Pagellone Avellino Calcio 2023-24: da D’Agostino a Perinetti, da Pazienza ai calciatori

AVELLINO CALCIO – È tempo di tracciare una linea in casa biancoverde. Terminata la stagione sportiva, con la semifinale playoff persa contro il Vicenza di Stefano Vecchi, si volta pagina in vista della stagione sportiva 2024-25. Prima però, diamo i voti ai protagonisti dell’annata appena conclusa, entrando nel dettaglio del pagellone dell’US Avellino 2023-24: dalle responsabilità della proprietà D’Agostino alle scelte dell’area tecnica, guidata dal direttore Giorgio Perinetti, fino alla breve parentesi Rastelli e al percorso di Michele Pazienza, senza dimenticare (ovviamente) i singoli calciatori. Le pagelle sono rapportate (anche) alle aspettative e agli obiettivi prefissati ad inizio anno.

Il Pagellone dell’Avellino Calcio 2023-24

PROPRIETÀ

  • D’Agostino voto 7: Budget importante messo a disposizione, investimenti elevati per la categoria, sia in estate che a gennaio, senza lesinare energie. Da questo punto di vista, nulla da rimproverare al patron. Ha delegato, tanto, ad un profilo esperto come Giorgio Perinetti, affidandosi ad un’organigramma più ricco rispetto alle gestioni precedenti. La conferma di Rastelli ha condizionato l’avvio di stagione. Probabilmente, è necessaria maggiore presenza nei frangenti più delicati. Acquisito un altro anno di esperienza, ci si aspetta un nuovo e definitivo rilancio. Dati alla mano, è stato il miglior campionato dell’era D’Agostino, ma anche quello in cui si è speso di più. Resta l’amarezza per aver visto sfumare nuovamente il salto di categoria.

AREA TECNICA

  • Perinetti (accompagnato da Condò e Strano) voto 5,5: Dopo un anno fallimentare, ha contribuito a riportare la squadra al secondo posto, operando un’autentica rivoluzione in estate con 18 cessioni e 15 acquisti, a cui sono seguiti i 6 innesti e le 6 partenze del mercato di gennaio. Extra-budget opzionato già nel mese di agosto, con le famose “ciliegine” Armellino e Gori (fortemente volute dal presidente, ndr), prima delle “correzioni” della sessione invernale, condizionate dalla presenza di un altro allenatore. Facendo da scudo alla proprietà, si è assunto la piena responsabilità di aver confermato, prima, ed esonerato, poi, Massimo Rastelli, con tutte le conseguenze del caso. Positiva la scelta di Pazienza per cambiare il corso delle cose. Il dato di fatto, chiaramente, è che l’obiettivo è stato mancato, nonostante gli oltre 10 milioni di euro investiti sul mercato. Proprio sugli investimenti fatti e su alcune dinamiche di mercato, non c’è stata sempre la chiarezza necessaria.

ALLENATORI

  • Rastelli voto 2: La società gli concede una seconda possibilità dopo la peggior stagione della storia recente dell’Avellino. Non entra in simbiosi nemmeno con uno spogliatoio costruito da lui, con l’ausilio di Perinetti. Dura appena due giornate, ma la sensazione comune è che la sua seconda parentesi biancoverde si fosse già ampiamente conclusa.
  • Pazienza voto 6: Alla prima occasione in una grande società, il bilancio è tutto sommato positivo. Al suo arrivo, mette ordine e si assume la responsabilità di rivoluzionare tatticamente la squadra a sua disposizione, passando dal 4-3-1-2 al 3-5-2. Tiene botta nel momento caratterizzato dall’emergenza difensiva, trovando soluzioni alternative senza piangersi addosso. Il punto più basso a Picerno. Preparazione top alla vigilia dei big match, con i successi di Catania e Benevento che non possono essere dimenticati. Balbettante con le medio-piccole, male nel periodo critico tra gennaio e febbraio, quando si è registrato uno stato confusionale anche sotto il profilo tattico. 3-4-2-1, 4-3-3 e poi il ritorno al collaudato 3-5-2. Ha la responsabilità di non aver trovato il bandolo della matassa nei 4 mesi senza vittorie casalinghe, che hanno di fatto condannato ai playoff l’Avellino. Nel finale della regular season, l’intuizione “Sgarbi mezzala” gli regala il secondo posto, mentre si dimostra particolarmente coraggioso nei playoff, dove è stato “tradito” dalla scarsa vena realizzativa dei big. Alibi: è subentrato alla terza giornata alla guida di una squadra non costruita da lui, ma pur sempre un organico importante. Obiettivo primario fallito, ma ha delle attenuanti.

