AVELLINO CALCIO – Intervista fiume di Giorgio Perinetti, direttore dell’area tecnica dell’US Avellino, ospite di Prima Tivvù nel corso della trasmissione “Notte Ritiro”. Qui di seguito tutte le dichiarazioni del neo dirigente biancoverde.
Tutte le dichiarazioni di Giorgio Perinetti
Queste le parole del DT Giorgio Perinetti: “É chiaro che sono solo sensazioni, ieri è stata una partitella in cui abbiamo visto applicazione, voglia di fare, ma era solo il primo test, quindi primissime impressioni. Tutti sembrano molto disponibili a creare un gruppo ed é importante per uno spogliatoio quasi del tutto nuovo. Rimarrò qui a Palena tutta la settimana, per fare valutazioni tecniche con il mister e con lo staff, ma cercherò di conoscere meglio ognuno dei ragazzi, dai dubbi alle incertezze dell’uomo, prima ancora del calciatore. Qualche valutazione, singola e di gruppo, l’abbiamo già iniziata a fare ieri dopo la partita, com’è normale che fosse.
Cambiamenti? Non voglio fare confronti con il passato, perché non so nulla di questo. Ho certamente un po’ di esperienza, quindi le prime cose che voglio portare in una squadra sono chiarezza e professionalità. Si danno poche e piccole regole, che valgono per tutto l’anno, che vanno seguite, anche grazie alla collaborazione del mio staff. Poi, sta a me difendere anche il loro lavoro, per proteggere la squadra e i giocatori. Il campo é superiore a tutto, ma anche far bene le cose può portare punti e benefici nell’arco di una stagione.
Carta bianca? Venendo ad Avellino, ho chiesto di lavorare secondo quelli che sono i miei concetti. I miei concetti tengono presente massima condivisione, con collaboratori e staff tecnico, ma soprattutto con la proprietà. Avere carta bianca non significa non confrontarsi con le altre componenti, anzi. Spieghiamo certe scelte, perché prendiamo un giocatore piuttosto che un altro, perché esce un giocatore piuttosto che un altro. Ringrazio la società, perché ci sta dando massima disponibilità, ci confrontiamo costantemente e non lesina investimenti per poter far bene.
Ambizione? Quando parlo di questo concetto, parlo della voglia che deve avere ogni giocatore, ogni tecnico e ogni dirigente quando lavora per l’Avellino. L’ambizione di migliorare personalmente, per poi lavorare sul collettivo. Noi abbiamo fatto delle scelte, anche abbastanza veloci, per creare una base su cui potesse lavorare l’allenatore. Sappiamo di dover fare ancora qualcosina, poi ogni squadra é sempre perfettibile. Quando chiuderà il mercato estiva, la gente pensa già a cosa potremmo fare a gennaio. Il calcio è così.
Non si sa nemmeno quando finisce il mercato quest’anno… Noi pensiamo di aver fatto una base che consente a Rastelli di lavorare bene e di avere già dei riferimenti, utili per sviluppare le idee in cui crede. Siamo stati chiari nel determinare chi poteva rimanere e chi ha già lasciato, o lascerà, Avellino. Solo il tempo e il campo ci diranno se avremmo avuto ragione. C’è ancora molto da fare per tutta una serie di situazioni, ne siamo consapevoli. Le situazioni dei ricorsi e delle varie sentenze non facilitano il mercato, anzi lo rallentano. Siamo sicuri che avremo più certezze dal 3 agosto in avanti (all’indomani del TAR, ndr).
Varela? L’ho conosciuto a Palermo, molto giovane, poi ha girato molto, vestendo anche maglie molto importanti in Uruguay, giocando persino la Libertadores. Ha più di 30 anni, ma è come se ne avesse 22-23, perché ha ancora il gusto di giocare a calcio è questo mi piace molto. Ho visto buoni segnali anche dagli altri, sia dai giovani sia da calciatori come Tito, che conoscevo poco. Ho visto un atteggiamento di condivisione di intenti tra le due anime dello spogliatoio, vecchie e nuove.
