AVELLINO CALCIO – Ospite degli studi di Sport Channel 214, il direttore dell’area tecnica biancoverde, Giorgio Perinetti, ha fatto il punto sulle trattative che coinvolgono attualmente l’US Avellino, senza dimenticare il roboante successo di Latina e il big match di sabato contro la Juve Stabia.
La vittoria di Latina e l’emergenza infortuni
A due giorni dallo 0-5 del “Francioni”, Perinetti condivide l’analisi del trainer dei Lupi: “Pazienza é molto meticoloso e ha voluto trovare spunti positivi e aspetti negativi in una giornata storica, caratterizzata da un 5-0 perentorio. I primi 10 minuti sono stati timidi e non é la prima volta, quindi Pazienza ha voluto rimarcare un aspetto negativo in un mare di aspetti positivi, come testimonia il punteggio molto rotondo.
La squadra ha espresso il suo potenziale su campi difficili come Catania, Caserta, Benevento e Crotone, senza dimenticare gli infortuni che abbiamo avuto. Noi, a Messina, abbiamo perso Patierno, Cionek e Rigione, tre giocatori che adesso stanno dimostrando il loro valore. La loro esperienza e la loro qualità sta facendo la differenza e ci ha permesso di chiudere le ultime cinque partite senza subire gol. Stiamo recuperando tutti, sperando che la salute assista tutti e ci permetta di recuperare anche Russo, che resta per noi un giocatore fondamentale, perché é un attaccante diverso da tutti gli altri che abbiamo. Gli ultimi esami ci dicono di un Russo completamente ristabilito dopo un lungo periodo di stop. Se sta bene, é un’arma in più, é un acquisto”.
I tifosi e il mercato: obiettivi raggiunti e trattative in corso
“L’umore della piazza? Io giustifico sempre il tifoso, perché é spinto dalla passione e vuole vedere sempre il meglio. É normale che abbia questa altalena di sensazioni. Però, ribadisco, é una società importante, una proprietà importante, grazie alla disponibilità di D’Agostino. C’é esperienza in chi gestisce l’area tecnica, che ha scelto un allenatore bravo, saggio, come quando giocava. Ci sono tutte le qualità per gestire un campionato difficilissimo, che vede nella Juve Stabia la sorpresa del girone C, senza dimenticare squadre come Casertana, Crotone, Picerno, lo stesso Catania, che continua a investire per provare a rifarsi sotto. Non é facile.
Mercato in entrata? Ci siamo seduti a tavolino a dicembre, consapevoli che Pazienza é subentrato e quindi ha ereditato una squadra non costruita da lui. Ha ereditato una rosa non certo scarsa, anzi, ma al massimo una squadra condizionata dagli infortuni. Si é trovato tra le mani una squadra attrezzata, ma é lecito aspettarsi nel mercato di gennaio dei giocatori più funzionali al suo modo di vedere il calcio. É un discorso di funzionalità, non di giocatori scarsi e giocatori forti. Abbiamo preso Liotti perché lo avevamo concordato con il mister, un giocatore che ha fatto sempre la B; abbiamo preso De Cristofaro perché era già stato allenato Pazienza e siamo andati a prenderlo.
Volevamo portare ad Avellino anche Molina, – ha rivelato Perinetti – perché poteva fare sia il quinto a destra sia la mezzala. Il giocatore aveva detto sì, ma poi si é lasciato abbindolare dalla Serie B. Ha preferito firmare per 6 mesi con il Südtirol, rifiutando due anni e mezzo di contratto con l’Avellino. Sono scelte del ragazzo, che ha cambiato idea il giorno delle visite mediche con l’Avellino, tanto per capirci. Starita? Lo volevamo prendere già quest’estate, stavamo trattando, poi é uscita la possibilità di prendere Gori, che ha scelto con convinzione di sposare il progetto Avellino. Con Starita stiamo parlando, così come con altri giocatori, ma non ci facciamo prendere per il collo da nessuno.
Noi abbiamo degli obiettivi precisi, almeno per quanto riguarda i ruoli, ma non dobbiamo certo stravolgere una squadra che ha dei valori tecnici, caratteriali, umani, come gruppo. Se possiamo fare un accorgimento, lo facciamo, d’accordo con il mister. Tutto, però, passa da una trattativa, dall’abbassare un prezzo e dal rispetto per una società che sta investendo tanto. Ma non é che ad ogni richiesta si possa dire sì. Noi ci siamo, sul mercato ci siamo. Ne abbiamo presi già due e sarebbero stati già tre con Molina. Prendere per prendere sarebbe assurdo”.
