Avellino in B, Giovanni D’Agostino: “La sconfitta è orfana, la vittoria ha tanti padri”

Avellino promosso in Serie B. Tutta l’emozione di Giovanni D’Agostino al termine della sfida con il Sorrento, che ha certificato il salto di categoria.

Avellino promosso in Serie B, tutte le dichiarazioni di Giovanni D’Agostino

Queste le parole di Giovanni D’Agostino a margine della promozione: “Non mi sono mai sentito un figlio di papà, perché ho sempre seguito la crescita dell’azienda, dai 4 ai 400 operai delle cene aziendali. La vittoria è di tutti. La sconfitta è orfana, la vittoria ha tanti padri. Ora è giusto aprire le porte a tutti, a tutti coloro che vogliono salire sul carro, perché oggi è il giorno di tutti, anche di chi ha vomitato cattiverie nei miei e nei nostri confronti in questi anni. Siamo tutti i tifosi, sono tutti i tifosi e tutti possono essere felici oggi.

È stato un percorso. Sono stato vicino, rispettando i ruoli, a tutti i direttori, a tutti gli allenatori, a chi mi ha insegnato lo stile, a chi era più bravo in italiano che in matematica. Vicino a tutti, dal direttore Di Somma ad oggi, tutti con i migliori presupposti, ma poi hanno fallito lavorativamente. Il piano B era lì nella mia cartella dall’inizio: direttore Aiello, allenatore Biancolino. Professionalità che hanno fame, portando avanti questa scelta fino a dicembre e poi rinforzando la squadra a gennaio, seguendo passo dopo passo un mercato che c’ha consentito di continuare a sognare. L’anno scorso, con Biancolino, si è stravinto il campionato, per poi fare una gran figura al Viareggio. Un settore giovanile creato cinque anni fa da me, con Biancolino che poi c’ha aiutato a raggiungere dei risultati. E ora siamo in Serie B.

L’emozione? La prima volta che sono entrato al Partenio avevo 17 anni ed era un tesserato dell’Avellino, e non capivo niente. Poi sono stato uno di quelli che ha scavalcato i cancelli il giorno del derby con il Napoli del 2005, sono irpino, mi sento irpino, ce l’ho tatuato addosso. La vittoria di un intero popolo, che ora merita di festeggiare.

Il taglio del codino? Sì, era una scommessa, sembro un topo infatti… Speravamo di farla qualche anno fa, forse non eravamo pronti, ora lo eravamo”.

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