Difensore centrale? Sono sempre molto restìo a fare nomi, anche se poi girano sempre tutti. Come società, devo difendere l’operato, perché quando si parla di un giocatore, nasce subito la competitività e si rischia di far saltare delle operazioni. Ovvio che è uscito un difensore come Auriletto, che é voluto andar via, ma noi cercavamo già un certo tipo di difensore. Un centrale che deve essere, più che di esperienza, di spessore, con grande carisma, personalità, e in grado di legare il reparto difensivo. Questo è l’identikit. A Venezia fui fortunato, perché trovai Domizzi e fu un giocatore chiave per il campionato, al di là del lavoro di Inzaghi e di altri calciatori che ci permisero di vincere quel campionato. Cerchiamo un giocatore che sappia guidare il reparto, é fondamentale. Stiamo lavorando su questo, spero possa arrivare presto, perché lavorare sulla difesa é molto importante e quindi vorrei che Rastelli avesse il tempo di lavorarci bene. Vorrei farlo il più rapidamente possibile, questi sono i miei desideri. Un nome? Ti direi Bonucci, perché l’ho avuto al Bari, ma sono sogni e noi dobbiamo essere più realistici.
Mazzocco? Vedi, andiamo troppo veloci. É un giocatore in ritardo di condizione. Vero che non gioca da marzo e che speravamo di trovarlo in un’altra condizione, ma è ancora molto presto per parlare di sostituzioni e di cambi. Lo abbiamo fatto visitare a Villa Stuart da professionisti illustri, ha fatto anche altri esami come da suo diritto. Stiamo aspettando lui, così come Russo e Trotta, ma li aspetteremo e speriamo di averli al più presto, perché fanno parte dell’organico dell’Avellino e ci puntiamo. Stiamo lavorando anche per definire il rinnovo di Russo, così il ragazzo si tranquillizza e sa di essere legato all’Avellino. Spero di potervelo annunciare a breve, perché stiamo lavorando a determinate situazioni.
Golemic e Fossati? Nomi non ne posso fare perché mi creano problemi sul lavoro. Boffelli lo abbiamo tirato fuori prima ancora che il Napoli lo liberasse e questo ha creato problematiche. Poi ho saputo che Pizzella era un giocatore bandiera e lo abbiamo subito richiamato, perché ci liberava un posto in lista. Ci vengono attribuiti, per il resto, una marea di nomi, non sto nemmeno più a sconfessarli. Noi cerchiamo di lavorare nell’ombra per arrivare ai calciatori cui moriamo. Il mercato è anche dinamico, quindi ci sono situazioni last minute che adesso non si possono nemmeno pensare, ma che all’ultimo tuffo potrebbero anche sbloccarsi. L’importante è aver creato subito una base corretta, consentendo allo staff di lavorare, per poi alimentare l’ambizione e la passione di cui parlo spesso. Quella passione che ho ancora io alla mia età e che spero abbiano tutti i componenti dell’Avellino, per crescere e creare l’ambiente giusto. Credo che il popolo irpino possa aver fiducia del nostro lavoro e di ciò che stiamo facendo.
Colpo Patierno? Volevamo sottrarre alla concorrenza questo giocatore, averlo noi. Il dubbio poteva essere questo: pensare ad un bomber che scende dalla B, che potesse avere anche una certa risonanza mediatica, sei tentato insomma; però, poi pensi che questi giocatori che scendono di categoria possano non avere quell’entusiamo, a fronte dei lauti contratti che gli fai. Patierno, invece, é un giocatore che ha qualità tecniche di categoria superiore, perché lo sto vedendo personalmente in allenamento, non so cosa ci faccia in Serie C. Per lui, però, l’Avellino é finalmente l’ambiente che lo può valorizzare, sotto tutti i punti di vista. Mi piace più questo giocatore, un erbivoro, che ha fame e voglia di raggiungere certi obiettivi con l’Avellino. Il direttore Condò mi ha bombardato con le sue note su questo giocatore, poi mi hanno convinto anche i video, quindi l’ho preso molto volentieri e sono contentissimo che sia qui.
D’Amico? L’ho avuto nei ragazzini del Palermo, poi il mio collaboratore Baccin lo ha portato all’Inter, a fronte di una cifra anche importante. Felice ha una storia personale molto importante, molto significativa, però è un ragazzo che ha combattuto sempre nella vita per imporsi. Ha delle qualità tecniche incredibili, va aspettato, deve dare continuità. Abbiamo patrimonializzato, perché ha un contratto con noi e abbiamo deciso di puntare su di lui. Deve solo dare continuità, ma credo possa farlo, perché l’ho visto davvero ben motivato e spero si imponga ad Avellino.
