AVELLINO CALCIO – Giornata importante in casa biancoverde. Nella sala stampa dello “Stadio Partenio-Lombardi”, il Presidente Angelo Antonio D’Agostino ha cercato di dare risposte ai quesiti sollevati nelle ultime settimane da giornalisti e tifosi: dalla chiarezza sugli obiettivi stagionali alle responsabilità dell’area tecnica sul fronte mercato, passando per l’attuale rendimento della squadra e il futuro di mister Roberto Taurino. Qui di seguito le dichiarazioni rilasciate dal patron dell’US Avellino in conferenza stampa.
La conferenza stampa del Presidente Angelo Antonio D’Agostino (Lunedì 26 settembre 2022)
Queste le parole del Presidente D’Agostino in conferenza stampa: “Era doveroso da parte mia farmi risentire dopo l’ultima conferenza stampa, fatta lo scorso maggio. Ho annunciato tempo fa questa conferenza stampa per chiarire qualsiasi dubbio. Lo dico subito: l’Avellino non è mai stato in vendita, l’Avellino è e resta del nostro gruppo. Nessuno ha mai formulato un’offerta per l’acquisizione della società. Ho avuto modo solo di conoscere questo signore, Francesco Agnello, che mi ha proposto un incontro a Roma. Pensavo volesse incontrarmi per questioni politiche, ma alla fine ho capito perché volesse incontrarmi e come avesse rintracciato il mio numero. Ma io ho subito ribadito: l’Avellino non è in vendita, non so perché sia venuta fuori questa cosa. Poi ha parlato di una sponsorizzazione, ma nei giorni successivi non si è fatto più sentire. I programmi, tracciati due anni e mezzo fa, sono gli stessi e non facciamo nessun passo indietro.
Noi abbiamo rilevato la società due anni e mezzo, con tre mesi di sosta forzata per il Covid, per poi uscire ai playoff contro la Ternana al primo turno. Poi, abbiamo fatto un programma per creare una squadra competitiva, importante, che è arrivata fino alla semifinale playoff. Persa per un pelo la partita con il Padova, abbiamo deciso di confermare l’area tecnica, perché imi sembrava giusto dare un’altra possibilità a chi aveva raggiunto tali risultati. È inutile stare qui a ricordare quello che è successo l’anno scorso, tra gestione, problemi a dicembre, adeguamenti e spogliatoio, e tutto il resto. Come ho già detto in passato, io feci un discorso ai calciatori a Montefalcione: se non dimostrerete l’attaccamento alla maglia nei playoff, non ho nessuna intenzione di fare un altro campionato con voi. E l’ho detto sapendo a cosa sarei andato incontro. Ne sono rimasti solo tre, quelli che sono fuori rosa al momento.
La scelta dell’allenatore di quest’anno: la scelta è stata fatta senza cambiare i programmi. Nessun passo indietro, nessun ridimensionamento, con un budget illimitato, sempre volto a raggiungere gli stessi obiettivi. Dopo aver rinnovato e gonfiato tanti contratti negli ultimi mesi, abbiamo deciso insieme al Direttore che non avremmo dato anche gli incentivi all’esodo, per non avere oltre al danno la beffa. Non abbiamo speso di meno per ridimensionare le cose, ma per provare a fare le cose in maniera diversa e nel modo migliore possibile. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, non certo stare relegati nelle zone basse della classifica, con squadre che hanno speso un decimo della nostra società. Al momento, credo sia solo un problema di assestamento della squadra, che ancora non ha trovato la quadra in queste prime partite.
La rosa? Non ci illudiamo di aver fatto la squadra perfetta, questo è un campionato complicato. Ho detto che avrei voluto la Serie B in tre anni, ma il Catanzaro è cinque anni che prova a salire e spende tantissime risorse, ma è ancora in Lega Pro come noi. Non è facile uscire da questa categoria, è molto più facile dalla B alla A.
