Ospite de “Il Pomeriggio da Supereroi”, sulle frequenze di Radio Punto Nuovo, il Presidente dell’U.S. Avellino 1912, Angelo Antonio D’Agostino, ha fatto il punto sull’attuale situazione della Lega Pro e sul futuro della società biancoverde.
“Le prossime mosse dell’Avellino? Li abbiamo già rese note da tempo, ma è chiaro che questo virus ci ha portato un po’ fuori tempo. Ancora non sappiamo cosa dobbiamo fare e come finirà questa stagione, ma non ci resta che aspettare che il Consiglio Federale ratifichi quanto deciso dall’Assemblea di Lega Pro. Noi abbiamo votato per la sospensione del campionato, ma non è ufficiale finché il Consiglio Federale non ratifica il tutto. È stata un’assemblea molto lunga, anche un po’ polemica, perché c’era anche chi voleva giocare i playoff e chi la pensava diversamente.
Parlando di programmazione, è molto importante capire come finirà questo campionato. È importante che si decida in un modo o nell’altro, perché così possiamo programmare il futuro. Perché se non si ricomincia, ci sarà un risvolto; se si ricomincia, potrebbe essercene un altro. L’ho detto anche a Ghirelli.
Quarta promossa per meriti sportivi? Quando io ho votato per meriti sportivi, non intendevo votare soltanto per la classifica attuale e per il campionato in corso. Io ho votato così pensando all’Avellino, perché per me il merito sportivo comprende anche il bacino d’utenza, il blasone, la solidità finanziaria del club, merito sportivo può significare tutto. Una volta accantonata l’ipotesi sorteggio, che era una semplice fake news, la maggioranza ha votato per questo criterio. Ora bisogna vedere cosa deciderà di fare il Consiglio Federale, se sceglierà un altro criterio o meno.
Eventuali playoff? Se si decidesse di farli, noi saremmo sicuramente della partita. Sarebbe un nostro diritto, ci organizzeremmo per giocarli certamente. Però il discorso è uno: se non si possono giocare le partite, non si possono giocare nemmeno i playoff. Non si possono usare due pesi e due misure, ma io credo che sia molto difficile fare i playoff. Poi, non dimentichiamo che il nostro protocollo è diverso da quello tedesco, quindi o si rischia o non si rischia. Le vie di mezzo non credo siano la soluzione. In ogni caso, noi siamo pronti.
Il futuro di Capuano e Di Somma? Ci incontreremo in questi giorni per parlarne. Li conosco veramente poco entrambi, perché non abbiamo avuto modo di conoscerci anche umanamente. Per ora restano lì, ma c’è tempo. Se vorranno sposare il nostro progetto, saremo felici di continuare con loro. Il virus ha inevitabilmente ritardato il tutto, perché abbiamo bisogno prima di capire come finirà il campionato attuale. Allenatore e DS sono due pilastri del progetto tecnico, nessuno vuole fare torti a nessuno. Ci sarà modo di organizzarsi e pianificare.
Poi, in estate, bisognerà fare anche le trattative con i giocatori, andare al sodo e chiudere i vari contratti. A livello calcistico, vogliamo rispettare gli obiettivi che ci siamo prefissati, anche con i tifosi. L’obiettivo primario è gettare le basi per costruire un grattacielo importante, una società importante in ottica futura.
Il nuovo format di B e C? Si sta parlando di idee, di tante cose, ma nulla di concreto. C’è chi pensa di attuare questa rivoluzione già per la stagione 2020/21, ma sinceramente la vedo un po’ difficile. Proprio per un fatto logistico-organizzativo.
Noi vogliamo essere una società forte, perché in questo momento qualunque decisione passa per la solidità finanziaria del club. Soprattutto in questo momento storico, c’è anche il discorso degli sponsor, perché a porte chiuse in pochi investirebbero o ti darebbero una mano. Se non hai le spalle larghe, difficilmente vai avanti.
La famosa call di De Cesare? Noi abbiamo avuto delle rassicurazioni in merito, sul fatto che non dovrebbe essere esercitata. È chiaro che creerebbe dei problemi in un momento simile, ma sono fiducioso. Può essere esercitata: c’è il rischio, ma non è un rischio importante.
Parisi? Lui rientra sicuramente in quello che è il nostro progetto. Vorrei restasse con noi, ma è un ragazzo promettente e ha anche ambizioni di giocare in categorie superiori. È un nostro patrimonio, ma non bisogna mai precludere le aspettative e gli obiettivi dei giovani.”
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