AVELLINO CALCIO – Ospite del nuovo appuntamento di “Contatto Sport”, negli studi di Prima Tivvù, il presidente Angelo Antonio D’Agostino è tornato a parlare degli episodi che hanno caratterizzato l’ultima sfida di Giugliano, prima di tracciare un parziale bilancio stagionale e proiettarsi al rush finale di campionato. Nulla è cambiato in classifica, tra secondo e quarto posto, con i Lupi di Michele Pazienza che rappresentano attualmente la terza forza del girone C, con dei playoff tutti da giocare.
Tutte le dichiarazioni del presidente D’Agostino
Queste le parole del presidente D’Agostino ai microfoni di Prima Tivvù: “Non siamo usciti benissimo da Giugliano, ci aspettavamo un risultato sicuramente diverso. Era iniziata bene, poi la partita ha assunto una conformazione diversa da quelle che erano le aspettative, anche perché condizionata da una serie di episodi. Su questo, ci stiamo lavorando. Sicuramente il nostro club non è stato favorito da nessun tipo di arbitraggio quest’anno. Le cose girano in maniera sbagliata. Poca fortuna, ma anche da parte degli arbitri non siamo stati visti di buon occhio. Mi sono lamentato con il presidente Marani e giovedì alle 14.30 ho un incontro con lui a Roma, perché quando è troppo è troppo. Noi non vogliamo essere assolutamente favoriti, ma non vogliamo nemmeno essere penalizzati. Già non siamo stati assistiti granché dalla fortuna, diciamo così, come è successo alla Juve Stabia. C’è stata bravura da parte loro, gli fanno fatti i complimenti, ma c’è stata anche la componente fortuna. Si dice che chi inizia bene è a metà dell’opera, noi non abbiamo iniziato bene questo campionato e alla fine è venuto fuori questo campionato”.
D’Agostino ha poi continuato, tornando anche sull’espulsione di Sgarbi: “Ingenuità dei singoli? Il codice etico interno parla chiaro. Prenderanno una multa, questo è chiaro. Poi, gli episodi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Condizionano il risultato. Per un club che investe tanto, non è bello essere trattati in questo modo. Non è abitudine nostra lamentarci, su nulla, ma quando è troppo è giusto che ci facciamo sentire. Un club come il nostro, che investe un po’ di milioni per una squadra di calcio, trovo minimale esser trattati così da un signore che ha già dei precedenti”.
Sulle parole di Giorgio Perinetti, D’Agostino ha aggiunto: “Condivido pienamente le parole del direttore Perinetti, perché al di là dell’errore che ci può essere, irridere un tesserato è un comportamento completamente fuoriluogo. Bisognerebbe trasmettere la massima serenità, poi si può perdere e si può vincere. Ha ragione il direttore Perinetti. Poi ci vorrebbe un po’ più di attenzione anche nello scegliere certe terne arbitrali. Sono arbitri giovani, possono sbagliare, ma l’importante è che le sorti di un club non vengano condizionate da decisione così e da arbitri così”.
Ad oggi, non sembrano coincidere investimenti fatti e risultati della squadra: “Non sono soddisfatto, – ha sottolineato il patron dei Lupi – perché per esserlo dovevamo essere primi. Noi stiamo vedendo quest’anno un campionato molto particolare, perché chi ha speso di meno è avanti, chi ha speso di più è dietro. Il calcio non è una scienza esatta, perché squadre che hanno investito come noi sono attardate, mentre è avanti chi ha investito il 30% rispetto a noi. Poi, è chiaro che non è finita, perché ci sono playoff e questa squadra ha tutto per poter emergere. Ricordiamoci pure come siamo partiti: siamo partiti con due sconfitte consecutive, per poi rimodulare la parte tecnica, cambiando l’allenatore. Quello pesa, con due sconfitte di fila. Poi, un nuovo allenatore con una squadra non costruita da lui, con giocatori che possono anche non piacere del tutto al nuovo allenatore, per caratteristiche e modo di giocare. A gennaio abbiamo cercato di correggere qualcosa, ma siamo andati avanti con una squadra costruita da un altro allenatore. Questo non deve essere un alibi, perché abbiamo costruito una squadra importante, perché l’obiettivo primario era vincere il campionato. Lo dicono i curriculum, i contratti e la spesa totale investita. Per questo, resto fiducioso in vista del rush finale e dei playoff. C’è fiducia anche in chi ha operato, poi in campo vanno 11 ragazzi e dipendi da loro”.
Sul rapporto con mister Pazienza: “Con il mister c’è un rapporto molto professionale. Noi non possiamo entrare nel merito di un lavoro di un allenatore. Quando si stabiliscono budget e obiettivi, si opera in quella direzione. Poi l’obiettivo può arrivare e non arrivare, è chiaro. Pazienza è una persona molto mite e ha una media punti buona, non eccellente ma buona. Considerando che non siamo lontani dai punti fatti dalla Juve Stabia e dal Benevento, tutt’altro. Credo stia facendo un buon lavoro in una piazza importante, complicata, lo sappiamo. È una piazza complicata in cui serve un carattere abbastanza forte, che non è per tutti. Pazienza non è mai stato in discussione. Abbiamo fatto un progetto con lui e con il direttore, ma abbiamo ancora cinque partite regolari e poi i playoff. Volevamo arrivare primi, non siamo arrivati primi, ma abbiamo ancora tanto da giocarci. Non possiamo fare e disfare in continuazione, quest’anno è uscita la sorpresa Juve Stabia, che ha messo in condizione i calciatori di esprimersi al meglio, anche con un pizzico di fortuna. Lì c’è Mignanelli, per esempio, che qui faceva un certo tipo di gioco, lì invece ha trovato un contesto che lo ha esaltato evidentemente.