Non abbiamo garanzie di successo né con gli esperti né con i più giovani, perché non c’è matematica nel calcio. Insieme alla nuova area tecnica, abbiamo disegnato un altro tipo di squadra, un altro tipo di progetto tecnico. Non è detto che il più pagato sia il più bravo in rosa. Certo che credo che possiamo lottare per i vertici, perché la squadra è stata costruita per determinati obiettivi. Inutile fare il confronto con il Catanzaro, perché è la stessa squadra da tempo e in estate si è ulteriormente rinforzato, perciò sta facendo un campionato a parte.
Affiancamenti in società? Io ho fatto, a margine del mio comunicato, un invito agli sponsor che ci stanno vicino, perché in giro si percepiva la volontà di qualcuno di entrare in società. Marinelli? Penso abbia già chiarito lui la sua posizione, credo non abbia nessuna intenzione di entrare in società, nonostante alcuni miei inviti.
Fiducia a Taurino? Già sabato è stata fatta una partita diversa dalle prime, credo ci sia bisogno di tempo. È una squadra nuova, un’area tecnica nuova, quindi c’è bisogno di un minimo di tempo per amalgamare il tutto. Dalla prima giornata si è cominciato già a criticare la squadra, ma ne son passate cinque e sembra già tutto da buttare.
Il bilancio? Io sono abituato a leggere i bilanci con chi li sa leggere. Questi tromboni, che predicano in lungo e largo, devono imparare a leggere le carte. Non c’è nessun debito, al massimo abbiamo rilevato dei debiti, molto debiti, che abbiamo dovuto mettere a posto. Bisogna dire sempre la verità quando si parla, documentandosi e leggendo bene le cose, capendole. Per vincere i campionati servono tutte le componenti e tra queste ci siete anche voi della stampa, perché da soli non si va da nessuna parte. Se un giorno questa società verrà ceduta, verrà ceduta com’è ora. La famiglia D’Agostino è qui per fare calcio, sin da quando ha rilevato la società. Chi ci mette i soldi sono io, non gli altri. Questa è una proprietà che fa sacrifici per sostenere l’Avellino e per portare avanti questo progetto sportivo.
Lo stadio? Certo che lo voglio ancora fare e siamo qui anche per questo. Non sono qui solo per questo come qualcuno vorrebbe far passare. Io sono per qui l’Avellino. Per i canoni arretrati, invece, abbiamo già preso accordi per la convenzione con il Comune.
Società? Marinelli è un amico e con la sua famiglia c’è un rapporto professionale ventennale. Anche scherzando, gli ho spesso proposto di affiancarmi e di entrare in società, ma in maniera assolutamente serena, non per necessità. Fosse per me, terrei l’Avellino a vita, finché posso insomma, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti chiaramente.
Difficoltà sul mercato? Il direttore sportivo De Vito ha avuto un input: fare la squadra per rispettare gli stessi obiettivi degli ultimi due anni e mezzo. Il mercato non è stato condizionato dalle uscite, infatti tre sono ancora lì fuori rosa. Potevano essere anche cinque, ma non c’entrano nulla con il resto del mercato. L’input era sempre lo stesso, il budget non aveva limiti e l’ha detto anche il direttore sportivo.
I tifosi? A loro posso semplicemente dire che accetto tutte le critiche tecniche e sportive, ma non accetto critiche alla persona e alla mia famiglia. La società fa tanti sforzi per raggiungere gli obiettivi che vuole, questo deve essere chiaro. Se vinciamo, sono il primo ad essere felice e il primo interessato a portare a casa un risultato importante. I tifosi si fanno 500 km per andare in trasferta e vanno rispettati, ma io ci metto anche i soldini oltre i 500 km di trasferta, per poi essere ingiuriato come a Monopoli. Io spero che i tifosi ci stiano vicini, ma io non so cosa devo giustificare in questo momento, perché la società è sana, è pulita, è stata rilevata dal fallimento ed è stato fatto tutto il possibile per puntare agli obiettivi prefissati. Noi partiamo sempre per vincere. Pensiamo di aver fatto una squadra competitiva, aggiorniamoci più avanti e vediamo.”
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