AVELLINO CALCIO – Due giorni alla prima trasferta stagionale per i Lupi di Massimo Rastelli, impegnati lunedì sera allo “Stadio Romeo Menti” di Castellammare contro la Juve Stabia di Guido Pagliuca. A poco più di 48 ore dal fischio d’inizio, previsto per lunedì alle ore 20.45, il tecnico biancoverde ha presentato la sfida in conferenza stampa, tornando anche sulla sconfitta interna con il Latina.
Le dichiarazioni di Rastelli in vista di Juve Stabia-Avellino
Queste le parole di mister Rastelli nel pre gara: “Ad inizio settimana, abbiamo analizzato la gara, tramite video, confrontandoci e vedendo ciò che abbiamo fatto. Faccio vedere ai ragazzi le cose positive e le cose negative, per poi affrontare la settimana di lavoro, improntandola sulla squadra avversaria che andiamo ad affrontare, cercando di aggiustare le piccole cose che non sono andate sabato sera, sotto l’aspetto dell’equilibrio e della fluidità di gioco. Voglio vedere una squadra che riesca a giocare secondo le sue qualità, senza consentire agli avversari di venirci a rompere troppe volte le scatole.
La Juve Stabia? È una bella squadretta, giovane, con ottime idee di gioco. Hanno iniziato molto bene a Teramo contro il Monterosi, sbloccando la partita e poi portandola a casa con gol di pregevole fattura. Hanno una rosa di qualità, non solo nell’undici titolare, ma anche nelle seconde linee, che possono dare una mano a gara in corso. Affrontiamo una squadra che potrebbe metterci in grande difficoltà.
Abbiamo lavorato tanto sul miglioramento della fluidità del gioco. Abbiamo parlato tanto dopo la partita: la troppa voglia di vincere la partita di sabato ci ha portato fuori binario, facendo molto meno rispetto a quello che avevamo preparato e che potevamo fare. Abbiamo permesso al Latina di fare la partita che voleva fare. C’è chi ha una condizione migliore al momento, essendo arrivato a luglio prima del ritiro, e chi è arrivato successivamente alla spicciolata. Toccherà a me fare delle scelte e capire quando inserire determinati elementi, in base alle caratteristiche e alle condizioni fisiche dei singoli. Dopo la rifinitura tirerò le somme.
Con il Presidente ho parlato domenica sera, mi ha chiamato, ci siamo confrontati su quella che è stata la gara. Mi ha fatto molto piacere ricevere la sua telefonata, per me è importante percepire la sua fiducia e la sua stima, visto che lui è il proprietario di questa squadra. Poi la settimana è scivolata via concentrandomi sul lavoro, senza pensare a ciò che si diceva all’esterno del rettangolo di gioco.
Gori e Armellino? Non sono ancora al meglio, hanno bisogno di lavorare, ma possono esserci molto utili. Non hanno ancora i 90 minuti nelle gambe.
Una volta che la società mi ha concesso di ripartire sulla panchina dell’Avellino, io sono pronto a tutto. È chiaro che ora devo ripagare la fiducia che è stata data a me e ai miei calciatori. Poi è normale che l’allenatore è il primo responsabile e il primo che viene preso di mira quando le cose non vanno bene. Sta a noi ridare quanto ci è stato dato finora, con la consapevolezza che la società ha fatto un lavoro importante in estate dopo una stagione non all’altezza.
Marconi o Patierno? Sono stato attaccante e bisogna dargli fiducia, facendoli tirare il più possibile in porta durante gli allenamenti. È una questione prettamente mentale, perché ci sono momenti in cui non riesci a segnare e altri in cui riesci persino a segnare di sedere. Bisogna prendere il buono, perché sotto porta ci siamo arrivati e soprattutto siamo arrivati ad avere 4 occasioni nitidissime. Dobbiamo solo migliorare sotto l’aspetto del gioco e il resto verrà di conseguenza.
Il rinnovo di Tito? Credo che Fabio sia il simbolo di questo Avellino, è al quarto anno con questa maglia e ci tiene tantissimo. Si è calato totalmente nella dimensione di Avellino e sa benissimo cosa significa indossare questa maglia, ecco perché l’ho investito della fascia di capitano. La cessione di Aya? È stato molto sfortunato sotto l’aspetto fisico, ha avuto tantissimi problemi. L’anno scorso, anche quando riusciva ad allenarsi a pieno regime, si vedeva che non era al meglio e alla fine infatti si è operato al ginocchio. Per ora, è meglio che vada a trovare spazio altrove e poi l’anno prossimo si vedrà.
Credo di essere un grande professionista, molto legato a questa piazza e quindi molto responsabile. La conosco nel profondo, quindi io mi sento il primo in torto quando non arrivano i risultati. Naturalmente, con la stagione finita e quella nuova, si è aperta una nuova fase, dove abbiamo chiesto di dimenticare quello che era stato il passato, dandoci una chance per fare qualcosa di nuovo. È un campionato difficilissimo, con tante squadre attrezzate e tante squadre che hanno le nostre stesse pressioni. Noi abbiamo una squadra nuova, con tanti elementi da inserire e da incastrare in un meccanismo di gioco nuovo. Ci vuole un po’ di tempo per fare questo. Spero che possano ricredersi anche le persone che non vedono l’ora che perda le partite. Tocca solo ai risultati.
Sannipoli? È sicuramente uno di quelli che ha fatto tutta la preparazione e le amichevoli con il Latina, quindi ha sicuramente un minutaggio maggiore rispetto a Rigione, Gori e Armellino. Sabato scorso, a centrocampo, erano tutti appannati, non c’era un giocatore lucido nelle scelte che ha fatto. Tutti hanno fatto vedere di essere un po’ appannati sotto l’aspetto mentale, prima ancora che fisico.
Tutte le squadre che hanno un obiettivo ben preciso e che devono fare un campionato diverso rispetto alle altre, all’inizio possono avere delle difficoltà. Ci sono squadre che sembrano ingranare subito come il Crotone, altre che hanno bisogno di più tempo per trovare una quadra ed esprimersi secondo l’idea che uno ha. Per assimilare al meglio un sistema di gioco nuovo, non ci vuole una partita ma un paio di mesi, per avere un’idea complessiva di quello che si ha davanti. Dal punto di vista dell’impegno, dell’abnegazione e della predisposizione al gioco e al sacrificio, sabato non siamo mancati. Siamo mancati sotto l’aspetto del gioco e delle giocate provate nelle scorse settimane, proprio per via di una lucidità nelle scelte che è mancata.
Le corsie esterne? Sabato abbiamo giocato solo alla destra, giocando un solo nel pallone a sinistra su Tito, che non ha mai avuto modo di incidere perché nessuno ha dato ampiezza nel momento in cui lui aveva palla tra i piedi. Varela? I giocatori hanno libertà di movimento e di trovare gli spazi giusti al momento giusto, ma sempre nell’economia di un gioco corale e di un’idea che vanno rispettati”.
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