In attesa di porre fine ad una stagione sportiva balorda e totalmente al di sotto delle aspettative, per la famiglia D’Agostino é già tempo di riflessioni e valutazioni sulla posizione di Massimo Rastelli: 35 punti in 28 partite, con 11 k.o a referto, non salverebbero nessun allenatore di un club ambizioso, importante e non certo costruito per salvare “solo” la categoria. Poi, però, ci sono gli accordi contrattuali tra le parti e, soprattutto, vincoli e clausole che possono condizionare presente e futuro di una società. Ed è questo il caso.
Oltre a sottoscrivere con mister Rastelli un contratto fino a giugno 2024 con opzione di rinnovo biennale in caso di promozione in Serie B, l’US Avellino ha accettato di mettere nero su bianco un’altra richiesta del trainer di Pompei in sede di trattativa: una clausola “anti-esonero”, che allungherebbe automaticamente la scadenza del contratto di Rastelli fino al 2025 se dovesse essere sollevato anzitempo dall’incarico di allenatore della prima squadra biancoverde. Perché questa clausola? Ad ottobre 2022, l’ex guida tecnica di Cagliari e Cremonese era ancora un tesserato del Pordenone, sodalizio presieduto dal patron Lovisa che diede subito il via libera per il trasferimento di Rastelli, ma senza garantirgli alcuna buonuscita. Per compensare tale “mancanza”, è stata inserita questa particolare clausola di comune accordo con il DS Enzo De Vito e il Presidente D’Agostino, in quel momento spalle al muro dopo l’inizio shock di campionato (8 punti in 9 gare, ndr).
Chiaramente, tutto ciò costringerebbe la proprietà ad un bagno di sangue in caso di esonero, salvo non arrivino le dimissioni del tecnico o un accordo a metà strada e conseguente risoluzione. A questo punto, nonostante sia cresciuta sensibilmente la percentuale del dissenso attorno alla figura di Massimo Rastelli, nulla appare scontato in vista del campionato 2023/24.
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