Conferenza stampa di Nicola Circelli allo stadio “Partenio-Lombardi”.
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“Sono passato con la macchina davanti ai tifosi e hanno “picchiato” sulla macchina. Sono stato chiamato qui ad Avellino da Di Matteo. Ho messo un gettone economico e abbiamo iniziato a riunirci con Martone, Izzo e Di Matteo. Quest’ultimo ha espresso il desiderio di inserire la parte maggiore dell’investimento. Toccava a lui comandare. Questa cosa a Martone non stava bene. Ha fatto di tutto per poter mandare via Di Matteo. Io sono rimasto perché il progetto è stato fatto da un mio amico e collaboratore che ha lavorato con me a Campobasso, Filippo Polcino. Tre giorni prima dell’appuntamento dal notaio, Martone fece ritirare Izzo. Fece fare un comunicato ad Izzo dove diceva di tirarsi fuori. Io non ho mai detto di poter portare avanti da solo l’Avellino. Ho la disponibilità di investire in un progetto con altre persone che la pensano come me. Izzo si è presentato come una persona con disponibilità illimitate. Io ci metto la faccia e mi sono presentato dal notaio. Il notaio ha visto solo la mia presenza e non ha potuto fare l’atto. Ho chiesto altri cinque giorni di tempo per trovare altri investitori. Con Polcino li abbiamo trovati. Siamo andati da Izzo a chiedergli di cedere le quote in favore dei nuovi imprenditori. Izzo era d’accordo. Quando ho trovato gli investitori e ho chiesto le quote dell’Avellino si è tirato indietro e voleva starci anche lui. Successivamente Izzo tornò con una proposta: avrei dovuto cedere il 5% delle quote in cambio del mio investimento iniziale. Voleva mettere 700.000 euro fino alla fine dell’anno e fare lui il Presidente. In conferenza stampa si presentò come Presidente, Martone come direttore generale, e via via tutti gli altri”.