Nella settimana che conduce ad un nuovo derby campano con la Turris, in casa Avellino è tempo di fare riflessioni importanti anche in ottica futura, sia sul fronte tecnico che sul versante societario. Di questo e tanto altro ha parlato questo pomeriggio il Direttore Pietro Lo Monaco, ex DG di Catania, Udinese e Messina (tra le tante, ndr), intercettato dai microfoni di Radio Punto Nuovo: tanti i temi trattati, dalla stagione horror al presente che può condizionare la prossima estate e la stagione 2023/24, fino ad arrivare alla divisione di competenze tra direttore sportivo e direttore generale.
“Tutta l’attuazione di un progetto passa attraverso una programmazione – ha precisato Lo Monaco –. La programmazione di quest’anno, è chiaro, ha dato dei risultati negativi, perché l’andamento non è evidentemente brillantissimo. Cosa riserva il futuro? La convinzione di tutti deve essere quella di arrivare ai playoff da protagonisti, perché l’organico consente di poterlo fare. Poi, per il futuro, bisogna guardare ad esempi come quello del Catanzaro, di cui conosco perfettamente società e proprietà. Bisogna continuare a crederci, bisogna avere voglia di insistere.
È la società che deve darsi una struttura forte, – ha ribadito il Direttore – che dia affidamento e sia un punto di riferimento per tutti. Lo presuppone la proprietà dell’Avellino, perché mi sembra abbiano tutte le prerogative per fare ciò. Vedere come va a finire questo campionato e poi sedersi a tavolino, tutti, per fare un attento esame della situazione su quello che può essere un riproporsi in maniera abbastanza prepotente il prossimo anno.
Sinergia DG-DS? È il direttore generale che poi sceglie un direttore sportivo giovane, che sia bravo e che conosca il mercato della Serie C. È sempre il direttore generale che imposta la gestione dell’azienda. Ogni società deve avere una propria valenza tecnica, che sia una cartina di tornasole per tutti, con ogni figura al proprio posto.
Una telefonata da D’Agostino? Lo sentirei con piacere, perché leggo che è una persona che ha voglia di fare. Una domanda che farei, così come ho sempre fatto ai miei presidenti del passato: cosa vuoi fare da grande? Vuoi fare calcio serio? Allora devi insistere e credere nel progetto che stai portando avanti. Mi sembra che questo presidente abbia questa voglia, quindi auguro lui di trovare la chiave.
Chi considera il calcio un gioco, è soltanto uno stupido. Non conosce il mondo del calcio. Si tratta di un’azienda, la terza in Italia per fatturato. Io impazzisco quando club di Serie A si affidano a gente senza alcun tipo di esperienza, perché non si può programmare da neofiti in palcoscenici importanti. Nel caso dell’Avellino, lo scotto del noviziato non deve rappresentare una colpa per quanto riguarda il Presidente D’Agostino, è solo un dato di fatto, che deve portare ad affidarsi ad un certo tipo di persone e figure”.
Leggi anche:
Commissioni Agenti Serie C nel 2022: quanto hanno speso i club
Biglietti Avellino-Turris: Info, Prezzi e Modalità d’Acquisto (Serie C 2022-23)