CALCIATORI

Portieri:

  • Ghidotti voto 5,5: 19 clean sheet su 38 partite della regular season, complice la seconda miglior difesa del girone C. 20 in 42 gare considerando i playoff. Pesano gli errori contro Juve Stabia e Potenza, più alcune incertezze in uscita. Ha ampi margini di miglioramento, dal punto di vista tecnico e sotto il profilo della personalità, ma non ha mai trasmesso sicurezza e fiducia al reparto arretrato. Fondamentale a Catania in campionato, sul rigore parato a Chiricò.
  • Pane voto 6: Si vede solo in Coppa Italia, dove non sfigura. Uomo spogliatoio importante.
  • Pizzella s.v.

Difensori:

  • Cancellotti voto 6,5: Certezza del reparto difensivo, si è adattato in un ruolo non propriamente suo, approfittando dell’emergenza difensiva che ha colpito l’Avellino in autunno. Solido e affidabile. È mancato nei playoff.
  • Cionek voto 5,5: Errori pesanti in avvio di campionato e nelle gare di ritorno contro Juve Stabia, Potenza e Monterosi. Non mancano le prestazioni positive: esperienza, solidità e cattiveria agonistica al servizio dei compagni. Nel rush finale, ha perso e poi ritrovato una maglia da titolare.
  • Rigione voto 5,5: Acquistato dal Cosenza per mettere in ordine la difesa, risulta troppo altalenante nel corso della stagione, tra prove superlative e topiche non all’altezza del suo curriculum. Ci si ricorda spesso del clamoroso flop di Picerno. Nei playoff, benissimo all’andata con il Vicenza, morbido e impacciato al “Menti” contro avversari con caratteristiche diametralmente opposte alle sue. Ci si aspettava qualcosina in più.
  • Benedetti voto 6: Non commette particolari errori nel girone d’andata, rivelando anche un’aggressività diversa rispetto alla precedente stagione. Alza bandiera bianca a gennaio.
  • Frascatore voto 6: Sostituto dello sfortunato Benedetti, rappresenta una lieta sorpresa da gennaio in avanti. Male nei playoff contro il Catania e nel ritorno contro il Vicenza.
  • Mulé voto 5: Arrivato con tante aspettative, ma titolare solo quando la difesa ha vissuto uno stato di emergenza. Sparito dai radar di Pazienza nel girone di ritorno, con il primo tempo di Potenza che ha rappresentato la pietra tombale sulla sua parentesi biancoverde.
  • Ricciardi voto 6: Girone d’andata super dell’esterno ex Ascoli, che riscatta alla grande l’annata 2022-23. Luci ed ombre nel 2024, dove ha rallentato in maniera evidente. Sempre volitivo, ma con dei limiti.
  • Llano voto 5: Ha faticato ad inserirsi in un contesto nuovo, pur mettendo in mostra discrete qualità in un paio di circostanze. Troppo poco per poterlo giudicare nel complesso. Acquisto rivedibile, ma non condizionante.
  • Tito voto 5: Stagione sottotono per il capitano biancoverde, di fatto rimpiazzato da Liotti nella seconda parte di campionato. Tanti errori nel girone d’andata, ma anche qualche buona prova. Mai una parola fuori posto.
  • Liotti voto 6: Arrivato con qualche incognita a gennaio, sale in cattedra da marzo in poi, una volta entrato in condizione dopo 6 mesi da svincolato. Soffia il posto a capitan Tito. Super gol contro il Catania nei playoff, un po’ in ombra nella semifinale contro il Vicenza. Ha sempre fatto la B e si è visto, ma con qualche settimana di ritardo.

