SCONTRI TIFOSI FOGGIA-AVELLINO – Quella del 7 novembre, nonostante lo spettacolo (bello o brutto che sia stato, ndr) apprezzato sul terreno di gioco, non sarà ricordata come la miglior serata del calcio italiano. Il nervosismo iniziale, l’inspiegabile attesa e le intemperanze delle tifoserie di Foggia ed Avellino, hanno dato vita ad un cocktail di tensione e violenza che rischia di macchiare l’immagine dei due club del girone C che vantano maggiori apparizioni in Serie A.
Scontri Tifosi Foggia-Avellino: la lunga notte dello “Zaccheria”
Dopo essere entrata con 28 minuti di ritardo rispetto al calcio d’inizio del match, a causa di un servizio d’ordine non all’altezza di una partita di calcio, il tifo organizzato biancoverde ha risposto con fumogeni e petardi al primo lancio di pietre ed oggetti operato dai foggiani presenti in Curva Nord. Da qui, la sospensione dell’incontro per circa 6 minuti e una sorta di “tregua” fino al 90’: al termine della sfida, la tifoseria ospite é stata costretta ad uscire dallo “Stadio Pino Zaccheria” soltanto alle 00.25, a 2 ore esatte dal fischio finale dell’arbitro Giaccaglia.
Gli ultras del Foggia, nella zona adiacente alla Curva Nord, hanno atteso l’uscita dei supporters irpini per cercare un nuovo contatto e dar seguito al reciproco lancio di petardi e fumogeni registrato alla mezzora del primo tempo all’interno dell’impianto sportivo pugliese. I supporters dei Satanelli hanno prima affrontato un cordone delle forze dell’ordine a poche decine di metri dall’area riservata agli avellinesi, per poi ricominciare a lanciare fumogeni, petardi, bottiglie di vetro e oggetti vari contro gli stessi. Intorno a mezzanotte, le tifoserie sarebbero persino entrate a contatto fisicamente, eludendo così (almeno inizialmente) l’intervento della polizia.
Cosa rischiano Foggia ed Avellino dopo gli scontri ultrà del 7 novembre?
Si parta da un presupposto: non è stato garantito alcun servizio d’ordine. Il Presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, che si è già espresso sulla vicenda in tempo reale, dovrebbe chiedere spiegazioni ed, eventualmente, i danni di immagine prima alle autorità che si sono occupate di organizzazione e “strategia” nella serata di ieri, esasperando gli animi dei sostenitori ospiti, non effettuando un doveroso ed efficiente controllo e senza limitare concretamente i contatti tra le due fazioni.
Detto ciò, la responsabilità non è esclusivamente delle forze dell’ordine. Ci mancherebbe. Non sono “Santi” quelli che si sono affrontati ieri sugli spalti e all’esterno dello “Zaccheria”. Conosciamo, però, le dinamiche di questo mondo e di tali situazioni: siamo consapevoli di ciò a cui si va incontro di qui in avanti. É pronta una pioggia di diffide, dei cosiddetti “DASPO”, che rischiano di reprimere in maniera concreta e pericolosa il tifo organizzato dell’Avellino e, chiaramente, della Curva Nord Foggia. Inoltre, c’è grande curiosità per quanto scriverà e decreterà il giudice sportivo della Lega Pro nelle prossime ore: probabile chiusura per un turno della Curva Sud del “Partenio-Lombardi” e, ovviamente, della Curva Nord dello “Zaccheria”, con (possibile) futuro divieto di trasferta per i rossoneri nel girone di ritorno.
Contestualmente, ci si chiede se nel 2022 sia normale assistere a tutto ciò. Ma davvero a “tutto”: dall’inadeguatezza del servizio d’ordine pubblico, mai garantito realmente ieri sera, all’astio che diventa violenza gratuita.
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