AVELLINO CALCIO – Nel corso della trasmissione “Tifare Avellino è uno Stile di Vita”, in onda sui social di Irpinianews.it, Giovanni D’Agostino ha detto la sua sul cammino intrapreso dai Lupi di Piero Braglia, concentrandosi sulla classifica del Girone C di Serie C e sul futuro della società biancoverde.
Queste le parole dell’Amministratore Unico dell’IDC: “Sono risultato positivo al Covid lo scorso 28 gennaio, quindi sono ancora un po’ scombussolato dopo giorni particolari. Siamo stati molto attenti in questi 7-10 giorni, monitorando costantemente la situazione della squadra. Probabilmente sono stato uno dei pochi casi positivi che non ha infettato nessuno, perché ce ne siamo accorti controllando giorno dopo giorno il gruppo squadra.
La classifica? Anche se non dovrei, io la guardo ogni giorno. Siamo ad un passo dal Bari, è vero, ma il campionato è ancora lungo. C’è il Catania con due partite da recuperare, che è lì col fiato sul collo; c’è il Catanzaro, che ha un organico importante, senza dimenticare il Foggia, il Teramo e le squadre che occupano attualmente la zona playoff. Arrivare secondi sarebbe importante, sicuramente. L’anno scorso, siamo usciti dai playoff a Terni pareggiando, proprio perché la Ternana occupava un piazzamento migliore al termine della regular season.
Difficoltà negli scontri diretti? È vero, abbiamo perso un po’ di punti contro le squadre d’alta classifica, ma le abbiamo affrontate anche in un momento particolare della stagione. Tra Covid, infortuni e alcuni meccanismi che il mister non era riuscito ancora a sistemare, abbiamo avuto qualche problema contro queste squadre, ma io sono contento del lavoro dello staff tecnico e dei ragazzi, che hanno finalmente capito il peso e l’importanza di questa maglia.
Il progetto D’Agostino? Non ci siamo mai fermati e non mi sono mai fermato neanche in questi giorni particolari, purtroppo o per fortuna. Noi, come società, abbiamo rifondato completamente il settore giovanile e siamo all’anno zero. Abbiamo cercato di dare un’organizzazione, andando avanti passo dopo passo, senza fare troppi reclami. Stiamo lavorando in maniera diversa rispetto al passato, dando spazio solo a chi merita, com’è giusto che sia. In cantiere, può esserci un nuovo stadio così come un centro sportivo, che alla base di qualunque progetto tecnico. Il 70% dei giovani attualmente tesserati è di origine irpina, una percentuale enorme. L’obiettivo è crescere giovani come Fabiano Parisi e lanciarli in prima squadra.
Gli acquisti di gennaio? Carriero mi ha stupito, perché lo conoscevo dai video, ma non pensavo che fosse così tecnico. Non è solo quantità e cattiveria, ma anche tempi di inserimento e qualità. È uno che ha molta fame, lo dimostrò già al momento della firma, quando mi disse: il direttore ha scelto il soldato giusto. Mi ha stupito per personalità. Illanes? Lo abbiamo scelto perché già l’anno scorso era uno dei giocatori più forti della rosa, adesso lo sta confermando. Per venire ad Avellino, si è fatto 9 ore di macchina con un figlio nato da pochissimi giorni. Baraye, invece, lo stiamo iniziando a conoscere e a Bisceglie secondo me ha cominciato a far vedere le sue qualità.
Errico? Veramente un anno sfortunato per lui, ma non è ancora finito. I primi tre giorni, quando è arrivato, non lo prendeva nessuno in allenamento, perché ha un dribbling veramente incredibile. Purtroppo si è infortunato, ha preso il Covid e poi si è infortunato di nuovo. È stato molto sfortunato, ma noi crediamo molto in lui. Ora è a disposizione e tocca al mister gestirlo.“
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