La scelta di Rastelli a inizio anno? Rastelli è un nome per cui c’è stata esaltazione quando lo abbiamo preso, facendo anche dei contratti da fessi se vogliamo. Ma lo abbiamo esonerato dopo due giornate quest’anno, non è stata una questione economica. Abbiamo provato a dargli una possibilità iniziando dall’estate, con una squadra fatta da lui, ma ci siamo subito accorti che c’erano dei problemi e non è andata bene. Pazienza sta facendo bene, poi è chiaro che ci sono state delle problematiche, come i tanti infortuni per esempio. Non sempre si riesce a fare tutto al massimo. Non sempre il cambio tecnico è la scelta giusta, ma non per un motivo economico. L’ho spiegato anche ad una delegazione del tifo organizzato: se arriva un terzo allenatore, ci vuole del tempo per incidere e per cambiare determinati meccanismi. Non è una cosa così automatica, quindi per me andiamo bene così e resto molto fiducioso”.
Sui presunti problemi nello spogliatoio: “All’interno dello spogliatoio mi faccio già sentire abbastanza. Non c’è nessun problema con la squadra e nella squadra. Non ci sono gruppi e gruppetti, anzi. Il mister sta avendo un’ottima gestione dello spogliatoio, perché non è facile avere due squadre, tra campo e panchina. Entrambe dello stesso livello. Ci vuole davvero pazienza e lo sta facendo alla grande. E io non ho mai sentito nessun tipo di lamentela da parte di nessuno, al contrario dell’era Braglia. Lì c’erano gruppi e gruppetti, mentre qui Pazienza fa le sue scelte in base all’avversario e a come l’ha preparata. Loro vogliono vincere più di me. Anche perché abbiamo fatto un ragionamento con gli stessi calciatori: vincere questo campionato per poi andare avanti insieme”.
D’Agostino ha poi precisato, tornando sul 3-2 del “De Cristofaro”: “A Giugliano abbiamo giocato una delle migliori partite del campionato, mi sono piaciuti veramente tanti i ragazzi. Per atteggiamento e per gioco, al di là del risultato finale”.
Un appello alla piazza: “Al di là delle aspettative e delle pressioni, vorrei ringraziare i tifosi per i loro sacrifici, ma chiedo loro di stare vicino alla squadra. Noi non possiamo buttare a mare tutto, perché noi abbiamo una squadra forte e possiamo giocarci queste cinque partite con la giusta tranquillità, restando più uniti. Sono prima uomini e poi calciatori, sono veri professionisti, loro più di noi vogliono vincere. Abbiamo tutto quello che ci serve per puntare a quello a cui vogliamo arrivare”.
Sul reparto offensivo biancoverde: “Credo che abbiamo il miglior attacco del campionato, hanno segnato tantissimi gol”.
“Io mi auguro che andiamo in Serie B, – ha aggiunto il numero uno dell’Avellino – perché è ciò che vogliamo tutti e perché credo che ci siano gli ingredienti giusti. Qualora non dovessimo andare in B, non smantelleremo nulla, al contrario di quanto fatto post Foggia qualche anno fa. È chiaro che se non dovessimo andare in B, ci sarebbe qualcosa da rivedere, perché qualcosa che non sarebbe andato nel verso giusto. Ma non ci voglio nemmeno pensare”.
Tema nuovo “Partenio-Lombardi”: “Sul nuovo stadio, c’è un po’ di confusione. Il progetto definitivo non è stato ancora presentato, ma da quando si presenta il progetto, per il quale mancano ancora dei documenti, ci vuole almeno un anno per avere un permesso. Ci vuole almeno un anno in Italia, tra permessi e conferenze dei servizi. Ci mancano degli elaborati che ci devono fornire, poi va presentato alla regione, va ottenuto l’ok e poi va in detta la conferenza dei servizi, che indice la regione. Non saremmo mai riusciti ad ottenere il permesso e a fare lo stadio l’anno prossimo, anche Zavanella lo sa bene. Per il permesso finale, ci vuole un anno. L’anno prossimo, sicuramente giocheremo dove siamo adesso, nell’attuale Partenio-Lombardi. L’obiettivo della squadra, al di là dello stadio, è lasciare questa categoria e andare in un campionato superiore. Lì ci sarebbe anche il Var e probabilmente anche degli arbitri migliori… Il Var ci vorrebbe sempre, non solo nei playoff”.
Ora, testa al Picerno e ai playoff: “Il nostro prossimo avversario rappresenta un’altra delle tante anomalie di questo campionato, perché sono sempre lì a giocarsela con un budget addirittura inferiore alla Juve Stabia. Il calcio è veramente strano. Sabato per me noi è importantissima, almeno per blindare il terzo posto, per poi puntare al secondo posto. E questo è ancora un obiettivo alla portata. Chiedo a tutti di starci vicino anche per questo, i ragazzi sono motivati. Contro le grandi squadre, noi abbiamo sempre fatto belle partite. Meglio terzi o secondi? Il secondo è il primo degli sconfitti, quindi già il secondo non va bene, ma addirittura terzo… Quindi cerchiamo di arrivare almeno secondi. Ma l’importante sarà non perdere il ritmo dopo la regular season. La statistica dice che 8 volte su 10 è andata in B la seconda”.
(in aggiornamento)
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