AVELLINO CALCIO – Alla vigilia della trasferta di Francavilla Fontana, è intervenuto in conferenza stampa il Direttore Sportivo dei Lupi, Enzo De Vito, che ha motivato il cambio di guida tecnica e analizzato l’attuale momento della prima squadra biancoverde. Massimo Rastelli sarà presentato all’inizio della prossima settimana. Qui di seguito le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal DS dell’US Avellino.
Le dichiarazioni del DS Enzo De Vito in conferenza stampa
Queste le parole del DS Enzo De Vito in conferenza stampa: “È un momento difficile che ci ha portato a cambiare allenatore. Non è mai bello esonerare un allenatore, perché una squadra è come l’equipaggio di una nave e io in questo caso sono il capitano. Se c’è una turbolenza, devo scegliere il momento giusto per cambiare rotta. Poi è chiaro che ci sono degli atteggiamenti che un capitano può adottare: o scappare come i topi, abbandonando la nave nel momento di difficoltà, o provare a trovare delle soluzioni che possano permettere di uscire dalla tempesta. Non è facile, non dobbiamo fermarci ad individuare il colpevole, ma il colpevole è qui ed è pronto a prendersi le sue responsabilità.
C’è poco da chiarire: io, il Presidente e l’Amministratore Delegato, abbiamo un’unica idea e un’unica linea. Io, ad oggi, sono molto dispiaciuto di non aver disposto di due calciatori importanti come Di Gaudio e Kanouté, che mister Taurino non ha mai avuto realmente a disposizione. Al mister, tra l’altro, va il mio grande in bocca al lupo. Il 3-4-2-1 del mister, infatti, è stato un po’ monco in apertura di campionato.
Il budget illimitato? Se devo arrivare a Montevergine, anche se il Presidente ha messo a disposizione un elicottero o una Ferrari, posso arrivarci anche a piedi. Ma me ne prendo tutte le responsabilità e per questo sono qua. Ma fa parte del mio background e della mia scuola, perché bisogna studiare per diventare direttore sportivo. A mio avviso, non è questione di budget, ma non sono qui per autoassolvermi, mi sto autoaccusando. In questo momento storico non ho ritenuto giusto fare delle cose, ma la fortuna non ci sta nemmeno aiutando in questo momento storico. Non pensavo certo che le scelte fatte da me, in estate, si tramutassero in scelte non idonee al momento, ai limiti della mediocrità.
Perché Rastelli adesso? Chi più di me avrebbe voluto cominciare con Rastelli dall’inizio, perché lui è un fratello per me, ma forse sarebbe stato troppo facile portare Rastelli in estate. Si era deciso di iniziare un progetto con mister Taurino e purtroppo non è andata bene. Ringrazio anche mister Biancolino per aver dimostrato ancora una volta di avere sangue biancoverde nelle vene. È senza dubbio un momento difficile quello che stiamo vivendo, perché stiamo sbagliando e non stiamo dando soddisfazioni al popolo irpino. Rastelli non è mai stato soggetto a TSO e quindi penso che abbia visto qualcosa in questa squadra, qualcosa da cui ripartire e su cui costruire. Ha accettato un anno e mezzo insomma, questo è un segnale importante, così come è stato un ulteriore investimento quello del Presidente, che ringrazio.
Mia assenza davanti ai microfoni? Non ho ritenuto giusto parlare nelle ultime settimane, ma non c’è stato nessun tipo di problema, poi ci sarà modo di confrontarsi nuovamente con Presidente e Amministratore Delegato. Ora dobbiamo pensare al campo. Io sono qui per metterci la faccia, sono io che sto davanti ad allenatore e squadra. Credo che la squadra mi segua ancora e il leader deve percepire questo, altrimenti si sta a casa. Non sono uno che vivacchia o vive alla giornata, ma so di essere in difficoltà ma so anche di poter trovare le soluzioni per uscirne. Quando non sentirò più questo, mi starò a casa.
Kanouté? Come ho detto in precedenza, sono assolutamente consapevole che abbiamo una squadra con dei valori. Kanouté ha avuto dei problemi oggettivi, dopo l’operazione estiva, ed è stato costretto a stare fermo l’ultimo mese. Ma rientrerà a breve. Di Gaudio idem, ieri è rientrato in gruppo e dovrebbe essere tra i convocati per domani.
Ci siamo confrontati con mister Rastelli e ci siamo dati un compito: guardare e capire cosa possono dare in campo i calciatori. Io sono molto fragile in questo momento, come una palla di cristallo in mezzo a tante bombe, ma sono convinto che questa squadra abbia dei valori. Il mercato di gennaio? Parliamo di una società fuori categoria, secondo me, quindi sono sicuro che si farà trovare pronta nel caso in cui dovesse servire qualcosa per migliorare questa squadra.
La Curva Sud? Al di là dei confronti, delle contestazioni, delle critiche, tutte giuste in questo momento, spero ci diano tutti una mano ad uscire da questo momento, perché sono loro il nostro motore e noi abbiamo il dovere di dargli delle soddisfazioni.
Ad oggi sto dimostrando di essere scarso, è evidente. A me, però, hanno insegnato che il tempo è galantuomo e non posso stare dietro a ciò che dice la gente. È oggettivo che io sia in difficoltà, è oggettivo che io abbia sbagliato finora. Gli errori sono stati fatti, ma bisogna guardare avanti, altrimenti ci viene il torcicollo. Ci sono allenatori che si sono proposti per venire ad Avellino, questa è la luce in fondo al tunnel che io ho visto: Brocchi su tutti, che era disponibile a scendere dalla Serie B per venire ad Avellino. Con Rastelli è stato solo un fatto di tempistiche, di chiamate e di confronti anche con altri allenatori, perché sono fatti oggettivi come nel caso di Brocchi. La proprietà era in linea con me perché la società ha un direttore sportivo e io ho fatto una scelta. Con Brocchi mi son sentito io, perché io faccio calcio e non mi faccio condizionare da altre cose, dalla politica o da altro.
Il mio contratto? Per me i contratti sono carta straccia, potevo avere anche 3-4 anni di contratto, per me non sarebbe cambiato nulla. Non c’entra il fatto che Rastelli abbia firmato fino al 2024, siamo entrambi sotto esame e dipendenti dai risultati che faremo qui ad Avellino.
Zero alibi? È chiaro che è finito tutto, alibi e tutto il resto. Dobbiamo fare risultato Il Direttore Sportivo non cerca consenso, ma cerca di andare avanti e di portare avanti un lavoro e una società. Il discorso di Caronte non cozza con il discorso del budget illimitato, perché quando ho vinto il campionato qui l’ho vinto con 5 Under, quindi non c’entra nulla.
Taurino? Non è stato un problema di due punte o di una punta, non è stato questo. Sicuramente non c’è stato feeling sulle scelte di alcuni uomini nelle ultimissime giornate, però non è stato questo il problema. Ora guardiamo avanti.
Ad oggi dobbiamo uscire dai bassi fondi della Lega Pro e poi dobbiamo programmare quello che merita questa piazza. Il compito è di risollevare le sorti dell’Avellino, perché non stiamo dando ai tifosi ciò che meritano. Bisogna pensare al presente e al campo, poi ci sarà tempo e modo di programmare il futuro insieme al mister e allo staff.
I calciatori fuori rosa? È chiaro che si azzera tutto rispetto ai discorsi fatti ad agosto, quindi non pongo limiti a nulla. Per Forte il discorso è diverso perché può rientrare in qualsiasi momento, mentre per gli altri due non c’è possibilità fino al mese di gennaio, salvo l’estromissione di un giocatore attualmente in rosa.”
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