Avellino Calcio, D’Agostino: “In questo momento, non è bello essere il Presidente”

AVELLINO CALCIO – Il Presidente del club biancoverde, Angelo Antonio D’Agostino, ha parlato del momento vissuto attualmente dall’Avellino di Piero Braglia, in attesa di capire quanti e quali siano i nuovi positivi all’interno del gruppo-squadra. Qui di seguito le dichiarazioni rilasciate dal patron dei Lupi nel corso di Contatto Sport, trasmissione in onda su Prima Tivvù.

“Sicuramente è un momento difficile, – ha ammesso il Presidente D’Agostinonon è sempre tutto in discesa. È normale che ci siano nel corso di una stagione, ma dobbiamo prenderli sempre con un certo ottimismo. Non è facile tra infortuni, casi Covid ed espulsioni, ma credo che stiamo per uscire dalla tempesta. E dopo la tempesta, si aspetta sempre il sereno.

Nelle ultime uscite, sembra che non riusciamo a concludere una partita in 11; abbiamo continui malati Covid e questo non facilita certe le cose, soprattutto durante il lavoro settimanale. In questo momento, non è bello essere il Presidente dell’Avellino: potevamo fare molto molto meglio, non solo dal punto di vista economico ma anche sotto il profilo delle scelte, ma tutti questi problemi ci hanno impedito di fare quanto avremmo voluto. Non sappiamo ancora se giocheremo mercoledì, poi si accavalleranno diverse partite e non è facile disputare un campionato in queste condizioni. Detto ciò, tutte queste cose non devono scoraggiarci e dobbiamo cercare di andare avanti.

Le recenti espulsioni? Mi hanno infastidito tanto, perché a reagire in quel modo sono stati giocatori d’esperienza. Certi atteggiamenti mi hanno portato anche a fare richiami di un certo rilievo, perché non penso che un ragazzo di peso come Maniero possa cadere in certe provocazioni, a maggior ragione con la squadra in vantaggio. Stesso discorso per Silvestri, ovviamente.

Non vogliamo giocare nessun bonus, – ha rivelato il numero uno biancoverde – perché dobbiamo giocare tutte le partite e siamo indietro. Un rinvio non è tra i nostri pensieri al momento, perché dobbiamo giocare e recuperare terreno. Altrimenti si rischia di accavallare partite su partite, quindi preferiamo giocare fin quando ci sarà consentito. Giocatori nervosi? Un po’ li capisco, perché li sottoponiamo a stress continui, tra tamponi e roba varia. È vero che si parte tutti dallo stesso livello, sempre dallo 0-0, ma non dimentichiamoci le pressioni a cui sono sottoposti squadra e staff tecnico.

L’ultima partita con la Paganese? È stata sicuramente diversa rispetto, ad esempio, al pareggio subito in rimonta contro la Turris. Bisognava capitalizzare le occasioni create, perché il rigore si può sbagliare, ma poi deve concretizzare certe palle gol. La squadra nel secondo tempo ha fatto vedere buone cose a mio avviso, serviva solo un po’ più di lucidità sotto porta.

I costi in Serie C? Abbiamo gli stessi oneri delle squadre di Serie B e Serie A, ma non abbiamo nessun introito, nessuna entrata rispetto a quanto ci mettiamo. Questo campionato ci ha tagliato le gambe dal punto di vista degli abbonamenti e degli sponsor, aziende che avrebbero potuto supportarci e sono mancate, così come poi vengono a mancare anche le risorse. Rinviare i pagamenti di un mese, per poi dilazionarli, non serve a nulla: buttare la palla più avanti non serve a niente, serve buttarla in rete.”

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