AVELLINO CALCIO – Nel corso di una lunghissima intervista concessa a Irpinia TV, in occasione dell’ultimo appuntamento stagionale di Linea Verde Sport, il presidente Angelo Antonio D’Agostino ha tracciato un bilancio della sua esperienza al timone dell’US Avellino, volgendo lo sguardo al futuro e alla Serie B che verrà, senza dimenticare i singoli protagonisti e le scelte del passato.
Tutte le dichiarazioni del presidente D’Agostino
Queste le parole del patron D’Agostino a ITV: “Abbiamo metabolizzato la vittoria ma con le feste si rinnova tutto l’entusiasmo. È qualcosa di straordinario. Anche venerdì sera a Bagnoli c’è stata una grande festa in piazza. All’inizio stentavamo a crederci, pian piano abbiamo metabolizzato. Mi sono detto: “Non è un sogno, è la realtà”. La cosa più bella è vedere la Provincia in festa, vuol dire che tutti i nostri sacrifici hanno dato un pizzico di gioia a tutta questa gente.
La scelta di Biancolino? Non fu una decisione facile anche perché abbiamo ricevuto tante critiche dalla piazza dopo quella scelta. Abbiamo avuto il coraggio d’insistere e andare avanti perché è stata una scelta convinta, non di ripiego. La svolta è poi arrivata quando io e Giovanni ci siamo avvicinati di più alla squadra. Prima c’eravamo affidati a un direttore che doveva tirare le fila e fare quello che dicevamo ma puntualmente ricevevamo spallucce, specialmente quando le cose non andavano bene. Questa nostra vicinanza alla squadra e ai ragazzi, cosa che non era mai successa perché c’eravamo sempre affidati alla parte dirigenziale, ha fatto la differenza. Chissà se l’avessimo fatto prima… Ma non c’è la controprova chiaramente”.
L’esonero di Pazienza e la bordata a Rastelli
“Quando si esonera qualcuno è sempre doloroso perché, intanto, ammettiamo di aver sbagliato. Sostituendo qualcuno vuol dire che non avevamo individuato la persona giusta. Con Pazienza ho avuto tanta pazienza. In estate abbiamo allestito una squadra per vincere il campionato e quando le cose non andavano chiedevo cosa avessimo sbagliato. Lui ha sempre detto che non c’erano problemi. Quando poi mi ha detto che la squadra non lo seguiva ci sono rimasto male. Magari non aveva il carattere giusto per gestire un gruppo così forte e una piazza così agguerrita.
Quella sera (a settembre, ndr), ricordo, vidi Perinetti a telefono che aveva già capito come sarebbero andate le cose. Lo stesso Condò. Chiamai il mister e optai per l’esonero. Lo stesso fu per Rastelli. Quell’anno pensammo di fare qualcosa di straordinario con lui e De Vito, che avevano già vinto qui. Anche in quel caso fu una delusione sotto tutti i punti di vista. Ma con una differenza: Pazienza, sotto il profilo professionale, non ha saputo gestire il gruppo. Dall’altra parte è venuta a mancare non solo la professionalità, ma anche l’uomo. Nelle mie aziende posso fare mille contratti, ma il contratto non si rinnova se si viene esonerati. Ci vorrebbe un po’ di buonsenso. Qui ha dimostrato che non avremmo mai vinto nulla. I soldi sono importanti, ognuno deve essere ripagato per lo sforzo e il sacrificio che fa, ma prima di questo c’è la passione e la voglia di fare. A giugno abbiamo finito… finalmente ho un solo allenatore sotto contratto”.
Il futuro: l’area scouting e il sogno Serie A
“Allargare l’area scouting è fondamentale perché dobbiamo crescere i nostri calciatori e avere una squadra di proprietà. Abbiamo poi tanti ritorni dai prestiti e dobbiamo capire cosa fare. In questi giorni si è parlato del ritiro che è la prima cosa da fare. Cascia? Non lo so, forse no. Andremo sempre verso Nord. Vediamo cosa succede: nei prossimi giorni stabiliremo dove andremo. San Gregorio Magno diventa difficile per le amichevoli con squadre dello stesso livello. Siamo coscienti di affrontare un campionato diverso dalla C, un campionato nazionale, con squadre fortissime che scendono dalla Serie A. Dobbiamo puntare al massimo, anche perché accontentarsi non ci appartiene.
Il sogno Serie A? Bisogna fare i conti con la realtà. Siamo carenti di strutture in generale. Provate ad immaginare oggi l’Avellino in Serie A: dove gioca? Dobbiamo strutturarci a livello societario con qualche miglioria e aggiunta. Ma soprattutto dobbiamo avere le strutture giuste. Lo stiamo vedendo già adesso con la Serie B. Dobbiamo lavorare per creare le condizioni affinché tutto questo possa realizzarsi. La Serie A non deve diventare una pretesa. Se la società si struttura si creeranno le condizioni per vincere e restarci: andare in A e retrocedere dopo sei mesi non serve. Al di là della squadra, uno dei temi più importanti è proprio questo: le strutture.
Iscrizione e capitolo stadio? Per tutela vanno indicati due stadi. Abbiamo già indicato lo stadio di Frosinone. Il Sindaco ci ha rassicurati. Laura mi dice che non ci sono problemi e che per il 22 agosto saremo apposto. Forse è anche fortunata grazie a tutto questo caos in Serie B che potrebbe far slittare l’inizio della stagione di qualche settimana. L’obiettivo resta lo stesso: giocare la prima al Partenio”.