TAMPONI LAZIO – È scoppiato il caso tamponi in casa biancoceleste: i test, effettuati in Italia presso un noto laboratorio di Avellino, sono risultati negativi, per poi evidenziare delle anomalie secondo il protocollo della UEFA, alla vigilia della sfida di Champions League Zenit-Lazio.
A fare chiarezza, a margine del “polverone” mediatico registrato nelle ultime ore, è stato proprio Massimiliano Taccone, Amministratore Delegato della Futura Diagnostica, laboratorio del capoluogo irpino che ha processato i tamponi dei tesserati della Lazio: “A differenza della stragrande maggioranza dei laboratori, – ha dichiarato l’ex dirigente dell’U.S. Avellino 1912 ai microfoni de IlCiriaco.it – noi analizziamo 3 geni e non soltanto i 2 geni classici. Tra questi 3, c’è un gene della famiglia coronavirus che non è però specifico del covid-19.
Dunque, – ha aggiunto Taccone – con i nostri laboratori, segnalammo il gene positivo, ma questo non è un gene che infetta. Non vogliamo entrare nel merito, abbiamo specificato la positività di questo gene e cosa comporta, poi se far giocare un calciatore o meno non dipende da noi ma dallo staff medico della società in questione. Di certo alla Lazio non sono sprovveduti, sanno quel che fanno.”
Max Taccone ha poi rivelato: “Tutto questo era già successo per un’altra partita di un paio di settimane fa, dove coinvolto vi era un altro calciatore. Il laboratorio della UEFA rifece il tampone e anche lì confermarono il nostro risultato. Adesso credo sia successa la stessa cosa, semplicemente con un eco mediatico maggiore”.
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