Sgarbi? É un ragazzo che ho visto giocare due volte con la Pro Sesto di Andreoletti. Quando vedi un calciatore, hai delle sensazioni particolarmente positive e a me è piaciuto. L’ho visto giocare contro squadre come il Vicenza, anche in un ruolo non suo, ma è bravo e penso abbia qualcosa di importante, di particolare. Deve migliorare sotto il profilo della realizzazione, solo questo, perché ha le qualità per farlo.
Maisto? L’ho conosciuto l’altro giorno e mi ha dato sensazioni positive, già dimostra una certa personalità. Mi è piaciuto molto, tutti parlano bene di lui, ma deve mettersi in testa che il gol più bello é sempre il prossimo. É quello che dico sempre ai giovani, quella é l’ambizione. Fare sempre un passo in più, deve solo convincersi di essere un giocatore importante.
La linea difensiva? L’ideale sarebbe un giocatore forte, veloce, forte di testa, mancino, che abbia qualità e carattere, e sappia guidare il reparto… Qualcuna di queste caratteristiche non le avrà, ma speriamo abbia almeno 6 di 8 caratteristiche. Se trovi un mancino forte, è meglio, perché è meglio avere entrambi i piedi in mezzo al campo, ma non è così decisivo. Vedremo.
Plescia? Gli abbiamo dato una chance, l’ho avuto nelle giovanili del Palermo, ha sempre avuto delle buone qualità. Soltanto un anno è riuscito ad andare in doppia cifra, quindi questa è per lui un’opportunità. Gli ho detto di dimostrarci che ha voglia di restare qua e devo dire che si sta impegnando tanto. Poi prenderemo una decisione finale, al termine di una valutazione.
Le uscite? Dei giocatori ancora tesserati con noi, alcuni ci hanno chiesto di non venire in ritiro, altri come Casarini avevano l’idoneità e sono venuti in ritiro come da loro diritto. Credo ci sia una riunione per stabilire se ci sia tutta la documentazione precisa, per poi farli eventualmente salire, ma se ne stanno occupando i sanitari come da protocollo.
Sul resto, stiamo lavorando. Questa incertezza sul mercato ti rallenta, però domani c’è un Consiglio Federale che sarà già illuminante e poi il TAR il 2 agosto. All’indomani del TAR, probabilmente daranno il via alla stagione, perché la situazione sarà più chiara. La prossima settimana potrebbero già nascere i gironi della Serie C e poi il sorteggio dei calendari la settimana successiva. Poi si sbloccheranno certi discorsi con società che devono prima capire che categoria disputeranno.
L’incentivo all’esodo? Facciamo chiarezza anche questo. È un istituto che usano tutte le società, per venire incontro a giocatori che non hanno avuto un’annata eccezionale, hanno un ingaggio molto pesante e hanno richieste da società di fascia media. Di solito se ne discute il 31 agosto, all’ultimo, ma noi siamo disposti a parlarne anche prima e lo abbiamo fatto sapere ai calciatori e agli agenti. Stiamo parlando con Micovschi, che potrebbe anche avere mercato all’estero adesso, così come stiamo parlando con Tounkara, per discutere un’eventuale rescissione. Ognuno rappresenta un caso diverso. Ringrazio il presidente D’Agostino per aver messo a disposizione risorse importanti per pensare ai nuovi innesti, prima ancora delle uscite.
Il calcio italiano? Io penso che in questo momento bisogna dipanare la matassa e venirne a capo, perché altrimenti il calcio è paralizzato. Ho sentito Gravina oggi, ma ci vorrebbero ore per parlare di questo argomento.
Il girone C che sta nascendo? Le gerarchie è difficile delinearle, perché i voti del mercato poi non rispecchiano i risultati del campo spesso e volentieri. Il girone C si presenta come un palcoscenico eccezionale, perché il Foggia ha perso lo spareggio con il Lecco, il Benevento ha ancora in organico quasi tutti i calciatori della B, fino ad arrivare ad un Catania ambizioso, che si dà l’obbligo di vincere e ha una rosa azzerata dal passaggio dai dilettanti ai pro. Poi c’è il Picerno che sta lavorando molto bene, ma poi il campo e il lavoro ci diranno tanto, oltre ai valori agonistici.
Io vorrei che l’Avellino avesse ambizione, che fosse una squadra irriverente, un Avellino che andasse su tutti i campi con la consapevolezza e lo spirito dell’Avellino. Se abbiamo questo, allora sarà l’Avellino giusto“.
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