AVELLINO CALCIO – Inizia un nuovo corso in casa biancoverde. Esonerato Massimo Rastelli, il Presidente D’Agostino ha deciso di puntare sulle idee e sull’ambizione di Michele Pazienza, tecnico reduce da un triennio vincente sulla panchina dell’Audace Cerignola. Oggi la conferenza stampa di presentazione allo “Stadio Partenio-Lombardi”: qui di seguito le dichiarazioni rilasciate dai protagonisti nel pomeriggio odierno, prima dell’allenamento in programma alle ore 17.30.
Le dichiarazioni di Michele Pazienza in conferenza stampa
Queste le parole di mister Pazienza in sede di presentazione: “Vanno messe da parte le situazioni vissute in estate, perché ci sono state chiacchierate con Foggia e Crotone, ma poi se non si trovano gli accordi, si guarda avanti. Io non ero alla ricerca di un contratto, dopo un ciclo che si era chiuso a Cerignola, ma di un ambiente che riuscisse a darmi nuove ambizioni e un progetto con ambizioni importanti. Quando mi si è presentata questa possibilità, ho accettato subito perché ho visto in questa opportunità tutte le caratteristiche e gli aspetti che cercavo.
Non sono sicuramente uno psicologo. Quando ho scelto Avellino, perché è una piazza e una proprietà importante, con ambizioni importanti. Ho visto in Perinetti una figura che può aiutarmi tantissimo a crescere e già ho visto una cosa che spesso non noto in altre situazioni: si è preso la responsabilità di una scelta che probabilmente non ha funzionato, dicendolo pubblicamente e senza paura di prendersi le sue responsabilità. Io ho iniziato ieri sera a prendermi le mie responsabilità e poi toccherà farlo con i calciatori, man mano. Non è possibile che solo una persona sia responsabile di un’intera situazione. Non va fatto un dramma, ma è un treno che va rimesso subito sui binari giusti, per le aspettative e le ambizioni della proprietà. Noi allenatori dipendiamo dai risultati e se non arrivano, significa che il treno non era sui binari giusti.
Se alzo gli occhi, non vedo nessuno che non abbia a cuore le sorti dell’Avellino. So quanto questi tifosi e quanta gente siano innamorati di questa squadra. C’è chi parla di alibi, io parlo di responsabilità e sono consapevole di ciò a cui vado incontro. Conosco bene la piazza, conosco bene la passione che c’è ed era ciò che cercavo.
Il sistema di gioco? Ho delle idee ma ho bisogno di più indicazioni. Il tempo è poco ma sarà sufficiente per affrontare al meglio la partita di domenica sera. Nell’immediato, cercherò di mettere in campo i giocatori che hanno una condizione fisica migliore, al di là del modulo che adotterò nel corso dell’intera stagione. Oggi ho bisogno di mettere i miei giocatori in condizione di esprimersi al meglio, dove si sentono più a loro agio. Poi cercherò di mettere la mia impronta, come fatto nel recente passato, ma con il passare del tempo e con il lavoro, ma sempre attraverso i risultati. Dobbiamo e possiamo riaccendere l’entusiasmo che c’era già all’inizio prima del campionato. E lo possiamo fare attraverso i risultati, attraverso un episodio che ci porti a questo, che è la nostra priorità.
Spero di essere l’uomo del destino per l’Avellino. Ci sono coincidenze che chi fa questo lavoro prima o poi si ritrova a vivere. È successo ad altri allenatori, è successo anche a me ora, ma non dobbiamo soffermarci su queste situazioni e guardare avanti.
Il mio carattere? Spero di trasmettere nel più breve tempo possibile quelle che sono le mie idee, la mia personalità e il mio spirito. Sono fondamentali la dedizione al lavoro e il sacrificio, come dico sempre. Ho trovato una squadra consapevole, della sua forza, perché sono giocatori che si conoscono. Ma anche una squadra consapevole che non basta. Non basta essere forti o avere determinati nomi, ma c’è da capire che c’è bisogno di qualcosa in più. E in questo ho trovato uno spogliatoio consapevole di ciò.
L’obiettivo? È quello di presentare una squadra all’altezza della partita di domenica e poi andare avanti. Step by step, il primo obiettivo è riprendere quel risultato che ci permetta di lavorare con maggiore serenità.
Le gerarchie? Non credo ci siano gerarchie assolute dopo sole due giornate di campionato. Ho visto l’Avellino a Barletta in amichevole, ma non ero a Castellammare lunedì scorso e non ho visto la partita dell’Avellino, bensì quella del Benevento contro il Francavilla. Non sono qui per correggere i presunti errori di un allenatore che rispetto e stimo molto, perché ha lasciato tanto qui, ma sono qua per continuare il mio percorso. Ho bisogno di parlare con i ragazzi e di rivedere alcune delle ultime due partite, anche fino a tarda sera, per capire dove migliorare e dove andare ad intervenire.
Essendo un allenatore giovane, non ho avuto modo di allenare tantissimi giocatori, ma ho avuto modo di giocare con Federico Casarini. Al di là del lavoro estivo, dobbiamo valutare tante cose e capire chi sta meglio, per farci un’idea complessiva.
Nel mio percorso da giocatore, ho avuto la fortuna di essere allenato da tanti grandi allenatori. Ho cercato sempre di prendere il meglio, ma senza fare copia e incolla. Ho cercato di fare mio quello che mi è stato trasmesso, perché altrimenti non riesci a trasmettere ai tuoi calciatori determinate cose, se non ti appartengono direttamente.
Le competitors dell’Avellino? Ci sono squadre attrezzate, che sono intervenute in maniera massiccia sul mercato. Non c’è il Catanzaro di turno, questo è per noi un vantaggio. Ci sarà sicuramente da battagliare, da lottare, da costruire qualcosa che ci renda una squadra difficile da affrontare.
Le ambizioni? Nel momento in cui vedo in lista giocatori importanti come Armellino, Cionek, Rigione, con un passato così importante, non posso pensare che le ambizioni abbiano causato questi risultati negativi. È una squadra attrezzata, ma non ce ne sono ammazzacampionato. La maglia dell’Avellino va riempita, va sudata e va portata con estremo rispetto, l’ho detto subito ai ragazzi. Vivo di sensazioni e anche i ragazzi penso abbiano capito a cosa facessi riferimento.
Cercherò di capire chi sta meglio, cercando di costruire un gruppo e una squadra compatta, un undici granitico, che possa garantirmi ciò che io chiedo e ciò che richiede il nostro momento. La priorità è trovare un risultato positivo.
Ho già fatto un passaggio con i singoli, anche con i vecchi dello spogliatoio. Con loro sarò molto sincero e diretto, li tratterò in maniera diversa dai giovani e dai ragazzini dello spogliatoio. Questo non significa che avranno diritto a giocare a prescindere, ma avranno maggiori responsabilità. Andrò da loro per far sì che abbiano quella forza in campo e nello spogliatoio, ma quando le cose non andranno bene andrò da loro, non dai ragazzini. Lo spogliatoio è un luogo sacro e sono loro che devono gestirlo in modo sano, consapevole e sfruttando la loro esperienza, che deve essere solo un fattore positivo.
Casarini? L’ho visto prima e sembra sia più in forma ora di quando giocava con me. Si è allenato regolarmente finora, come tutti gli altri, ma sono situazioni che valuteremo più avanti, cammin facendo.”
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