Avellino Calcio, l’indicazione tattica nel secondo giorno di ritiro

Secondo giorno di ritiro per l’Avellino di Michele Pazienza, impegnato a San Gregorio Magno per preparare la nuova stagione sportiva, alla vigilia del primo test contro l’Asd Calcio Gregoriana. Prime indicazioni di natura tattica dal campo sportivo situato a 500 metri sul livello del mare, dove i Lupi stanno già lavorando con buona intensità, in attesa di ulteriori novità dal mercato.

Dopo la canonica fase di riscaldamento e un lavoro atletico sotto gli occhi del tandem Zoila-Gennarelli, la seduta pomeridiana è proseguita con esercitazioni tattiche e partitella a tema. Si lavora nel segno della continuità, agli ordini di Michele Pazienza, ma con un paio di curiosità che meritano di essere evidenziate: senza le caratteristiche di un calciatore come Lorenzo Sgarbi, rientrato al Napoli e girato in prestito al Bari in Serie B, sono le mezzali ad inserirsi senza palla sul lato forte, creando superiorità numerica in zona cross e aprendo spazi per l’esterno di riferimento. L’obiettivo è sempre provare ad arrivare sul fondo o all’altezza del lato corto dell’area di rigore, per poi servire traversoni utili per le punte. Si è rivista la proverbiale palla sul dischetto, con passaggio all’indietro in direzione dell’attaccante piazzato nel cuore dei 16 metri avversari.

La novità di giornata, però, è la costante ricerca dei braccetti nella metà campo offensiva. Una mossa di matrice “gasperiniana”, stile Atalanta. Possesso palla, costruzione su una delle due corsie attraverso il triangolo che coinvolge l’interno, la punta e il laterale di competenza, ma non solo. A San Gregorio Magno, partecipano alla fase offensiva anche Frascatore e Cancellotti, “terzi di difesa” che hanno spinto con grandissima continuità nel corso dell’allenamento di oggi, sovrapponendosi in numerose occasioni ai quinti. Se l’Avellino non trova spazio con la prima giocata, Pazienza intende cambiare subito versante per attaccare il lato debole e infilare la difesa avversaria con l’inserimento dei braccetti. L’esterno ha così la possibilità di accentrarsi e fare una scelta: servire l’attaccante per uno scambio ravvicinato o imbucare per il Cancellotti di turno, chiamato ad andare immediatamente al cross per i compagni. Un qualcosa che avevamo già visto nei playoff contro il Catania, al “Partenio-Lombardi”, in occasione del gol partita di Michele D’Ausilio, quando Frascatore iniziò a sganciarsi ripetutamente sul versante di Liotti per consentire all’ex Cerignola di riempire l’area e affiancare la coppia d’attacco.

Un lavoro importante per avere un ventaglio di soluzioni offensive più ampio e non perdere ritmo quando si ha difficoltà a trovare spazi contro squadre chiuse, che difendono in modo ordinato. Chiaramente, molto dipende dalle caratteristiche dei difensori che compongono il terzetto: Frascatore e Cancellotti hanno un passato da terzini, mentre giocatori come Benedetti fanno decisamente più fatica ad accontentare Pazienza sotto questo punto di vista. Non è un caso, infatti, che l’Avellino abbia attenzionato il profilo di Stefano Scognamillo, difensore di proprietà del Catanzaro a cui piace spingersi in avanti e già abituato ad una retroguardia a tre.

Lunedì, intanto, è atteso l’arrivo di Chicco Patierno a San Gregorio Magno, dove approderà anche il greco Sounas nella giornata di mercoledì. In entrata, le priorità restano un centrocampista centrale e un esterno sinistro di centrocampo: Capomaggio e Costa sono sempre in cima al taccuino del tandem Perinetti-Condò, ma non sono escluse sorprese, complici le esose richieste di Audace Cerignola (soprattutto, ndr) e Vicenza. Poi, ci si concentrerà sul difensore che andrà a rimpiazzare il partente Cionek e sull’ideale sostituto di Lorenzo Sgarbi. Llano e Sannipoli potrebbero rimanere alla corte di Michele Pazienza completando così la rosa biancoverde.

È necessario restare nei confini di una lista di 23 calciatori, con due portieri (più Guarnieri), sei difensori centrali, quattro esterni, sei centrocampisti e quattro attaccanti.

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