Centrocampisti:

  • Palmiero voto 5,5: Regista titolare dell’Avellino in avvio di stagione, perde il posto con il passare dei mesi, favorendo lo spostamento di Armellino davanti alla retroguardia biancoverde. Gli si rimprovera mancanza di verticalità quando è in possesso della sfera, mentre si rivela un buon recupera palloni. Positivo nei playoff, dove diventa protagonista a sorpresa contro il Vicenza.
  • Pezzella voto 5: Insufficienza tendente al “senza voto”. Non dipende esclusivamente dal ragazzo. Poco più di 200 minuti giocati per lui, prima vice Palmiero e poi terza scelta davanti alla difesa, complice l’intoccabile Armellino.
  • Armellino voto 6,5: Elemento imprescindibile in mediana, le gioca tutte. Criticato, talvolta, per la sua lentezza in fase di impostazione, conferisce equilibrio e fisicità all’undici di Pazienza. Vero leader, nel bene e nel male. Contro il Vicenza, nei playoff, torna a giocare da interno di centrocampo, con alterne fortune. Ingenuo nell’ultima apparizione, con un’espulsione a dir poco evitabile nel momento decisivo.
  • Dall’Oglio voto 5: Condizionato dai continui problemi fisici, accetta il ruolo di comprimario e si vede soltanto nei minuti finali di ogni partita. Sulla falsa riga della passata stagione.
  • Varela voto 5: Non si discute il talento dell’uruguaiano, giocatore che ha calcato in carriera palcoscenici prestigiosi. Condizionato troppo spesso dagli infortuni, dà il suo contributo nella prima parte di campionato, ma senza mai timbrare il cartellino. In tal senso, paga a caro prezzo il problema al ginocchio nel 2024.
  • De Cristofaro voto 6,5: Preso a gennaio per conferire dinamismo ad un centrocampo strutturato e compassato, si guadagna sin da subito una maglia nell’undici di Pazienza, diventando ben presto un elemento insostituibile (o quasi). Randella in mezzo al campo, ma non solo. Tre gol per l’ex Picerno.
  • Rocca voto 5,5: Impatto molto positivo, per qualità e tempi di inserimento. Poi cala alla distanza, perdendo la titolarità in favore di D’Ausilio.
  • D’Ausilio voto 6: Lui, centrocampista, lo è diventato. Sotto la gestione Pazienza, era arrivato come vice Sgarbi, prima di diventare la controfigura di Varela, pur disponendo di caratteristiche diverse. Giocatore “di spunto”, a volte un po’ fumoso. Uno dei più propositivi nei playoff, decisivo col Catania e migliore in campo all’andata contro il Vicenza.

Attaccanti:

  • Patierno voto 7,5: Capocannoniere del girone C, insieme a Murano, realizza la bellezza di 22 gol stagionali, tra campionato, Coppa Italia e post season. Era da tempo che l’Avellino non aveva un bomber così prolifico. Ci si aspettava di più nel momento topico durante i playoff.
  • Gori voto 6,5: Va anche lui in doppia cifra, mettendo a segno gol tanto belli quanto preziosi. Paga l’esplosione di Patierno da dicembre in poi. Un po’ fragile caratterialmente, pur essendo ampiamente consapevole delle sue qualità. Vanta colpi di ben altra categoria. In ombra nei playoff.
  • Sgarbi voto 7,5: Autentica sorpresa del campionato dei Lupi, trascina l’Avellino per tutto il girone d’andata, sfornando assist e realizzando gol importanti. A corrente alternata nella seconda parte di stagione, ma c’è il suo timbro anche su vittorie chiave come quella contro il Benevento. Nei playoff, appare a tratti irriconoscibile, ma gli si può rimproverare davvero poco, per età ed aspettative. Senza promozione, rientrerà al Napoli.
  • Russo voto 6: Considerazioni a metà sul rendimento del talento partenopeo, tornato dopo un grave infortunio al ginocchio. Una volta superate alcune problematiche, si dimostra un’ottima risorsa in corso d’opera.
  • Marconi voto 4,5: Elemento imprescindibile nell’undici di Rastelli, perde il posto al momento dell’arrivo di Pazienza. Diventa automaticamente la terza scelta in attacco, riducendo il suo minutaggio anche a causa delle splendide prestazioni di Sgarbi. Da ricordare il bellissimo gol di testa con la Casertana, ma il rapporto ingaggio percepito/contributo dato alla squadra è impietoso.
  • Tozaj s.v.

*I calciatori andati via a gennaio (Casarini, D’Amico, D’Angelo, Falbo, Maisto, Sannipoli) non raggiungono la sufficienza per quanto fatto nei primi sei mesi stagionali, ma allo stesso tempo risultano ingiudicabili.

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