienza sul mercato non sono vere, come ho letto e sentito. Potete chiamare Conte e Inzaghi e capirete che parlo sempre col mister in merito alle scelte dei calciatori. Il mercato di gennaio è stato improntato sulle scelte di Pazienza. De Cristofaro e D’Ausilio giocavano con Pazienza e li conosceva bene. Llano lo aveva visionato il mister e dopo una analisi lo abbiamo ingaggiato. Starita lo avevamo preso poi qualcuno, dopo averci dato una stretta di mano, è sparito. Rocca è un calciatore conosciuto e voluto da Pazienza. Prendere Liotti era un’occasione troppo ghiotta da svincolato. Adesso è pronto e darà una grossa mano.
La trasferta di Potenza? Le insidie sono le solite. È un squadra che ad inizio stagione era pronosticata come outsider del campionato, almeno da zona playoff, anche perchè aveva investito molto. C’è un clima particolare e vorranno riscattarsi perchè vengono da un periodo complicato. Fuori casa abbiamo sempre risposto in maniera positiva e spero di continuare. Mi auguro sia ancora così nonostante qualche acciacco e le energie spese ieri.
Il presidente? È sempre presente nei momenti decisivi. Dopo la sconfitta era negli spogliatoi a confortare la squadra e a caricarla. Oggi sono in difficoltà io con lui per tutti gli sforzi fatti. Siamo doppiamente in debito con lui. Ha fatto e sta facendo sacrifici importanti per questa squadra. Si fa sentire anche senza sbattere i pugni sul tavolo. L’ho sempre detto, è un presidente del calcio di una volta, che ti ascolta e ti lascia parlare e con lui, lavorare è straordinario. Poi, vi racconto anche un altro retroscena, per farvi capire la volontà dello stesso presidente: noi, a Marconi avevamo trovato una sistemazione l’ultimo giorno di mercato, per sgravare la società dall’ingaggio più importante che abbiamo, vista la presenza di altri attaccanti. Marconi, sappiamo tutti, è un calciatore importante che abbiamo ereditato dalla gestione precedente. Avevamo trovato una sistemazione in questa categoria, in un altro girone, ma il presidente si è confrontato con Pazienza e ha scelto di confermarlo, facendo un ulteriore sacrificio.
La contestazione a Pazienza? È scosso ma è normale. Mi auguro che tutto ciò possa spronarlo ma è normale e giusto lo sfogo della Curva Sud. Ad Avellino il calcio è quasi una religione, è una piazza che accomuno alle top piazze in Serie A. Il mister forse è rimasto rammaricato per qualche parola, tipo presuntuoso, che non gli si addice. Però lo si accetta e si va avanti, cercando di rispondere alle contestazioni sul campo. È uno fermo sulle sue idee, convintamente, ma presuntuoso no.
Cosa manca in casa? In Italia siamo maestri di tattica, ormai ci si studia nei minimi dettagli tutto. Mazzone diceva che la tecnica è il cibo dei ricchi, la tattica quello dei poveri. Tutti, dopo le quattro reti al Monopoli, hanno preso le contromisure ma in casa è sempre più difficile. Mi auguro che presto possiamo toglierci questo peso da dosso, perchè capisco che più passano partite senza vincere al Partenio e più diventa un peso enorme.
Arbitraggi? Non parlo degli episodi, a me non piace la gestione. Col Sorrento Ricciardi prende un calcio che ci è costato il forfait del calciatore per due partite e mezzo. Le ammonizioni di Sgarbi e Patierno per simulazione ci hanno tagliato le gambe e non potevamo più pressare, limitando i nostri attaccanti. Gli arbitri che consentono sistematicamente quello consentito a Baldi in Avellino-Juve Stabia non è regolare. L’intervento di Leone con la Juve Stabia, in occasione del rigore, era da rosso e quindi stavamo parlando di altro. L’Avellino in casa è stato tartassato di cartellini gialli mentre agli avversari è stato consentito sistematicamente di picchiare.
Il torneo di Viareggio? Ho voluto fortemente che l’Avellino partecipasse a questa manifestazione. La presenza è molto importante e sono contento che la società abbia aderito. L’Avellino non lesina nulla per il settore giovanile. Facciamo un in bocca al lupo ai ragazzi, è una manifestazione internazionale, una vetrina che può far bene all’Avellino. Servirà da esperienza ai ragazzi, e non solo”.
Poi, una precisazione sul “Forza Bari” diventato virale sul web lo scorso 1º febbraio: “C’è stato un equivoco che mi ha molto amareggiato. È stato un momento di goliardia. Non volevo offendere nessuno dicendo “forza Bari” a Ciro Polito e ai giornalisti di Bari. La mia dedizione all’Avellino è totale. Sono mesi che passo in albergo e al campo. Pretendo un minimo di rispetto e non posso essere confutato da una banalità. Vorrei ricordare che il 29 novembre perdevo mia figlia ed ero in ritiro con l’Avellino. Credo questo basti a dimostrare quanto tenga alla causa biancoverde”.
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