Il rapporto con i calciatori e la forza di Pazienza
“Il gruppo? L’età mi porta a considerare i calciatori dei figlioli. Il mio rapporto con loro deve essere segnato solo da una parola: rispetto. Non ci sono figli, figliastri. Sanno che se vogliono sfogarsi, io ci sono. Gli diamo di tutto per farli stare bene, ma a questo deve corrispondere il dare. Dare tanto, tutto in campo. Anche perché i calciatori, spesso, sono professionisti nei diritti e dilettanti nei doveri. Loro lo sanno e sanno che indossano una maglia sotto la quale deve battere un cuore, un’anima, uno spirito di gruppo e la voglia di aiutare il compagno.
Pazienza? Abbiamo un allenatore che, oltre alle sue qualità tecnico-tattiche, ha disponibilità nel far migliorare il singolo. Vedevo Ricciardi, che ieri ha fatto due assist, e penso a come si possa sentire quando sente parlare di mercato. Chiaro, se sei una squadra importante con obiettivi importanti, devi avere più soluzioni in tutti i ruoli, perché la competizione stimola a fare meglio”.
La difesa e la favola Juve Stabia
Il rendimento difensivo? Noi abbiamo un avversario come la Juve Stabia, che ha fondato il suo girone d’andata straordinario sui numeri della difesa, arrivata ad essere la migliore d’Europa addirittura. Una cosa leggendaria, quindi dobbiamo avere massimo rispetto per il lavoro di Pagliuca e per i risultati della Juve Stabia, a cui spetta il compito di sopportare pressioni a cui non pensavano di essere sottoposti. Noi abbiamo subito pagato lo scotto del chiamarci Avellino e di aver costruito una squadra importante.
Mi viene un po’ da sorridere quando sento parlare di programmazione della Juve Stabia: hanno iniziato quest’anno, trovandosi lì con un allenatore che ha sempre fatto bene, ma non ha ancora raggiunto risultati eclatanti, almeno finora. Una proprietà, una famiglia, che per ora ha fatto bene ma non ha mai vinto dei campionati. Hanno un direttore sportivo giovane, arrivato da un Pordenone che l’anno scorso é fallito, quindi c’é anche un minimo di casualità. L’esaltazione é limitata a quanto fatto sul campo, dove hanno fatto benissimo, ma per il resto c’é anche un minimo di casualità. Detto questo, li affronteremo con il massimo rispetto perché sono i primi della classe e noi non andremo certo in campo con la certezza di poterli battere facilmente. Faremo di tutto per contrastare questo dominio fino all’ultimo minuto.
Qualità offensive e risultati sul campo
I calciatori di qualità? Alcuni dei nostri, come Russo, Sgarbi e Varela, ci sono anche mancati nelle ultime partite casalinghe. Bisogna migliorare il rendimento casalingo, sotto il profilo dei risultati, ma ci sono state anche occasioni ed episodi particolari. Peccato per gli infortuni, figli di un cambio di preparazione in corsa, con un aumento di intensità nel gioco di Pazienza, rispetto a quello di Rastelli. Poi c’é anche casualità, sfortuna, come per Cionek, che si é lesionato un tendine che non tutti hanno. Lui ce l’ha e si é fatto male lì. Patierno é stato messo ko da un calcio, quindi non era muscolare.
I risultati del weekend? Questo é il calcio. La Juve Stabia meritava di vincere e ha subito questa rimonta clamorosa nel finale. Thiam é stato protagonista per tutto il girone d’andata, ieri ha commesso un errore. A Crotone erano stati fortunati, ieri invece meritavano di vincere. Un po’ come noi, che abbiamo vinto qualche partita nel finale con Cerignola e Monterosi, ma poi non siamo riusciti a vincere partite come quelle con Turris e Messina.
Rimpianti sul mercato? Nessuno é mai soddisfatto di ciò che fa, completamente. Abbiamo dato via 19 giocatori, ne abbiamo presi 15. Potevo mai pensare di indovinare tutti e 15 i calciatori? Sicuramente tutti validi, ma non tutti rispondono alla stessa maniera a un determinato contesto. Penso che qualcosa di buono sia stato fatto. Per esempio, Sgarbi é stato allenato da Andreoletti l’anno scorso e poteva portarselo a Benevento, o poteva andare a Catania, invece é venuto qui. Il contesto può fare la differenza, così come alcuni calciatori possono essere idonei tecnicamente, ma non avere la giusta personalità in una determinata realtà.
Avellino nel destino? C’é la casualità, ma ci sono anche le sensazioni a volte. C’era un certo vento in estate, che poi mi ha portato qui, nonostante avessi parlato con il Benevento, ma anche con un’altra società, che mi aveva fatto un’offerta importante. La mia passione si rispecchia in quella del popolo di Avellino, qui si é creata un’alchimia particolare. Il desiderio dei tifosi é anche il desiderio mio, é ovvio. Una delle gioie più grandi della mia carriera é stato riportare il Bari in Serie A, praticamente alla prima occasione, dopo 9 anni. E spero di rivivere queste emozioni, perché le voglio rivivere.
