In attesa che si completi il quadro delle squadre che parteciperanno alla prossima Serie C, ha parlato in esclusiva a TuttoC.com il direttore sportivo del Calcio Avellino, Carlo Musa, che ha detto la sua sul campionato di Serie D appena affrontato, senza dimenticare il futuro che attende i Lupi, tra mercato e calcio professionistico.
Una stagione che ha messo in luce due Avellino completamente differenti, tra andata e ritorno: “Inizialmente ci siamo complicati la vita da soli, – riporta tuttoavellino.it – probabilmente non eravamo riusciti a entrare mentalmente nel campionato che ci attendeva e fino a dicembre abbiamo faticato molto. Poi grazie al cambio di guida tecnica e una sessione di calciomercato mirata, caratterizzata dall’arrivo di over ma anche di under di qualità, le cose sono cambiate. Si è creata grande coesione, oltre a qualcosa di speciale, e siamo riusciti a rimontare ben 10 punti al Lanusei, vincendo anche lo spareggio contro i sardi”.
La svolta al Trastevere Stadium: “Sicuramente il successo maturato sul campo del Trastevere. In quella domenica si affrontavano le due seconde del Girone G e al nostro successo arrivò il pareggio del Lanusei: accorciare in classifica in quella giornata ci diede la consapevolezza di potercela fare davvero. Per noi è stata una spinta importante nello sprint finale, fino al successo del campionato”.
Fondamentale l’apporto dei tifosi nei momenti difficili della stagione: “Ci è stato di grande aiuto, è innegabile. Certo, quando le cose non andavano nella prima parte del torneo, il pubblico ci ha giustamente fischiato, poi è stato decisivo nel trascinarci nel nostro momento migliore, è stato presente anche nelle numerose partite giocate in Sardegna, ed è stato sicuramente l’arma in più: nello spareggio di Rieti vinto con il Lanusei erano in seimila a sostenerci”.
In estate, arrivò improvvisa la chiamata del neonato Avellino di De Cesare: “Non nascondo che ho avuto un pizzico di emozione quando l’Avellino mi ha chiamato – ha ammesso il DS Musa -. Avevo lavorato in club di D, ma sicuramente non al livello di una piazza come quella biancoverde. all’inizio non è stato semplice, ambiente e tifosi avevano il morale sotto i tacchi, anche perché si sentivano defraudati di una categoria (la Serie B, ndr) mantenuta sul campo, e riprendere dalla massima categoria dilettantistica era difficile”.
Ora, si volta pagina. Il calcio professionistico attende la squadra irpina: “La cosa fondamentale adesso è dare stabilità, bisogna strutturarci a tutti i livelli per essere all’altezza di un campionato stimolante ma allo stesso tempo difficile come quello di Serie C, verosimilmente in un girone difficile. Sappiamo che si attendono molto da noi, ma vincere è per tutti estremamente difficile, anche in terza serie ci sono molti esempi significativi in questo senso: non sono i nomi a far vincere le squadre, – ha aggiunto il dirigente biancoverde – c’è la consapevolezza che non sarà semplice e di dover fare ogni cosa nel migliore dei modi”.
Leggi anche:
Calciomercato Avellino, Carlo Musa: “Abbiamo tante idee, sarà una C competitiva”
Avellino, Alessandro Di Paolantonio: “Non fermiamoci alla Serie C”