Nona conferenza stampa di presentazione in casa Avellino, dove sono arrivate le prime parole in biancoverde di Lorenzo Sgarbi, attaccante classe 2001 preso in prestito dal Napoli in questa sessione di mercato. Qui di seguito le dichiarazioni rilasciate dal centravanti originario di Bolzano.
Le dichiarazioni di Lorenzo Sgarbi in conferenza stampa
Queste le parole di Lorenzo Sgarbi in sede di presentazione: “Il problema alla caviglia? Per fortuna, l’esito degli esami che abbiamo fatto sulla caviglia sono positivi. Anzi, è stato lo spavento a stupire un po’ tutti. In seguito ad un infortunio avuto l’anno scorso, sulla caviglia sinistra sono sempre un po’ remissivo, perché ho avuto una lesione a due legamenti. Per fortuna, va già molto meglio a poco meno di 48 ore dall’infortunio e oggi pomeriggio proverò già a correre. Se l’esito del test sarà positivo, mi piacerebbe fare qualche minuto anche nell’amichevole di domani.
Il ritiro? Per quanto riguarda il mio arrivo, sono molto soddisfatto. Ho trovato un gruppo di persone molto espansive, lo ha dimostrato il lavoro quotidiano. Ci sono stati veramente pochi intoppi, pochi problemi. È un gruppo molto ambizioso, costruito da tanti giovani forti, ma anche da molti giocatori di esperienza, che conoscono benissimo la categoria e hanno fatto anche categorie superiori come la B. È un gruppo volenteroso, con un senso di rivincita rispetto all’anno scorso. Tutti i nuovi innesti sono venuti con l’intenzione di portare Avellino dove merita. Sicuramente non nelle posizioni dell’anno scorso. Siamo pronti a giocare le prime partite ufficiali, in attesa dello slittamento o meno dei campionati, sperando che non accada.
Il mio ruolo nel gruppo? Tatticamente, penso che svolgerò principalmente il ruolo di prima punta. È il primo anno che mi capita di giocare con calciatori di questo calibro, perché Marconi è uno esperto e ha fatto la B, Patierno è stato il vicecapocannoniere del girone C e per me è un onore allenarmi con gente di questo calibro. Ci sono tante sorprese positive come D’Amico, con cui ho giocato a Sesto l’anno scorso, Varela che è molto forte e ha una carriera per lui. Lo stesso Plescia, che a Piacenza ha rischiato di salvare la squadra con un’ottima seconda parte di campionato. Ho fatto un passo importante, ma l’ho fatto perché penso sia il momento giusto per farlo a 22 anni. Credo ci si possa togliere soddisfazioni importanti come gruppo e individualmente.
Il mio percorso? Il primo anno tra i professionisti, quattro stagioni fa, giocavo a Legnago ed era la mia prima esperienza tra i grandi. Era iniziato molto bene, prime 2-3 partite da titolare, poi ho rotto il crociato del ginocchio alla quarta partita. Grazie al medico che mi ha operato e mi ha curato, sono riuscito a tornare molto prima del previsto. Sono riuscito anche a finire il campionato, le ultime 2-3 partite. Sicuramente devo migliorare dal punto di vista realizzativo, perché va bene l’altruismo, ma poi un attaccante deve far gol. È un salto di qualità che questa piazza può farmi fare, mi sto allenando in tal senso. Mi piace molto far segnare i miei compagni di reparto, quindi tendo sempre a preferire l’assist piuttosto che il gol, ma so che devo fare questo step per giocare con certi giocatori e sono sicuro che segnerò qualche gol in più.
Rastelli? È un onore essere allenato da un mister di questo calibro. In più, ha fatto l’attaccante e può aiutarmi molto. La nostra è una squadra che prova a giocare in avanti, che prova ad aggredire sempre in avanti e questo mi aiuta molto. Perché la mia caratteristica migliore è l’attacco alla profondità. Il mister mi ha parlato, ho caratteristiche diverse rispetto agli altri attaccanti, ma credo sia un bene, perché l’attacco potrebbe essere molto complementare nel corso del campionato. Penso che possiamo essere una buona mina vagante e una sorpresa di questo campionato.
Da nuovo arrivato, mi sono subito informato e i compagni mi hanno detto alcune cose anche sulla passata stagione. Avevo amici e compagni che giocavano qui l’anno scorso e la posizione in classifica non ha rispecchiato i reali valori dei calciatori in rosa. Credo sia giusto prendersi una rivincita, perché i valori in rosa sono importanti e bisogna essere ambiziosi. Non c’è un obiettivo preciso, ma bisogna affrontare partita per partita con la mentalità che ho visto nel gruppo, così da scrivere una pagina importante in un posto così.
Per le caratteristiche dei giocatori che ho davanti, mi trovo bene da seconda punta, approfittando degli spazi che possono crearsi e che possono lasciare le difese avversarie. A chi mi ispiro? Due anni fa, ho conosciuto Osimhen nel ritiro del Napoli e ho cercato di rubargli qualcosa. Mi ha dato un paio di trucchetti, spero di saperli mettere in pratica. L’ho visto anche l’anno scorso ed era veramente incredibile, quindi spero di poter fare più gol quest’anno così come fatto lui la scorsa stagione. Spero rimanga a Napoli e in Italia.
Il numero di maglia? Ho scelto l’11, perché è il numero che mi rappresenta sin da piccolino, perché è il classico numero da attaccante che tende ad allargarsi, prevalentemente a sinistra per quanto mi riguarda. Ho chiesto questo numero, nessuno lo voleva e allora ho preso l’11. Sono molto contento di indossarlo”.
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