L’Avellino aspetta Giorgio Perinetti. L’attuale direttore tecnico del Brescia Calcio, impegnato fino al primo giugno con i playout di Serie B contro il Cosenza, ha già trovato un’intesa di massima con il patron Angelo Antonio D’Agostino, ma dovrà attendere l’inizio del prossimo mese per incontrare anche fisicamente il numero uno del club biancoverde. Tutto rinviato, infatti, all’indomani del ritorno degli spareggi per non retrocedere, così da rispettare l’importanza del momento e gli impegni presi con il presidente Massimo Cellino.
Non è certo difficile disegnare il profilo di un dirigente esperto e conosciuto come Perinetti, pronto a sottoscrivere un accordo triennale con l’Avellino, ma è inevitabile attingere dall’esperienza e dalle parole di chi ha lavorato con lui nel recentemente passato. Uno di questi è senza dubbio Mario Donatelli, direttore sportivo del Genoa tra il 2017 e il 2019, intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo nel pomeriggio odierno: “Sotto il profilo umano, Giorgio è una persona eccezionale, di cuore, intelligente, una persona che sa stare con tutti e in ogni situazione. È un uomo di grande cultura – ha subito precisato Donatelli –. Sotto l’aspetto professionale, è uno che ha grande esperienza, è uno che sa fare le squadre, ho imparato molto da lui, mi sono arricchito di tutte le sue qualità”.
Il direttore Donatelli ha poi proseguito: “Giorgio è uno che ha contatti con tutte le società italiane, con tutti i direttori sportivi e con tantissimi presidenti. È uno che alza il telefono ed è conosciuto da tutti, insomma. È una persona che ha credibilità, l’Avellino prende veramente un professionista di alto livello, a prescindere dalla categoria, perché il calcio è calcio ovunque. Poi, la differenza la fanno la qualità, i calciatori e il materiale umano. Se l’Avellino dovesse ingaggiarlo, prenderebbe un grande uomo e un grande professionista”.
Perinetti sa come muoversi – ha aggiunto l’ex DS rossoblù – ma dipende cosa gli chiederanno al suo arrivo. Se c’è da vendere, sa vendere. Se c’è da ricostruire, è uno che pian piano può farlo benissimo, passo dopo passo. Dipende dal contesto. DG o DS? Lui ha fatto tutto, a Genova lui era il direttore generale e io il direttore sportivo, quindi aveva un ruolo manageriale e teso all’organizzazione societaria. Lui, però, ha queste qualità ed è anche un grande intenditore di campo, è un uomo che conosce il calcio e ha sempre lavorato sul campo.
Rapporti con le tifoserie? Abbiamo vissuto stagioni particolari a Genova, salvandoci anche all’ultima giornata, ma non ha mai avuto problemi con nessuno. Lui è un pacifico, ma questo non significa che si nasconde, anzi, ci mette sempre la faccia. Per scendere di categoria, credo lo faccia per sposare un progetto forte, ambizioso, non superficiale, anche considerando il professionista di cui stiamo parlando”.
(Foto di copertina: Genoa CFC, Tanopress)
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