Avellino Calcio in Crisi, ora è zona playout: inutile sparare sulla croce rossa

Si dice che la notte porti consiglio, o quantomeno schiarisca le idee. Di sicuro non cancella rabbia ed amarezza, al massimo le affievolisce. All’indomani della sconfitta di Viterbo, però, siamo arrivati ad una conclusione: è inutile sparare sulla croce rossa. Critiche e contestazioni non sono legittime, di più. Ma il punto è un altro e rischia di essere centrale in una stagione che sta assumendo i contorni di un autentico incubo.

La squadra è questa e rimarrà tale almeno fino al mese di gennaio. È un dato di fatto. Chiaro, si può parlare di chi l’ha costruita e di chi ha investito su questi calciatori, di quanto si è investito su questi elementi, ma adesso a cosa serve realmente? Ora è il campo l’unica preoccupazione. Sono le prestazioni e la scarsa tenuta mentale della rosa biancoverde ad aver fatto scattare il principale campanello d’allarme.

Da qui alla fine del 2022 ci sono 11 partite, 33 punti in palio. Poi arriverà il mercato di riparazione, con un nuovo allenatore in panchina e altre 18 gare da giocare sino al termine della regular season. Di domande pertinenti ce ne sarebbero diverse, ma un paio ci tormentano: stare lì a sparare sentenze e a mollare alla 9a giornata, porta a qualcosa? Concretamente, alla disastrosa classifica attuale, può mai aggiungere qualcosa? 8 punti in 9 apparizioni sono già abbastanza difficili da digerire, inutile infierire.

È un gruppo fragile, troppo fragile, che adesso deve tirare fuori qualcosa. Deve dimostrare sul campo, e nello spogliatoio, di essere una squadra che non può lottare soltanto per non retrocedere. Del resto, gli alibi sono finiti. Per tutti. Non c’è inesperienza che tenga, non c’è schema che giustifichi errori banali, non c’è più niente. È solo questione di testa. Anche perché senza quella non vai oltre un pessimo tasso tecnico e rischi di rimanerci nei bassi fondi della classifica.

Umiltà e capacità di guardare in faccia alla realtà. Sabato c’è la Virtus Francavilla, un passo alla volta, senza guardare niente e nessuno, altrimenti il tonfo sarà più pesante del previsto.

La presunzione può portare all’autodistruzione. (Esopo)

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