Giornata importante in casa Avellino. Conferenza stampa di presentazione per la nuova società del club irpino, guidata dal presidente Luigi Izzo e dal vice presidente Nicola Circelli, insieme all’amministratore delegato Filippo Polcino e al direttore generale Aniello Martone. Confermato il direttore sportivo Salvatore Di Somma, dopo un summit con lo stesso Izzo prima della partenza per Monopoli.
La neo proprietà dei Lupi, composta anche dai soci Renato De Lucia e Andrea Riccio (Innovation Football), si è presentata ufficialmente a stampa e tifosi nella giornata odierna.
Avellino Calcio: le dichiarazioni di Luigi Izzo in conferenza stampa
Il Presidente Luigi Izzo ha innanzitutto presentato i soci e la nuova proprietà dell’U.S. Avellino 1912: “Vi presento i soci che mi accompagneranno in questa avventura: Sabatino Autolino, Nicola Circelli, Renato De Lucia e Andrea Riccio di Innovation Football di Ariano Irpino. Questa è la compagine messa insieme da Aniello Martone, che ci ha proposto di avventurarci in questa piazza e in questa esperienza.
Ci auguriamo che non sia soltanto un percorso di crescita a livello sportivo, ma ci auguriamo di uscire da questa sala stampa tutti più uniti, per quello che rappresenta l’U.S. Avellino 1912 nel panorama calcistico italiano. Avellino è storia e me ne sono accorto anche visitando il club di San Martino Valle Caudina. Ho visto bambini di 2-3 anni tifare già Avellino e la nostra idea è avvicinare alla squadra proprio i bambini e tutto il territorio irpino.
Stateci vicini, noi cercheremo di fare il massimo e il meglio possibile, è chiaro che gli errori potranno esserci, ma vi chiedo di starci vicino. Il nostro progetto a breve termine? Arriviamo in un momento particolare della stagione, perché siamo al giro di boa del campionato. Io vorrei utilizzare questi 6 mesi per fare il meglio possibile, ma soprattutto programmare la prossima stagione. Si avvicina gennaio e dovremo dare subito delle risposte, andando a rinforzare la squadra nei ruoli giusti.
Dico sempre che il campo dà risposte in base a ciò che c’è dietro. Sognare non costa nulla, ma l’importante è creare una società solida alle spalle. Non siamo venuti a farci la passeggiata ad Avellino, vogliamo far sì che questo sia un club serio, nella speranza di creare un modello e di continuare a lavorare sui giovani.
L’interesse per l’Avellino come società calcistica ha radici profonde, perché la mia famiglia, da parte di madre, è di Rotondi e Cervinara, quindi c’è stata sempre una valenza affettiva. Ebbi un contatto con Taccone quando si cominciò a parlare della questione stadio, essendo l’azienda di infrastrutture più vicina all’Irpinia. Poi, il discorso si è arenato e non se n’è fatto più niente.
Il mio comunicato del 2 dicembre? Avevo deciso di fare un passo indietro, di fermarmi, per via di una situazione delicata, anche se non mi piace parlare delle precedenti gestioni. Poi Nicola Circelli mi ha convinto e mi ha spinto a rientrare in questo progetto.
Quando Aniello Martone ha composto la cordata, io sono stato l’ultimo ad essere inserito per altri motivi che non sto qui a spiegare. Di Matteo c’era, ma ci sono visioni di calcio e visioni imprenditoriali diverse, che ci hanno spinto a separarci. Non ci siamo mai scontrati però, la pensavamo diversamente e da uomini abbiamo deciso di prendere strade diverse.
Le quote? Il 25% ce l’ho io, il 25% ce l’ha Nicola Circelli, il 25% ce l’ha Andrea Riccio di Innovation Football, con Renato De Lucia e Sabatino Autolino che hanno il 12,5%. Siamo una società che è partita da zero e ha pensato ad onorare innanzitutto gli impegni e gli stipendi nei tempi stabiliti.
Il ruolo di Salvatore Di Somma? Ho parlato con Salvatore e ho avuto anche un colloquio piuttosto amichevole. Lui fa parte della società e so cosa rappresenta per Avellino, umanamente e calcisticamente. Io ho parlato prima con l’uomo, pur sapendo che è una bandiera dell’Avellino Calcio. Non siamo entrati qui come carri armati, siamo arrivati in punta di piedi, poi se Salvatore è ancora qua un motivo ci sarà. Se poi la società farà altre valutazioni, se Di Somma riterrà di non essere utile alla causa, allora si arriverà ad un’altra soluzione. Non voglio che diventi una fiction.
Io sono abituato ad entrare nelle realtà senza rivoluzionare nulla, vado a capire le realtà. L’Avellino è dei tifosi, i presidenti passano, ma alla fine a rimanere è sempre l’Avellino e i suoi tifosi. Con Salvatore voglio avere un colloquio chiaro, come l’ho avuto finora. Lui pensava di avere le valigie pronte, ma a breve faremo un nuovo incontro con il direttore generale e lo stesso direttore sportivo, nel quale parleremo di un progetto. Se ci sará l’ok delle parti, allora si andrà avanti insieme.
Progetto stadio? È qualcosa di importante, se guardiamo il calcio inglese, che è cresciuto dopo investimenti dal punto di vista strutturale. È un progetto delicato, che va costruito col tempo e su cui vanno fatte le dovute valutazioni. Abbiamo la fortuna di avere un Sindaco giovane, siamo una società giovane, che ha intenzione di fare cose importanti per l’Avellino Calcio. Lo vogliamo fare, ma per fare un impianto di quelle proporzioni ci vuole del tempo, ci vuole del lavoro.
Rapporti con la Lega Pro? Chi entra a far parte di un contesto, cerca sempre di portare la sua idea all’interno di una determinata cosa. Devo capire prima cosa voglio portare, per bene, e capire come funziona l’ambiente della Lega. Sicuramente, l’obiettivo é far sì che l’Avellino abbia sempre voce in capitolo in Lega, che non sia una presenza per dire sciocchezze.
Il settore giovanile? Sono state operate delle scelte, ma sono scelte che sono state anche abbastanza amplificate. Capisco che è un settore spinoso, un argomento particolare, ma io sono il primo che ci tiene tantissimo. Deve essere un luogo di crescita sociale, aperto a qualsiasi ragazzo, dal quale si spera possano uscire dei futuri campioni. Sono state operate delle scelte e speriamo di poterle chiarire nell’immediato futuro. Stiamo cercando di ristrutturare il settore giovanile, perché vogliamo farlo diventare nevralgico.
La serietà della società è la base sulla quale costruire tutto. Tra di noi c’è un accordo fra gentiluomini: se non si dovesse riuscire a fare un lavoro serio, leviamo le tende e ce ne andiamo. Non sono qui per annaspare e al momento non ci manca nulla. Il progetto deve essere serio, così come deve essere seria e costante la motivazione che sta alla base del progetto. Se non si riesce a crescere, torno a fare l’imprenditore, nel rispetto di società e popolo irpino. Il discorso è che noi condividiamo ogni scelta, al di là del fatto che ci sia io come centravanti. Ci siamo dati dei ruoli per forza di cose, ma se non riusciamo a concretizzare le idee dovrete trovarvene un altro.“
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