Ospite di Prima Tivvù nel corso della trasmissione “Notte Ritiro”, mister Massimo Rastelli é tornato a parlare della nuova rosa dell’Avellino, tra obiettivi di mercato ed esigenze, passando per i primi passi in quel di Palena e per un futuro tutto da scrivere.
Le dichiarazioni di Massimo Rastelli
LA COMPATTEZZA DELL’AMBIENTE – «È fondamentale. Abbiamo affrontato questo argomento in tante circostanze. Partiamo con una nuova stagione dove si cerca di mettere una pietra sopra alla passata stagione. Cerchiamo di creare quel clima sereno che possa permettere di fare qualcosa in più. Cerco di trasmettere l’importanza di questa piazza a tutti i miei calciatori, sia vecchi che nuovi. Abbiamo bisogno che si crei quell’entusiasmo attorno a noi ma dobbiamo essere bravi ad alimentarlo attraverso prestazioni e risultati».
IL MERCATO DELL’AVELLINO – «Con il Direttore Perinetti e Luigi Condò si è creato un ottimo feeling. È stato molto semplice perché Perinetti è un direttore di grande esperienza. Ci siamo confrontati, cercando di avere le idee molto chiare sulle caratteristiche che possono servirci. Ci siamo sentiti molto spesso e abbiamo messo appunto le mie idee. I direttori hanno lavorato alacremente in queste settimane. Alcuni obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti, come il portiere, il play e i trequartisti. Sono stati acquistati giocatori importanti per la categoria, ma mancano ancora dei tasselli. Ci siamo riservati di valutare tutto in questo ritiro. Farò poi delle valutazioni per andare a riempire dei ruoli, cercando di mettere qualche caratteristica che manca. Era fondamentale avere una buona ossatura per affrontare il ritiro».
(Video: Prima Tivvù)
LA VOGLIA DI RISCATTO – «Sono molto consapevole del mio ruolo e di cosa mi aspetta. Questa consapevolezza mi fa avere un atteggiamento di grandissima concentrazione perché voglio fare il mio lavoro al massimo. Non sempre le ciambelle sono uscite col buco ma essere ripartito da Avellino significa avere una grande opportunità».
L’INTERESSE PER THIAGO CIONEK – «Con l’uscita di Auriletto c’è bisogno di un altro centrale. Vaglieremo vari profili per piazzare il più adatto anche in base ai difensori che abbiamo già in rosa. Conosco Cionek, mi dà l’idea di essere un Leo Criaco quando vincemmo il campionato nel 2005. È un calciatore importante, non più giovanissimo, ma che si fa rispettare».
COSA MANCA A CENTROCAMPO – «Ad oggi abbiamo sei centrocampisti e quello che ho detto a fine mercato di gennaio lo ribadisco, è un centrocampo ad oggi completo di tutte le caratteristiche. Mazzocco, Matera e Dall’Oglio garantiscono fisicità. Lo stesso Palmiero, che conosco bene, è un calciatore molto tignoso, aggressivo e ha quelle caratteristiche che avevo chiesto. Abbiamo D’Angelo e Maisto che dal punto di vista tecnico hanno quelle caratteristiche che piacciono a me, perché si buttano dentro e vanno a far gol, pur pagando qualcosa in fase difensiva. In questo ritiro vedremo le condizioni di diversi elementi e faremo le nostre valutazioni».
IL TANDEM MARCONI-PATIERNO – «Entrambi sono giocatori che possono fungere sia da raccordo che da prima punta. Marconi può dare più riferimento mentre Patierno ha allo stesso tempo anche le caratteristiche da seconda punta. Abbiamo messo un’altra caratteristica che è quella di Sgarbi, che è uno che attacca la profondità, gli spazi, nonostante l’altezza. È una caratteristica che l’anno scorso ci mancava o che ci avrebbe dovuto dare qualche altro giocatore».
IL CAMBIO MODULO – «Il 4-3-1-2 lo conosco molto bene, l’ho utilizzato ad Avellino nell’anno della promozione, idem a Cagliari. È un modulo che permette di essere aggressivi quando si attacca ma allo stesso tempo permette di giocare con equilibrio. Non c’è un sistema di gioco vincente. Nello scegliere questo abbiamo valutato anche gli elementi che sarebbero rimasti e avrebbero potuto sfruttare le proprie caratteristiche. Ovviamente sarà il campo a decidere. Sono pronto a cambiare in qualsiasi momento, anche a gara in corso».
IL REGISTA E IL TREQUARTISTA – «Ogni ruolo è molto legato all’altro. Non c’è un ruolo indipendente. Cerchiamo attraverso il nostro sistema di gioco di creare quei presupposti affinché i ragazzi riconoscano lo spazio. Lavoriamo su principi. Proviamo delle giocate codificate ma sono situazioni che durante una partita si possono verificare. Voglio il calciatore che sappia leggere il gioco. Il regista e il trequartista sono due ruoli importanti, ma come lo sono tutti gli altri. Il trequartista è il calciatore in più che deve avere delle grandi letture. Può attaccare la profondità o giocare tra le linee. Può arrivare a rimorchio in situazioni da palla inattiva. Al mio trequartista chiedo grandissima libertà se non quella di legare tra attacco e centrocampo».
LA TATTICA – «Dal punto di vista fisico abbiamo il nostro programma dove cerchiamo di mettere le basi dal punto di vista del lavoro a secco. Stiamo cercando di mettere in chiaro gli obiettivi che vogliamo raggiungere. I miei collaboratori mi stanno dando una grandissima mano. Cerchiamo di curare tutti gli aspetti in tutti i reparti. Stiamo lavorando sulla difesa e sui possessi che vanno a mettere in campo i principi fondamentali che questa squadra deve assimilare. Stiamo lavorando sulla finalizzazione. Valutiamo i carichi di lavoro cercando di portare tutti al massimo della condizione in maniera graduale».
IL FUTURO LEADER E CAPITANO DEL GRUPPO – «Il leader deve essere il gruppo. Credo che se si ha un gruppo granitico chiunque riesce ad emergere. Ci sono tante personalità e il livello del gruppo generale è aumentato rispetto all’anno scorso. Non ho ancora scelto il capitano».
IL RICORDO PIÙ BELLO AD AVELLINO – «Quando vinci sono quelle le immagini che restano scolpite nella mente. Il gol di Zigoni a Catanzaro è indelebile. Dobbiamo essere bravi a sapere qual è il nostro obiettivo ma non devono esserci eccessive pressioni».
LE CONDIZIONI DI RUSSO – «Il suo è un infortunio importante dove le tempistiche sono sui 5 mesi per essere a disposizione del gruppo. È a buon punto. Prevediamo possa essere completamente a disposizione attorno a fine settembre ma ovviamente ci vorrà del tempo dopo diversi mesi di inattività».
L’OBIETTIVO STAGIONALE – «Vogliamo fare un campionato da protagonisti. Vogliamo essere una squadra temuta in qualsiasi campo che cerca di trarre il massimo da ogni partita sapendo che ci sono sempre gli avversari. Saremo in un girone di ferro con tante squadre che vorranno fare bene. Siamo tutti consapevoli di quello che dobbiamo fare».
COSA MANCA – «Un centrale bisogna prenderlo. Poi c’è il ritiro dove sto valutando diverse cose. Lavoriamo senza fretta».
L’IMPORTANZA DEL FIUME AVENTINO – «È importantissimo perché essendo delle acque molto fredde permettono alla muscolatura di rigenerarsi più velocemente. In altre circostanze, dove non ci sono queste situazioni, si ricreano le medesime condizioni con delle casse ricolme d’acqua fredda».
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