Ospite di “CSiamo sul web!”, trasmissione in onda su raisport.rai.it, mister Eziolino Capuano ha detto la sua sulle decisioni prese dall’ultimo Consiglio Federale e sulle possibilità che ha il suo Avellino di andare avanti nei playoff di Lega Pro.
“È stata un’attesa snervante. Sicuramente il campionato andava fermato a marzo, c’erano delle priorità. Oggi si torna a giocare, perché stiamo sconfiggendo questo verme, questo virus. Sicuramente in C è stato diverso, perché abbiamo cominciato a pensare non si giocasse in più. Quindi, è cambiato qualcosa anche nella mente dei ragazzi, in cui è subentrata la rassegnazione.
Poi, abbiamo atteso il Consiglio Federale: quasi la totalità dei presidenti aveva chiesto la sospensione definitiva. C’è stata questa fase, questa decisione, che ha accontentato qualcuno, ha scontentato qualcuno, tra cui le retrocesse. Non solo loro però, perché dalla nostra avremmo preferito terminare la regular season, avendo diversi scontri diretti in casa e un trend di risultati assolutamente positivo.
Resta il fatto che abbiamo portato a termine un miracolo sportivo, targato con il nome di un solo uomo: Salvatore Di Somma. Il direttore ha allestito una squadra ad agosto quando l’Avellino era in una fase comatosa, quindi gli va dato merito e va dato merito ai ragazzi per aver raggiunto questi playoff. Per quanto riguarda i format che chiuderanno la stagione, sapevamo che qualunque decisione avrebbe scontentato qualcuno: per quanto concerne i playout, Sicula Leonzio e Picerno ora si trovano costretti a giocarli, nonostante i 9 punti di vantaggio. C’era una regola, ma capisco anche che chi ha gestito la situazione ha dovuto affrontare più di una problematica.
Noi siamo partiti 12 giorni fa, grazie alla forza e all’organizzazione della nostra società, insediatasi poco prima dello stop forzato. Al 13° giorno, siamo riusciti a fare oggi il primo allenamento collettivo. Paradossalmente, siamo stati anche privilegiati, perché non tutti hanno avuto la possibilità di partire due settimane fa come noi. Ci sono società che devono giocarsi una stagione in 180 minuti, ai playout, e avranno pochissimo tempo per rispettare i protocolli sanitari e preparare le partite. Bisognava dare più tempo alla C, così com’è stato dato più tempo alla Serie A. Non ci sono figli e figliastri.
Detto questo, c’è grande partecipazione e grande voglia da parte dei ragazzi. La fase abnegativa è andata scemando sicuramente nel corso della quarantena, ma noi non abbiamo mai mollato e abbiamo sempre inviato loro dei programmi per tenerli attivi. Siamo i playoff e neanche il tifoso più malato dell’Avellino avrebbe mai pensato di disputarli qualche mese fa.”
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