La partita di sabato non va caricata oltremodo, perché é una partita che già si carica da sé. I ragazzi, oggi, erano già con la testa lì. Bisogna giocarla con intelligenza, contro una squadra che si difende sempre bene, che ha ripartenze micidiali, quindi bisogna affrontarla nel modo giusto. Il mio compito, questa settimana, é solo quello di tranquillizzare, perché se vedi la squadra già fanno le fiamme sul campo. Dobbiamo alzarci la mattina, sin da oggi, con la voglia di fare una grande partita. La partita é sabato, ma ci siamo già oggi”.
Perinetti sul mercato in entrata
“Molina lo abbiamo trattato e chiuso, fissando anche le visite mediche a Villa Stuart. Garattoni? Io penso che la richiesta loro sia alta o comunque non in linea con il mercato. Per me é come rispondere no: se io dico 5 e tu mi rispondi 15, é come dirmi di no. Però ci sono altri 23 giorni, le cose possono cambiare. L’offerta per Starita? Avevamo una base d’accordo in estate, poi abbiamo virato su Gori. Adesso sentiamo numeri che non meritano neanche risposta, giriamo le spalle e ce ne andiamo.
Di giocatori ne sentiamo tanti eh, ma non abbiamo questa ossessione del mercato. Il mercato, anche negli ultimi giorni, può regalare delle occasioni che attualmente non sono minimamente avvicinabili all’Avellino. Un po’ come in estate. Non dobbiamo stravolgere nulla, né rompere equilibri nello spogliatoio.
Manuel Llano? Il Newell’s Old Boys é una delle squadre che sforna più giocatori in Argentina. Si tratta di un classe ’99, che ha rescisso il contratto con il Newell’s e quindi tratta da solo. Atteso a Roma? Forse deve venire in vacanza…“.
Le uscite? D’Amico é andato al Fiorenzuola, che gli paga tutto lo stipendio, Mazzocco é già fuori lista e quindi dobbiamo trovargli una sistemazione. Sono arrivati due giocatori e quindi due sicuramente devono uscire. Poi, se ne arriveranno altri, ne dovranno partire altri. Vediamo. Ci sono dei giovani che devono capire se vogliono cimentarsi o meno con altre esperienze, se vogliono andare a giocare altrove o meno.
Io credo tantissimo in Maisto, ma vorrei volesse più bene a se stesso. Ha delle potenzialità enormi, potrebbe diventare un giocatore fantastico, ma deve superare la soglia della sua pigrizia mentale, di voler essere sempre attaccato al territorio. Deve staccarsi dal cordone ombelicale e deve cercare di fare le sue esperienze in maniera piena, perché secondo me ci tornerà un campioncino. Deve superare queste sue remore. Renate? Vada dove vuole lui, ma deve metterci più desiderio di fare questa professione. Tecnicamente può fare tutto.
Sgarbi? La possibilità di trattenere il ragazzo ce l’abbiamo se centriamo la promozione. Per ora ce lo godiamo, perché oggi ce l’abbiamo e gli altri no, poi vediamo.
Abbiamo 23 giorni per stabilire chi deve uscire. A destra, abbiamo Ricciardi che sta facendo bene, Sannipoli che ha fatto il suo quando é stato chiamato in causa e Cancellotti che ha fatto molto bene anche in difesa. Questo spostamento di Cancellotti ha portato a cercare un altro elemento in quel ruolo, con caratteristiche più offensive. Vediamo quel che si può fare, senza fretta.
Perinetti e il Presidente D’Agostino
Ultima battuta sul patron dei Lupi: “Negli ultimi tempi, ti siedi con un presidente e ti dicono cosa devi fare. In D’Agostino, invece, ho trovato grande rispetto dei ruoli. Lui é il presidente, ha l’ultima parola, vuole essere informato di ogni passaggio, come é mio modo di operare. Io gli propongo delle cose e poi lui mi deve dire sì o no. Ricordo Dino Viola, che mi diceva: Perinetti, cosa ne pensa? Ed era un presidente che ti faceva tremare solo a guardarlo. Chiedeva il mio pensiero, per un dirigente questo é il massimo. Poi l’ultima parola spetta a chi paga, chiaramente. D’Agostino somiglia molto anche Vincenzo Matarrese, storico presidente del Bari.
Abbiamo tutti quel sogno lì, tutta Avellino partecipa alla costruzione di questo sogno. Tutti insieme ce la possiamo fare. Quando si sogna da soli, si sogna. Quando si sogna tutti insieme, forse si dà la possibilità di arrivare alla realtà. Io non posso garantire che noi vinceremo, ma posso garantire che vedrete sangue e sudore di tutti noi, per arrivare a quel sogno lì”.
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